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Ascoli, Guiebre si racconta: “Ottimo ritiro, si sta creando un bel gruppo”

Guiebre intervista

Guiebre - Credit Ascoli Calcio - www.lacasadic.com

Guiebre si racconta tra calcio, vita e passioni. Il ritiro di Cascia descritto come positivo, duro ma utile a creare un bel gruppo

Abdoul Razack Guiebre si racconta ai microfoni della prima puntata stagionale di “Quattro chiacchiere con…”, la rubrica della Web TV dell’Ascoli Calcio dedicata ai volti bianconeri visti da vicino, fuori dal campo. Una chiacchierata con l’ex Torres, partita con il sorriso e la pronuncia corretta del suo nome e divenuta presto in un racconto personale, intimo, profondo.

Dopo il ritiro di Cascia, descritto da Guiebre come “positivo, duro ma utile a creare un bel gruppo“, l’esterno sinistro si concede una passeggiata tra i giardini di Corso Vittorio Emanuele e Piazza del Popolo, per poi aprirsi nel cortile di Palazzo dei Capitani. Nato a Niogo, non a Bobo Dioulasso come spesso riportato, Guiebre ha raccontato il suo ritorno in Burkina Faso come una rinascita personale.

Mi ero un po’ perso – ha confessato Guibre – tornare alle origini, anche solo per dieci giorni, mi ha riacceso qualcosa dentro”. Un momento difficile, vissuto mentre faticava a trovare spazio tra Modena, Reggiana e Bari, che gli ha fatto riscoprire il legame con la famiglia, la cultura e sé stesso.

Non mancano riferimenti alla sua infanzia in Emilia-Romagna, al dialetto inventato in casa, all’accento emiliano che oggi accompagna il suo modo di esprimersi. E alla figura paterna, inizialmente contraria al calcio: “Oggi può dire poco. Parlano i fatti. Penso sia orgoglioso, anche se mi stressa più sulla gestione dei soldi… però alla fine non sono milionario e penso che la sua preoccupazione sia appunto quella di far sì che io c’abbia un futuro tranquillo“.

Guiebre e la Quintana

Dal calcio al cuore. E dal cuore, alle passioni. In Guiebre convivono l’amore per la meditazione, per la moda — “ora però basta vestiti!” scherza — e soprattutto per la musica. È qui che emerge una coincidenza curiosa con il suo cantante preferito.

“Il mio artista preferito è Travis Scott, e ha una canzone che si chiama Quintana. Quando sono arrivato ad Ascoli e ho sentito parlare della Quintana, ho pensato fosse un segno del destino. Guiebre parla anche dei segni sulle guance, retaggio estetico dell’infanzia voluto dalla nonna, di cui non ha mai conosciuto il nome: “Da noi non si chiamano le nonne per nome, si dice semplicemente ya“.

Allenamento Ascoli Calcio
Seduta di allenamento a Cascia – Credit Ascoli Calcio – www.lacasadic.com

Questione nazionale

Spazio anche al capitolo nazionale Burkina Faso, vissuto con orgoglio e umiltà: “Giocare per il Burkina Faso è stato un onore. Anche se non ho raggiunto traguardi enormi, ogni volta che indossi quella maglia è una responsabilità collettiva, familiare“.

Un uomo che riflette, cresce, si pone domande. E che oggi, ad Ascoli, vuole continuare a scrivere il proprio percorso, con la maturità di chi sa da dove è partito e la determinazione di chi ha ancora molto da conquistare.