I tre grandi attaccanti nella vita di Mazzarani: “Di Natale pazzesco, un Immobile così non me l’aspettavo. E su Di Canio…” 

L'amore per Modena e la tristezza per Catania: l'ex Udinese si è raccontato ai nostri microfoni

mazzarani pergolettese
30 Aprile 2022

Redazione - Autore

Tutto è partito dalla sua Roma: dai primi calci fino ai professionisti, sempre all’ombra del Cupolone. E Andrea Mazzarani, ora protagonista del miracolo playoff con la Pergolettese, ha avuto uno dei massimi maestri della Roma calcistica (almeno per una sponda della capitale): Paolo Di Canio. “Avevo 18 anni quando ero arrivato alla Cisco Roma, mentre Paolo 39, avrebbe finito la carriera di lì a poco. Nonostante ciò era ancora fortissimo, faceva sempre la differenza. È stato una fonte d’ispirazione calcistica per me”.  

L’ex Lazio e West Ham aveva visto qualcosa di diverso in Andrea e l’aveva preso sotto la sua ala. “Mi ha dato fiducia facendomi giocare, era un giocatore ma pesava molto il suo parere nelle scelte. I trucchi del mestiere da attaccante me li ha insegnati lui e devo ringraziarlo. Ed è anche grazie a lui se sono arrivato in Under 19”.  

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In nazionale ha conosciuto anche un altro grande attaccante laziale doc: Ciro Immobile. “Avevamo stretto una bella amicizia e gli voglio bene”, afferma in esclusiva ai microfoni de LaCasadiC.com. “Sinceramente non mi sarei aspettato questo exploit, e penso nemmeno lui, al tempo. Non era neanche un titolarissimo di quella nazionale. Ricordo la sua grande voglia già di fare gol ed è una dote che gli è rimasta. Adesso è l’attaccante italiano più forte che c’è e sono molto felice per lui”.  

Mazzarani: “Ad Udine potevo giocarmi le mie carte”

Il terzo ed ultimo grande attaccante che ha influenzato la carriera di Andrea è stato Antonio Di Natale, sia in campo all’Udinese che dalla panchina alla Carrarese. Il Totò giocatore era pazzesco. Il Totò allenatore a livello di persona non è cambiato: è sempre stato un tipo schietto, alla mano e mai troppo sopra le righe. È stato particolare vederlo in panchina perché me lo immaginavo ancora con gli scarpini a fare quelle giocate. Ma ha fatto comunque un ottimo campionato a Carrara”.  

Mazzarani non ha mai esordito in prima squadra ad Udine, ma con i ritiri estivi ha potuto vedere da vicino una delle migliori squadre italiane del momento tra il 2008 e il 2013. “Al primo avevo appena diciotto anni e anche solo allenarsi con campioni come Sanchez, Di Natale e Quagliarella era fantastico. Mentre il secondo era quello dell’Udinese in Champions League con Guidolin. Lì potevo giocarmi le mie carte perché mi sentivo bene, però poi ad agosto mi sono rotto il ginocchio”.  

Il cuore a Modena, a pezzi per Catania

Ma la grande squadra del suo cuore è sempre stata Modena. Un pezzo di cuore è sempre modenese: mi hanno cresciuto e li ringrazierò per sempre, anche per la hall of fame”. Ed il ritorno in B Andrea se l’ha gustato dal primo all’ultimo minuto. “L’ultima partita contro il Pontedera me la sono guardata tutta e rivedere il Braglia così pieno è stato bellissimo. Mi ha fatto tornare in mente i playoff di B. Ho provato una gioia indescrivibile per la squadra e per la città. Sono contento sia per il mister che conosco bene che per i miei amici Silvestri e Tremolada. Spero che non si fermino qui”. 

Un destino opposto invece è stato riservato all’altra grande tappa della sua carriera: Catania. “È un peccato grandissimo. Una piazza come quella non meritava innanzitutto di sparire, ma soprattutto di essere in Serie C. Catania mi aveva ridato la gioia di giocare a calcio dopo un periodo difficile. Sono stati degli anni intensi con più alti che bassi. Adesso mi piange il cuore non vederla più nel calcio che conta. Era una situazione che andava risolta prima perché andava avanti da qualche anno questa storia. Il finale che gli hanno riservato è una cosa tristissima, potevano far finire almeno il campionato per rispetto dei ragazzi e dell’allenatore”.  

A cura di Filippo Rocchi