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Progettazione, idee e il sogno playoff: il modello Atalanta U23

Credit: atalanta.it

In un mondo frenetico in cui tutto corre veloce e l’ansia della performance ha il sopravvento, c’è un angolo di mondo che è in grado di raccontare e offrire una storia diversa. Una storia che disegna propone una possibilità alternativa: la leggerezza.

No, non superficialità. Leggerezza. Bisogna fare attenzione alla prospettiva da cui si osserva e interpreta il concetto. Perché in quella differente prospettiva c’è dentro tanto. Ma ci torneremo. Facciamo un passo indietro. Dove? A quell’angolo di mondo. Aprite le mappe del vostro telefono o prendete in mano la cartina, se preferite. Cercate Zingonia, il nostro viaggio parte da lì.

Sì, stiamo parlando della casa dell’Atalanta. Del suo centro sportivo. Del centro in cui idee e principi vengono coltivati e prendono forma. Un lavoro che trova la sua rappresentazione recente più nitida e bella in una formazione: l’U23. Una rosa nata e costruita lì, tra i campi delle giovanili e quelli della prima squadra: immagini di ciò che è stato e ciò che sarà o si vuole essere. Un’immagine per ricordarsi la propria identità: l’identità nerazzurra.

Da una parte il passato, dall’altra il futuro. Nel mezzo c’è un presente che non è mai stato così brillante: Torres superata e secondo turno della fase nazionale dei playoff conquistato. Prima volta nella storia. Una prima volta le cui cornici si definiscono tra la progettazione del club e la leggerezza propria dei ragazzi che quel cammino lo stanno realizzando. Un modello. Un sogno. Atalanta U23.

Credit: atalanta.it

Esseri leggeri

Neanche due anni di vita e l’Atalanta U23 è già un modello. Per la continuità, per i risultati, per le idee che la sostengono. E per la sostenibilità. Un sistema che ha trovato il suo equilibrio nella perfetta e calibrata combinazione e dialogo tra la progettualità propria del club e su cui si fonda il mondo della seconda squadra nerazzurra e quello che viene poi trasportato in campo. Lo si deve alla proprietà, la cui visione illuminata ha creato un riferimento identitario in tutto il panorama calcistico nazionale e internazionale. Lo si deve agli uomini che guidano il progetto: il ds Fabio Gatti, capace di costruire e rinnovare in modo coerente e prospettico la rosa, e l’allenatore Francesco Modesto, guida dei giovani nerazzurri.

E, infine, lo si deve alla squadra, manifesto di entusiasmo e leggerezza. Eccola, la leggerezza. Principio e sensazione che vive e viene fatto vivere da quei ragazzi che, forti di una (in)cosciente spensieratezza, sembrano non soffrire la pressione insita nella lotteria dei playoff. Anzi, ne sono galvanizzati. In loro si fondono la maturità di un gruppo consapevole della propria qualità e forza e quella vibrante voglia di stupire e di stupirsi che splende nell’anima di giovani talenti. L’Atalanta U23 è anche questo, il coraggio di essere leggeri.

Credit: atalanta.it

Ripetersi? No migliorarsi

Perché la leggerezza, se sostenuta da un progetto, da una saggia gradualità e formazione e dalla forza delle idee, è il miglior regalo che ci si possa fare. In tale prospettiva, la leggerezza non è sinonimo di superficialità, ma diventa qualcosa d’altro. Tanto altro. Si inserisce in una prospettiva fondata sulla consapevolezza di chi si è e si vuole essere e dell’umiltà data dal percorso compiuto. 

Un percorso nato poco meno di due anni fa e che sta crescendo. Passo dopo passo. La scorsa stagione il viaggio si era interrotto al primo turno della fase nazionale dei playoff. E l’Atalanta U23 è riuscita non solo a confermarsi, ma a migliorarsi. E lo ha fatto con una dimostrazione di calcio e di forza: 7-1 all’andata con la Torres e discorso qualificazione chiuso con 90′ d’anticipo. Ora l’avversario sarà l’Audace Cerignola. Il sogno continua. Continua con leggerezza.