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Oltre ogni difficoltà: Gorgone e Ferrarese, raggi di luce nella tempesta rossonera

Giorgio Gorgone e Claudio Ferrarese / Credit: Lucchese 1905 e Gazzetta Lucchese

Giorgio Gorgone e Claudio Ferrarese / Credit: Lucchese 1905 e Gazzetta Lucchese

L’allenatore e il Ds sono state due vere guide per squadra e staff durante l’arco della stagione. 

Nell’impresa salvezza della Lucchese c’è, soprattutto, la firma di due figure fondamentali: Giorgio Gorgone e Claudio Ferrarese. Due guide fuori e dentro al campo, che hanno saputo trascinare la squadra verso il grande obiettivo.

Superando gli ostacoli insieme, proteggendosi a vicenda nei momenti difficili e sorridendo in quelli più felici. Anche dopo la gara di Terni del girone d’andata, quando le voci di un possibile cambio in panchina si facevano sempre più insistenti: “Ho piena fiducia nell’operato dell’allenatore, il nostro obiettivo è salvezza”, ribadirà qualche giorno più tardi l’ex Hellas Verona. 

Fiducia reciproca, un rapporto semplice e sincero. E, forse, è stato proprio questo uno dei segreti di una stagione dannata e magica. Sapersi uniti anche quando tutto sembra crollare. Una forza che hanno saputo trasmettere alla squadra, ai dipendenti, a chi è stato vicino al mondo rossonero.

“Proviamo a salvarci, magari qualcosa succederà”, hanno ripetuto costantemente durante questi mesi. Quel giorno, intanto, è arrivato. Obiettivo raggiunto. E nel frattempo è già iniziata una nuova battaglia, quella decisiva: salvare il club anche sul piano societario.

Orgoglio e coraggio, tutta la forza di Giorgio Gorgone

Concentrato, passionale, fedele ai suoi ragazzi. Giorgio Gorgone, insieme al vice Testini e al resto dello staff, è stato un vero e proprio punto di riferimento per la Lucchese durante i mesi difficili, e paradossali, che il club ha dovuto attraversare. Sempre in prima linea, sguardo severo e fiero, contraddistinto dalla presenza fissa di un cappellino che lascia intravedere a malapena lo sguardo di un uomo che, in testa, aveva un solo obiettivo: salvare la sua squadra. Pronto a difendere i suoi calciatori, soprattutto quando è arrivato il momento di far valere i loro diritti.

“Il diritto a essere pagati”, come ha più volte sottolineato in conferenza stampa, “a ricevere rispetto”. Non si è mai tirato indietro, anche quando c’è stato bisogno di far venire a galla la dura verità: “Siamo rimasti da soli, nessuno ha pagato e non credo che lo farà. Ma vi garantisco che ci salveremo a ogni costo”. Una promessa fatta in una fredda notte di febbraio, dopo una vittoria importante, che con il passare tempo si è trasformata in dolce realtà. Leader assoluto, allenatore preparato, simbolo di lealtà in mezzo a tutte le farse societarie. Non si è mai arreso alle difficoltà, e oggi riceve il meritato premio. Una vittoria sul campo, una storia destinata a rimanere impressa per l’eternità.

Giorgio Gorgone in conferenza stampa / cdc / www.lacasadic.com
Giorgio Gorgone in conferenza stampa / cdc / www.lacasadic.com

Passione e costanza: la firma di Claudio Ferrarese

Direttore sportivo, ma non solo, Claudio Ferrarese è stato per la Lucchese anche qualcosa di più. Una stagione divisa a metà, tra la costruzione di una rosa che ha portato alla valorizzazione di diversi elementi (Saporiti e Quirini su tutti) e le difficoltà societarie con cui ha dovuto convivere durante gli ultimi mesi. Il gruppo prima di tutto, anche quando si è trovato a fare i conti con un esonero assurdo e inspiegabile, che per qualche settimana lo ha tenuto lontano dai suoi ragazzi.

Come Gorgone ci ha messo la faccia in più occasioni, andando sempre alla ricerca delle soluzioni migliori per il futuro del club. “A oggi la squadra sarebbe salva, per noi questo sarebbe un motivo d’orgoglio perché noi siamo partiti con questo obiettivo”, aveva dichiarato qualche mese fa. “Nella confusione siamo riusciti a tenere a galla la Lucchese“, parole che riassumono perfettamente il lavoro che ha portato avanti in un anno così difficile. Non ha mai mollato, lavorando instancabilmente giorno e notte e non saltando mai un appuntamento in campo. In allenamento a Saltocchio o in partita, sempre presente accanto alla sua famiglia rossonera. E anche lui, senza i continui ostacoli causati da una gestione societaria a tratti scellerata, avrebbe potuto raccogliere tanto tempo prima i frutti del suo immenso lavoro. Competenza e costanza, in questa salvezza c’è anche la sua grande firma.