Pro Vercelli, a tutto Guindo con Raffaele Vrenna: “C’era anche il Dortmund”

Il direttore generale del club piemontese ci racconta l'operazione che ha portato il giocatore dall'Anderlecht in Italia

3 Febbraio 2022

Redazione - Autore

È stata un’operazione importantissima”, esordisce così ai microfoni de LaCasaDiC.com il direttore generale della Pro Vercelli, Raffaele Vrenna, commentando l’arrivo in Italia di Mohamed Guindo. Giovane attaccante classe 2003, arriva da uno dei migliori settori giovanili d’Europa, quello dell’Anderlecht (da cui, ad esempio, è partito Romelu Lukaku): “Questa trattativa ci permette di lavorare e instaurare con un club di primissima fascia: la Pro Vercelli inizia a pensare in grande“.

Pro Vercelli, il dg Vrenna: “Su Guindo anche il Borussia Dortmund”

Il giocatore ha scelto la Serie C (Girone A) e l’Italia, con l’opportunità di fare esperienza da subito in prima squadra. Ma quella del club piemontese non è stata l’unica chiamata: “Su di lui c’erano gli occhi della Serie A, come anche del Borussia Dortmund. Invece arriva da noi, a titolo definitivo, con l’Anderlecht che mantiene una percentuale sulla futura rivendita. Per questo continueranno a seguire il giocatore e si augurano che possa fare bene”.

Soddisfatto, Vrenna ci racconta dove nasce l’operazione: “Lavoravamo a questo colpo di grandissime prospettive da mesi. Ricordo di averlo visto per la prima volta lunedì 8 novembre 2021 in video, e da quel momento è subito diventato un mio pallino. Così io e il direttore Casella abbiamo lavorato ad un’operazione che sembrava impossibile fin dall’inizio”.

Guindo, il profilo

Ma quindi, che tipo di giocatore è Mohamed Guindo? “È un attaccante moderno di 185 centimetri: fisico importante, buon tiro e grande strappo nella corsa. Deve ancora crescere e maturare sotto alcuni aspetti, ma crediamo in lui“. Intanto, il classe 2003 pensa all’Italia e studia… un ex-“italiano” come Romelu Lukaku, modello e idolo nel reparto offensivo, soprattutto se cresci nell’Anderlecht. Con il sogno di ripercorrere le sue stesse orme.

A cura di Luca Bendoni