Ascoli, Tomei: “Contento della prestazione, ottima gestione palla”

Tomei - Credit Ascoli Calcio - www.lacasadic.com
Ascoli, la firma di Tomei: identità, ritmo e pazienza. La vittoria sul Forlì raccontata dall’allenatore bianconero
Il 3-0 contro il Forlì non porta solo tre punti, racconta un’idea precisa, una struttura che si consolida e una squadra che comincia a riconoscersi. Tomei, nel post partita, riparte da qui. Dalla capacità dell’Ascoli di non cadere nella trappola tattica degli avversari, venuti al Del Duca per aggredire uomo su uomo, rompere il palleggio e sporcare linee di passaggio. Una partita complessa, sporca, da interpretare più che da dominare nell’immediato.
“Il Forlì cercava di non farti giocare“, spiega Tomei. Ed è proprio contro questo tipo di avversario che l’Ascoli ha fatto un passo avanti, non si è fatto prendere dalla frenesia, non si è lasciato condizionare dal ritmo iniziale degli ospiti, che per larghi tratti hanno provato a ridurre il campo e a forzare gli uno contro uno. Pazienza, prima di tutto. Una qualità che in Serie C spesso vale quanto la tecnica.
La differenza, sottolinea l’allenatore, l’ha fatta anche la gestione dei momenti. Nel primo tempo, qualche duello perso poteva aprire scenari pericolosi: “A campo aperto puoi rischiare“, ricorda Tomei. Ma l’Ascoli è rimasto dentro il piano gara, ha assorbito l’impatto iniziale e ha colpito quando il Forlì ha fisiologicamente abbassato l’intensità. Qui si sono aperti gli spazi che i bianconeri hanno saputo sfruttare con lucidità.
Il lavoro tattico si è visto soprattutto nella scelta di togliere tempo e linee di gioco ai romagnoli: “Se lasci palleggiare il Forlì vai in difficoltà, ma oggi non è successo“, rivendica l’allenatore. Una frase che fotografa bene la prestazione: non solo gol e verticalità, ma anche lettura, prevenzione e scelte corrette in fase di non possesso. Segnali di una squadra che cresce nella testa, oltre che nei risultati.
Corradini, Damiani e il motore della squadra
Tra i protagonisti della giornata anche la coppia di centrocampo Corradini–Damiani, rinnovata e finalmente al livello fisico desiderato dall’allenatore. Per Corradini, che non aveva svolto il ritiro estivo, si trattava del vero test di maturità: “Ora è a posto, si è fatto trovare pronto“, afferma Tomei. Una prova in continuità con la sua storia recente, costruita già ai tempi di Terni proprio accanto a Damiani, compagno con cui condivide automatismi e letture.
Bene anche Oviszach, uscito solo per un lieve risentimento. In generale, la linea mediana dell’Ascoli ha mostrato idee, dinamismo e soprattutto disponibilità a cambiare ritmo quando la partita lo richiedeva. È qui che Tomei insiste, sull’importanza di un gruppo che, pur con titolari ricorrenti, non vive gerarchie rigide. Perché la continuità si costruisce con tutti, e la qualità media resta alta solo se ogni subentrato offre lo stesso livello di intensità.

Ascoli, Tomei e le rotazioni come arma
Nel suo bilancio all’Ascoli, Tomei apre anche un capitolo fondamentale per il percorso a medio termine: l’alternanza. “Non abbiamo titolari e riserve“, ribadisce, una filosofia moderna che si intreccia perfettamente con la regola dei cinque cambi. L’idea è chiara, ogni giocatore deve essere pronto ad alzare il livello quando chiamato in causa. E la gara contro il Forlì, con i subentrati immediatamente sul pezzo, sembra dare ragione all’allenatore.
Lo sguardo ora si sposta sui rientri. Nel breve periodo l’obiettivo è recuperare Corazza, Chakir e Nicoletti, tasselli preziosi per allargare ulteriormente le rotazioni e dare continuità ai progressi visti nelle ultime uscite. Perché l’Ascoli, oggi, non è solo una squadra che vince, è un gruppo che sta ritrovando identità, fiducia e consapevolezza. E la vittoria sul Forlì è un altro passo deciso verso ciò che Tomei chiede: riconoscersi, crescere, confermarsi.
