Una squadra da salvare, Ferrarese: “Da ottobre senza stipendi, ma siamo diventati una grande famiglia”

Il Ds Ferrarese / Credit: Gazzetta Lucchese
Il Ds ha riavvolto il nastro della stagione, dalle grandi difficoltà societarie fino alla salvezza contro il Sestri Levante.
Lucca, 17 maggio 2025. L’orologio segna quasi il 90′, la Lucchese intravede la retrocessione in Serie D dopo una stagione caratterizzata da grandi difficoltà societarie. Poi la magia. Palla a Badje, tiro, gol. Esplode il “Porta Elisa”, e per un attimo tutti i fantasmi di un campionato bello e maledetto sembrano sparire: “È stata un’emozione indescrivibile -racconta il Ds Claudio Ferrarese ai microfoni de LaCasadiC- perché è arrivata all’88’ con uno stadio straordinario, tutto esaurito, una gioia immensa e penso che sia stato veramente il finale più giusto per quello che abbiamo passato durante questo anno. Nemmeno da calciatore ho mai provato una gioia del genere”.
Tanti passaggi di proprietà, promesse mai mantenute, eppure tutto era iniziato sotto i migliori auspici: “Questo è stato il mio secondo anno a Lucca, la scorsa stagione mi sono occupato soprattutto di scouting -dichiara-, poi la chiamata del presidente Bulgarella mi ha portato a ricoprire il ruolo di Ds. Ero contentissimo, anche perché c’era Giorgio Gorgone in panchina, che considero un grande allenatore. Eravamo partiti con entusiasmo, poi sapete tutti come sono andate le cose”. Siamo a inizio campionato, e arrivano le prime incertezze: “Il presidente si è ammalato, eravamo alla terza giornata di campionato, da quel momento in poi è stata dura andare avanti”.
Una situazione che ha cambiato il destino della squadra rossonera: “Stavamo cercando di fare qualcosa di buono, Bulgarella si fidava molto di me e ricordo che dopo la partita con la SPAL era contentissimo. Non vincevamo a Ferrara da 60 anni, e invece da lì sono iniziati un po’ i problemi”. La stagione, intanto, va avanti, fino ad arrivare a un episodio quasi fondamentale per la costruzione dell’impresa salvezza: “Dopo la sconfitta esterna con la Ternana Gorgone voleva dare un segnale alla squadra. Mi chiese di mandarlo via, altrimenti si sarebbe dimesso. La mia risposta è stata netta, io e i ragazzi siamo sempre stati dalla sua parte”.
Un rapporto speciale, quello con l’allenatore romano: “É una persona incredibile, per me è unico. Averlo accanto è stata un po’ la mia forza durante questi mesi difficili, abbiamo avuto un confronto continuo”, ribadisce il dirigente. Termina nel frattempo il girone d’andata, e la Lucchese è ancora in piena corsa per il suo obiettivo stagionale. Poi, a gennaio, cambia tutto.
Lucchese, Ferrarese: “Il mio esonero deciso a tavolino, pagine triste”
Il gruppo Bulgarella cede alla Sanbabila srl, con a capo l’avvocato Longo. Il Ds Ferrarese viene confermato nella conferenza stampa di presentazione, ma appena una settimana dopo arriva l’esonero: “È un capitolo molto triste, sono stato esonerato dopo la vittoria contro l’Ascoli. Chiaramente era una cosa già fatta a tavolino -svela il dirigente-, nel senso che comunque fossero andati i risultati mi avrebbero mandato via perché erano entrate altre persone e volevano fare il loro lavoro senza di me. È stato un momento difficile, anche per i calciatori e per l’allenatore”. Un addio forzato, prima del nuovo colpo di scena: “Al mio ritorno è stato speciale ricevere l’abbraccio di tutti. Ma nel frattempo aumentavano le preoccupazioni per le scadenze federali”.
La Sanbabila, infatti, cede il club alla SLT associati per 1640 euro, e la notte del 17 febbraio segna un punto di non ritorno per il futuro della Lucchese: “Dopo la partita contro il Perugia c’era un po’ di agitazione perché non eravamo molto fiduciosi sui pagamenti, infatti poi è successo quello che sapete. Ma è proprio in quel momento che il gruppo ha mostrato tutta la sua forza. Vincere senza aver percepito gli stipendi, allenandosi sempre a testa alta”. Il club ‘buca’ la prima scadenza, e per la trasferta di Sestri Levante non ci sono risorse economiche sufficienti: “Lì, per la prima volta, ci siamo sentiti soli, senza soldi o altro. Soli con i nostri magazzinieri, i segretari, e gruppo squadra. La città ci ha aiutato, aziende e persone fisiche hanno iniziato a contribuire alle nostre trasferte. Andavamo avanti di partita in partita, cercando di sopperire a tutto”. Difficoltà che hanno interessato anche la vita quotidiana: “Abbiamo iniziato ad avere i problemi con le case -rivela-, perché andavano pagati gli affitti. La domanda era sempre la stessa: ‘ce la faremo’?. Tanti ragazzi sono andati via perché non riuscivano più ad autofinanziarsi, il team manager è tornato in Sardegna”.

“Il gol di Badje l’ho scoperto dal boato dello stadio. Questo club merita un futuro”
Un gruppo che, con il passare del tempo, si è trasformato in una grande famiglia: “Solo noi, che l’abbiamo vissuto, possiamo capire quello che è successo. L’abbraccio che ci siamo concessi dopo la fine della gara con il Sestri Levante è stato davvero speciale. C’erano quasi cinquemila persone, una cosa che a Lucca non si vedeva da anni”. Salvare tutto, sacrificandosi fino all’ultimo istante: “Abbiamo perso per strada tanti calciatori importanti, che sono stati colpiti da infortuni seri. E faccio una menzione speciale per Catanese e Selvini, sono sempre andati oltre. È stata dura vedere un ragazzo del 2004 con le lacrime agli occhi”.
E la salvezza conquistata sul campo ha ripagato, forse, tutte quelle difficoltà. Una gara che, Claudio Ferrarese, ha vissuto in modo atipico: “Sono stato fuori dallo stadio per tutti i 90 minuti, ho girato per Lucca. A un certo punto mi arriva la notifica sul telefono e sento il boato dello stadio -rivela-, sono rientrato di corsa per capire cosa fosse successo. È stato indescrivibile. Da ottobre senza percepire un euro, avevamo tana rabbia dentro”. E sul futuro, la speranza è sempre la stessa: “Questa città merita tante cose belle, mi piacerebbe rimanere con le giuste condizioni. Speriamo di ricevere presto notizie importanti”. Lacrime e sorrisi, momenti di paura prima della luce. Un viaggio folle, intenso, terminato all’interno di una notte ‘unica’.