Turris, Padalino: “Ventura tra i migliori allenatori italiani. Tornare a Foggia è sempre emozionante, anche se…”

L'intervista esclusiva all'allenatore della Turris tra Foggia, gli inizi con l'ex ct della Nazionale italiana e gli obiettivi della nuova esperienza

24 Settembre 2022

Redazione - Autore

È il 29 agosto, sei giorni prima l’inizio della nuova stagione di Serie C. Arriva l’ufficialità dell’arrivo del nuovo allenatore della Turris dopo l’esonero di Canzi. È Pasquale Padalino. Dopo l’esperienza al Siena e un’estate dove era stato vicino al ritorno, l’allenatore ha deciso di accettare la sfida della Turris. Senza dubbio difficile, senza ritiro e con pochi giorni a disposizione. Ma a chi ha affrontato i migliori attaccanti di sempre non si può parlare di paura. Quella della Turris è stata una chiamata improvvisa e inaspettata” ha rivelato ai microfoni de La Casa di C, “che però ho preso subito in considerazione. Stando a casa ti fai un’idea delle squadre e la Turris annovera una tradizione di tutto rispetto nel girone C. Sapevo di andare incontro a dei rischi, ma tutto sommato è partita nel modo migliore”.

Padalino: il Pisa con Ventura e il ritorno a Foggia

Quella da allenatore è la seconda vita nel calcio per Padalino. Un’esperienza iniziata come vice di Gian Piero Ventura. “Sono stato con lui a Verona e Pisa”. Raggiungendo la semifinale playoff di Serie B con i nerazzurri. “È stata un’esperienza formativa con un allenatore che nel panorama calcistico è tra quelli più bravi. Non perché lo dico io, ma perché lo dimostra il campo e i risultati che ha raggiunto. La gavetta con un allenatore del suo calibro mi ha dato molto. Mi ha fatto vedere sfaccettature che da giocatore non te ne rendi conto”. Grande rispetto per il suo “mentore”, ma ognuno per la propria strada. “I suoi insegnamenti me li porto con me. Ma le mie idee non vengono assolutamente deviate da quelle che erano le sue, sono solamente un arricchimento”.  

Alla Nocerina la prima panchina in “solitaria”, poi il ritorno a Foggia: prima dal 2012 al 2014 (con la promozione in Serie C), poi nella stagione 2018/2019 in B. Tornare a Foggia è sempre emozionante. È la mia città, ci sono cresciuto, e ho fatto tutta la trafila da giocatore arrivando a fare l’allenatore. Però tornare crea allo stesso tempo delle incomprensioni. La solita lotta tra emozioni e professionalità. Io l’ho vissuta poco, mentre chi non ha una visione sportiva di più. È evidente che sono foggiano e tifo il Foggia, ma quando sono su un’altra panchina il mio obiettivo è sempre quello di vincere. Quando parli della tua città si pensa che un professionista confondi i sentimenti con la professionalità. È l’unico aspetto di cui mi dispiace quando torno“.

Adesso Turris

Quel Foggia che tornerà ad affrontare nel girone C. “È sempre una partita più carica di sentimenti, ma quando inizia la mia concentrazione va alla squadra che rappresento. In questo momento ha delle difficoltà, ma siamo solo alla quarta giornata, e il girone di ritorno sarà tutt’altra storia”.

Ora però c’è il futuro con la sua Turris. “La società ha mantenuto e rinforzato quelli che erano i reparti da puntellare. In partenza ce la giochiamo sempre con tutti anche se il campo non rispetta sempre il verdetto”. 10 punti nelle prime quattro giornate per la squadra campana. Ma i piedi restano piantati per terra. Nonostante il grande inizio, gli obiettivi non cambiano. Vogliamo provare a migliorare la posizione dell’anno scorso tornando a partecipare ai playoff”. A Torre del Greco sono pronti a sognare un’altra volta: la maglia, i tifosi, Padalino, e dietro tutto il resto.  

Di Filippo Rocchi