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Bergamelli: racconta Novara-Pro Vercelli: “Gara sentitissima. Io devo accettare il mio percorso”

In vista del sentitissimo derby tra Novara e Pro Vercelli, abbiamo intervistato chi ha vissuto la gara dall’interno con entrambe le maglie

Ci avviciniamo al tanto atteso derby fra Novara e Pro Vercelli. Una sfida ormai pluricentenaria che si avvicina al suo atto numero 60. Squadre in campo domenica 21 settembre al Silvio Piola per scrivere un’altra importante pagina del calcio italiano. Per prepararci meglio a questa sfida, noi de Lacasadic.com abbiamo intervisto il doppio ex Dario Bergamelli.

L’ex difensore centrale italiano che ha vestito in carriera sia la maglia del Novara, che quella della Pro Vercelli. Nativo di Alzano Lombardo e cresciuto calcisticamente nel vivaio dell’Atalanta, ci ha parlato delle sue sensazioni in vista del derby di domenica oltre che di possibili rimpianti nel corso della sua lunga carriera, nella quale ha vestito anche le maglie di Salernitana, Monza, Verona, Cremonese, Catania e Ternana.

Spesso, ci si chiede come nasca effettivamente la passione nel fare il calciatore. Per Bergamelli è stato molto semplice. “La mia passione per il calcio è nata con un gruppo di miei amici sia all’asilo che alle elementari, eravamo una squadretta a 7 di cui 5 sono finiti all’Albinoleffe e gli altri due tra Atalanta e Milan. Poi magari non tutti hanno fatto carriera ma eravamo super appassionati. La voglia, invece, di diventar giocatore è nata in seguito nelle giovanili dell’Atalanta.

Esperienza in nerazzurro che è stata quindi determinante fin da subito per Bergamelli. “Grazie a Dio il calcio non è mai stato solo un lavoro ma anche un passione che mi facesse divertire quotidianamente nonostante i mille problemi fisici che ho avuto. La mia più grande passione”. Rimanendo in tema atalantino, le sue aspettative sull’Atalanta U23 che nelle ultime stagioni è stata una delle protagoniste delle Serie C: “Io mi aspetto che, magari non a breve, ma l’Atalanta possa anche salire di categoria. Perché ha ora e ha sempre avuto un senso d’appartenenza unico, oltre al fatto di come selezionano i ragazzi e come li fanno crescere. L’Atalanta, è la verità, è proprio una scuola di vita. Anche nello scorso campionato si è visto che chi viene da quel vivaio ha un senso d’appartenenza diverso. Il fatto anche che i ragazzi abbiano la sensazione di poter salire in prima squadra incide.”

Bergamelli: “La mia favorita per il derby”

Molti i talenti prodotti dal vivaio nerazzurro, uno di questi però ha subito attirato l’attenzione di Bergamelli: “Se devo dirne uno, perché mi piaceva di gamba e ne parlavano tutti bene e sono andato a vederlo: Palestra. Oltre a lui, son tutti giocatori di livello ma Palestra ti ruba l’occhio perché è già un giocatore da Serie A”. Spostandoci poi sull’atteso derby: “Credo che le sensazioni siano simili, diciamo che la Pro Vercelli ha una storia passata più importante, però il Novara negli ultimi 20 anni ha certamente fatto di più. Sono anche stati in Serie A”.

“Il derby è sentito allo stesso modo da ambe le parti. Queste sono un po’ le mie sensazioni. Favoriti? Non saprei perché il Novara è partito con quattro pareggi mentre la Pro Vercelli è partita bene ma viene da due sconfitte. Credo che faranno un campionato simile, forse il Novara ha qualcosina in più. Non faccio il tifo per nessuna delle due anche se a Novara ci sono stato un po’ in più. Però a Vercelli c’è il mio amico Gianmarco Comi (ride, n.d.r.) .”

Bergamelli: “Devo accettare il percorso che ho fatto”

Continuando, sul tema derby: “Ho giocato derby sia da una parte che dall’altra ma mi han sempre trattato bene anche quando sono passato da una squadra all’altra. Credo che la rivalità nasca e muoia il giorno della partita.” Riguardo la carriera: “Per persone come me che sono buoni calciatori ma non campioni, le scelte hanno fatto la differenza. Tornassi indietro farei altre scelte e vorrei non essermi operato 8 volte ma alla fine la controprova non c’è.

Bergamelli ha successivamente ricordato due grandi amici come Morosini e Astori, segnati tragicamente dallo stesso destino. “I miei infortuni sono stati gravi ma non dimentico di aver avuto amici come Piermario Morosini e come Davide Astori dove è successo quel che è successo. Alla fine uno deve accettare il percorso che ha fatto e basta, bisogna finire la carriera a posto con se stessi. “