Da Moreo a Palacio: l’ultimo Brescia firmato da Eugenio Corini

Credit: Union Brescia
L’allenatore lombardo torna sulla panchina delle Rondinelle: ma chi c’era in campo durante il suo ultimo passaggio a Brescia?
La storia tra Eugenio Corini e il Brescia si riapre ufficialmente, come un libro aperto sul comodino mai davvero dimenticato. La piazza bresciana attende l’ennesima ripartenza dopo un periodo difficile, ed è pronta a farlo con un uomo che conosce bene. Perché con l’ex allenatore del Palermo il rapporto è sempre stato intenso, complesso, a tratti persino viscerale. Ogni ritorno ha portato con sé una speranza nuova e un senso di familiarità.
Sono passati più di tre anni dall’ultima volta quando, nel marzo del 2022, i biancoazzurri tornarono a bussare alla sua porta in un momento delicato. La squadra, affidata in quel momento a Filippo Inzaghi e costruita per la promozione diretta, si trovava al quinto posto in classifica, distante dalla zona promozione diretta. Cellino decise allora di cambiare e di richiamare l’allenatore che aveva già guidato le Rondinelle già tra il 2018 e il 2020, conquistando anche una promozione in Serie A. Il ritorno fu accolto con entusiasmo da una tifoseria che vedeva in Corini l’uomo giusto per restituire ordine e idee.
Nonostante la scossa iniziale, il Brescia non trovò la continuità necessaria per agganciare i primissimi posti. La squadra chiuse quindi al quinto posto, presentandosi ai playoff con più speranze che certezze. La vittoria sofferta contro il Perugia, ai supplementari, sembrò alimentare l’illusione, ma fu il Monza – poi promosso in Serie A – a sbarrarle la strada in semifinale.
Proprio quella semifinale consegnò l’ultima fotografia del Brescia di Corini, ora pronto a ripartire da quella che è sempre stata ‘casa’.
Brescia-Corini, nuova tappa: ecco l’ultimo undici
Il 4-3-1-2 scelto da Corini per la semifinale di ritorno contro il Monza aveva tra i pali Jesse Joronen, oggi uno dei portieri più affidabili della Serie B con la maglia del Palermo e punto fermo del progetto rosanero. Davanti a lui Karacic, Adorni, Mangraviti e Huard – con Pajac subentrato nella ripresa – componevano la linea difensiva. A centrocampo Bisoli capitano e perno della squadra, Van de Looi e Bertagnoli erano il motore della squadra. Sulla trequarti c’era Leris – oggi con il Pisa in Serie A dopo essere passato dalla Sampdoria e dallo Stoke City– mentre dalla panchina entrò Proia che, dopo le esperienze con Spal, Ascoli e Vicenza, ora veste la maglia della Casertana.
Davanti, Corini si affidò alla freschezza di Matteo Tramoni e alla fisicità di Stefano Moreo. Entrambi oggi sono dei simboli del Pisa che ha conquistato la Serie A, protagonisti di una crescita importante dopo l’esperienza bresciana. Dalla panchina, invece, entrò anche Rodrigo Palacio, al tempo prezioso jolly d’esperienza per i playoff e oggi, dopo il ritiro, protagonista di una sorprendente carriera nella pallacanestro.
