Mantova, un mercato nel segno della continuità

Il club lombardo si è rinforzato con gli arrivi di De Maio e Bombagi

mantova
4 Febbraio 2024

Nicolò Franceschin - Autore

Continuità. Questo il principio che ha guidato le strategie di mercato del Mantova di Piccoli, Botturi e Possanzini. Dare continuità a quello che fino ad ora è stato un sistema pressoché perfetto. E quando un sistema è in equilibrio la priorità diventa tutelarlo, cercando di non comprometterne compatibilità ed entusiasmi. Dopo la rivoluzione di questa estate con l’arrivo di un nuovo ds, di un nuovo allenatore e con una rosa rifondata, la sessione di gennaio ha portato a Mantova due soli colpi. Mirati, cercati, voluti. Il primo Francesco Bombagi, ufficializzato subito a inizio gennaio. Il secondo è stato Sebastien De Maio, arrivato qualche settimana dopo, in seguito alla risoluzione con il Vicenza. Una strategia comprensibile alla luce dei risultati fin qui raggiunti e, soprattutto, della visione e delle idee del ds Christian Botturi, attento nel cercare elementi perfettamente compatibili dal punto di vista calcistico e umano. “Non vogliamo snaturarci, né dal punto di vista empatico tra di noi e dal punto di vista concettuale”. E così è stato.

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Credit: Mantova 1911

Il mercato del Mantova

Pochi colpi, mirati e non forzati. Chiare le idee in casa Mantova. Inserire nuovi elementi solo se funzionali, ragionati e sensati con il sistema di gioco di Possanzini e con il gruppo. Un mercato libero dall’esigenza forzata e spasmodica di concretizzare necessariamente degli arrivi. Una strategia che si è inserita in modo coerente e lineare nel solco tracciato da questa estate. Un mercato che si è conciliato perfettamente con la filosofia abbracciata e coltivata dal club e dal ds Botturi. Costruire, passo dopo passo, un universo e un gruppo fatto di uomini, ancora prima dei giocatori. Tutelare e privilegiare il lato umano in luogo del cercare i grandi nomi. “Conta l’orgoglio di rappresentare un club importante, una città con una tradizione calcistica, un gruppo fantastico”. Questo il messaggio del ds. Un ds che vorrebbe poter valutare i giocatori “misurando un parametro in loro: la temperatura sanguigna e l’anima”, come ci raccontò nell’intervista ai nostri microfoni.E da quel pennello portato da Piccoli a Botturi “è nata un’alchimia che sta creando qualcosa di bello, che prescinde dai soli risultati sportivi”. 

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Credit: Mantova 1911

Suagher, Bombagi e De Maio: il gennaio a Mantova

Partiamo dai volti nuovi. Il primo è stato Bombagi, arrivato dal Catanzaro a inizio gennaio. “Da parte del direttore Botturi c’è stata da subito la voglia di portarmi qua, sin dalle prime telefonate, e questo mi è piaciuto. Mentre avanzava la trattativa, mi sono guardato le immagini, anche su consiglio di Burrai: è aumentata la curiosità e la soluzione mi è piaciuta sempre di più“. Un attaccante che porta con sé esperienza, qualità e… consapevolezza. Un giocatore che sa come vincere un campionato. E, parlando di esperienza, ci si sposta all’altro acquisto: De Maio. Il centrale francese, dopo la risoluzione con il Vicenza, è il sostituto di Emanuele Suagher, che ha deciso di ritirarsi dopo la rottura del crociato. E anche nell’addio al calcio del centrale si è potuto comprendere la forza umana del Mantova. Una conferenza di addio fatta al fianco dei figli e con tutta la squadra ad ascoltarlo, la richiesta di entrare a far parte dello staff di Possanzini, un gruppo intero al fianco del suo compagno. Uomini, poi giocatori,