Ascoli, Passeri: “Tanta amarezza, avremo due derby mutilati”

Bernardino Passeri - Credit Ascoli Calcio - www.lacasadic.com
Ascoli, tanta amarezza per il Presidente Passeri per un Ascoli – Sambenedettese mutilato e l’orgoglio di un gruppo vero
C’è amarezza nelle parole di Passeri condivise nel solito “dispaccio” settimanele. La delusione non nasce dall’ultimo pareggio di Carpi, ma da una certezza dolorosa, quella di due derby mutilati, privati della componente più bella: la presenza di entrambe le tifoserie.
Dopo un tour de force tra Emilia e Marche, il presidente dell’Ascoli racconta la stanchezza fisica e la frustrazione morale di chi, dopo giorni di incontri e un lungo tavolo in Prefettura, si è trovato di fronte a decisioni già prese. Le restrizioni, i vincoli, le limitazioni: tutto già scritto, tutto già deciso. “Abbiamo solo potuto prenderne atto” spiega, ammettendo di vivere questo momento come una sconfitta personale, come un’occasione persa per l’intero territorio ascolano.
La riflessione si fa più amara su uno dei derby più belli d’Italia ridotto a evento “a rischio”. Un’occasione che poteva rimettere Ascoli al centro della geografia calcistica si trasforma, invece, in un segnale negativo. “È come se dicessimo al Paese che non siamo ancora pronti”, scrive il presidente, ammettendo che nonostante il lavoro con il collega Massi e gli sforzi di tutti, il traguardo non è stato raggiunto.
Nei giorni precedenti, un pranzo con il Vescovo, i giocatori e i ragazzi di Centimetro Zero sembrava aver aperto uno spiraglio di speranza. Ma la realtà lo ha presto chiuso. “Ci ritroviamo con due derby e un senso di incompiutezza“, aggiunge, invitando tutti, tifosi, società e istituzioni, a una riflessione collettiva. Il Del Duca non è perfetto, ammette, ma la volontà di migliorare c’era. Non è bastato. E il rammarico resta: “Ci saranno altre possibilità di fare questo derby come si deve?“.
Orgoglio e identità di squadra
Lasciata alle spalle la delusione, Passeri accendere la luce sull’altra faccia dell’Ascoli: quella del gruppo. “Sono arrabbiato con il mister e il suo vice“, scherza, “perché dicono sempre le cose che vorrei dire io“. Dietro l’ironia, emerge una realtà chiara, la sintonia profonda tra società, staff e giocatori. È questa coesione a rappresentare la forza vera del Picchio.
Il rigore di Corazza è diventato il simbolo di tutto: l’attesa, l’esultanza, la panchina che esplode di gioia. “È stato un momento che mi ha emozionato“, confessa il presidente. Corazza, con la sua esperienza e il suo esempio, incarna lo spirito di un gruppo che non si arrende mai. Lo stesso spirito che ha permesso all’Ascoli di reagire al primo svantaggio stagionale a Carpi, trasformando la difficoltà in carburante.

Ascoli, Passeri, rabbia costruttiva e gratitudine
Il pareggio di Carpi è stato, paradossalmente, una prova superata. “Ho visto ragazzi arrabbiati, non appagati. Nessuno ha pensato di festeggiare“. È la fotografia di una squadra che ha fame, che accetta le battute d’arresto come tappe di crescita. Lo racconta bene un episodio, Rizzo Pinna, autore del gol, risponde al presidente con un semplice “Poteva andare meglio“.
Ora l’Ascoli guarda avanti, verso il ritorno in panchina del proprio allenatore, dopo un’assenza lunga e sofferta. “Ringrazio Agostinone“, scrive il presidente, “Per come ha guidato il gruppo in un momento così delicato“. E chiude con un messaggio carico di emozione: il ringraziamento a tutti i tifosi e alle famiglie che, nel dolore personale per la scomparsa della madre, hanno fatto sentire la propria vicinanza. Un’onda d’affetto che unisce, che alimenta l’amore per una squadra e una città.