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Gorgone: “Triestina? Anche con la penalizzazione era stata la mia scelta”

Giorgio Gorgone, allenatore Lucchese

Credit: Gazzetta Lucchese

L’ex allenatore della Lucchese è intervenuto ai microfoni de LaCasadiC.com per fare il punto della situazione. 

Sincero, diretto, combattivo. Giorgio Gorgone è uno di quegli allenatori che incarna perfettamente queste tre caratteristiche. Reduce dall’impresa salvezza con la Lucchese, a lungo senza una società o punti di riferimento, nelle scorse settimane era stato davvero vicino alla firma con la Triestina, prima del nuovo caos societario che si è abbattuto sul club giuliano: “Sono sicuramente rammaricato per Trieste. Ritengo che la dirigenza, a parte Delli Carri, non abbia speso una parola per quanto accaduto, visto che avevo preso un impegno con loro, rispettandolo, ed essendo disposto a partire da -9″. 

Poi la precisazione: “Se la società dovesse riprendersi, dimostrando di avere le capacità per affrontare il campionato, non escludo che, magari, ci si possa sedere nuovamente al tavolo delle discussioni. Ma servirebbe stabilità reale, non immaginaria. Questo, però, non significa che io sia in attesa di una chiamata da parte del club”.

Una situazione difficile, che l’ex allenatore ha già vissuto da vicino durante gli ultimi mesi: “La Triestina a oggi non ha la certezza di completare il campionato, e io ne so qualcosa. A me non piace illudere nessuno”.

Prosegue:Non avrebbe senso disputare una stagione con una squadra che a ogni scadenza è a rischio, diventerebbe un’agonia. Se uno non ce la fa deve alzare bandiera bianca”.

Gorgone: “Il calcio è un’azienda veloce, forse viene sottovalutato dagli imprenditori”

E sulle differenze rispetto al campionato vissuto con la Lucchese: “Ci sono aspetti diversi rispetto a Lucca, la proprietà a giugno ha versato comunque quattro milioni di euro. Poi magari sono subentrati dei problemi importanti, altrimenti è una vera follia. Saranno venuti meno dei fattori, e la società si è trovata in difficoltà. Senza disponibilità economica, non puoi portare avanti la stagione. Spero che riescano a trovare una quadra, mi farebbe piacere per la piazza. Diversamente, sarebbe un’agonia inutile. A Trieste non ci sono cialtroni, come successo a Lucca. Poi che abbiano amministrato male è un altro discorso”. 

L’analisi si sposta poi sulle condizioni attuali del calcio italiano: “Forse questo sport viene sottovalutato con troppa facilità dagli imprenditori. A livello gestionale sembra una cosa semplice, in realtà va a una velocità che è totalmente diversa da qualsiasi altro tipo di azienda. Cambia tutto nell’arco di una settimana. Il calcio è un’azienda veloce. Servono organizzazione e competenza, e il risultato spesso sposta il giudizio e gli obiettivi”.

Giorgio Gorgone in conferenza stampa / cdc / www.lacasadic.com
Giorgio Gorgone in conferenza stampa / cdc / www.lacasadic.com

“Indimenticabile il calore di Lucca”

Tra il presente e il futuro, tuttavia, c’è spazio anche per i ricordi: “Lucchese? Il momento più bello è stato quello che ho vissuto durante l’ultima partita, ho rivisto uno stadio pieno di entusiasmo, come non accadeva ormai da diverso tempo. È una città che ha tanta passione, tornata ad accendersi in occasione della gara con il Sestri Levante. Mi porto dietro quel finale, dove si è rivisto il calore delle persone, e ovviamente la grande rincorsa che abbiamo fatto nel girone di ritorno. Abbiamo viaggiato a ritmi da quarto posto, la squadra ha avuto coraggio, ringrazierò per sempre questi ragazzi, il mio staff, il Ds Ferrarese, tutti i dipendenti e i tifosi, che hanno dato tutto fino alla fine. Dispiace solo per l’epilogo amaro, per un paio di settimane ho staccato totalmente. Ho sperato a lungo in un salvataggio”. 

E ancora: “Ho un forte legame con la città, sono dispiaciuto soprattutto per tutta quella gente che aveva a cuore la Lucchese. La ripartenza dall’Eccellenza sarà dura”.Il pensiero finale, invece, è dedicato ai nuovi obiettivi:Ci tengo a ringraziare tutti i dirigenti che mi hanno contattato in questo periodo, significa che hanno riconosciuto qualcosa in me. Ho apprezzato i loro modi. Poi tante cose non sono andate per il verso giusto, ho voluto valutare bene le diverse occasioni che mi sono capitate. Io vivo di entusiasmo, mi piacerebbe sposare un progetto che abbia stabilità, è un fattore fondamentale. Una società che abbia magari obiettivi chiari e onesti, che non illuda la gente”