Veronese doc cresciuto con il mito di Jay-Jay Okocha: Inter, ecco Richi Agbonifo

Il nuovo centrocampista goleador dell’Inter U23
Cresciuto con l’Hellas Verona e il mito di Jay-Jay Okocha, ecco Richi Agbonifo il centrocampista classe 2006 e nuovo gioiellino dell’Inter U23.
Corsa, tecnica e duttilità tattica ma soprattutto tanti tanti gol, questo il bigliettino da visita di Richi Agbonifo. Nell’ultima stagione di Primavera 1 con l’Hellas Verona si è distinto come uno dei talenti più puri della competizione, nonché miglior marcatore della propria squadra.
Con l’Hellas infatti in stagione sono stati 15 i gol e 11 gli assist messi a referto in 39 presenze. Numeri che hanno attirato non solo l’interesse di grandi club come l’Inter ma anche della Nazionale con cui è arrivata la prima chiamata con l’under 19. Piede destro, ottimo calcio e visione di gioco, oltre a un invidiabile senso del gol e di adattamento in campo, tutte caratteristiche che saranno molto utili a Vecchi.
Agbonifo si aggiunge alla lista dei talenti su cui l’Inter U23 potrà contare per l’inizio della prossima stagione, la prima in Serie C. Per lui sarà la primissima tra i professionisti dove cercherà di mostrare tutto il suo talento, immagazzinando esperienza e minutaggio sempre con un sogno all’orizzonte; esordire in Serie A.
L’amore per l’Hellas Verona e il calcio
Nato e cresciuto a Verona, Agbonifo si definisce orgogliosamente un veronese doc di origini nigeriane. Entra a far parte del settore giovanile dell’Hellas Verona a soli 5 anni grazie a un provino. Nonostante la giovane età emergono subito le qualità del ragazzo; infatti in quella partita Richi segnerà più di tutti gli altri bambini, iniziando così l’avventura con la maglia della propria squadra del cuore. Dai pulcini fino alla primavera, giocando sempre con i più grandi e con un sogno in testa: esordire in Serie A con la maglia del suo Hellas Verona.
Giocare in quello stadio che solo qualche anno prima lo vedeva spettatore dall’ultimo anello dei propri idoli. In un intervista sui canali dell’Hellas aveva dichiarato:” Da quando sono piccolo vado sempre allo stadio se c’è l’occasione. La partita che ho visto al ‘Bentegodi’, indimenticabile, è la Finale contro il Cittadella. Ammetto che sul gol di Di Carmine ho pianto sugli spalti: quel gol di tacco mi ha fatto impazzire. Ricordo lo stadio pieno, la gente, l’aria che si respirava. A nessuno importava che fosse Serie B, perché questo è il Verona, che sia in Serie C, B o A, non importa, lo stadio è sempre pieno”.
Una passione che nasce fin da piccolo quella del calcio, trasmessagli dal papà e dal fratello più grande. “Nella mia famiglia il calcio c’è sempre stato. Mio papà, Omoregie, ci faceva vedere le immagini di Jay-Jay Okocha a me e a mio fratello già da quando eravamo piccolissimi, che era uno degli idoli di mio padre essendo nigeriano.”

Dall’ala all’esterno, la duttilità unita alla classe
Come visto Agbonfio è in grado di ricoprire più ruoli, dall’ala d’attacco al sottopunto, fino al quinto di centrocampo. La corsa e l’intelligenza tattica del ragazzo gli permettono di adattarsi a più stili di gioco, soffrendo poco la posizione in cui viene “adattato” a giocare, anche se lui ha le idee ben chiare su dove si trova meglio:
“Se devo dire il mio ruolo preferito è quello di esterno d’attacco a sinistra, però negli ultimi anni, grazie a mister Sammarco e allo staff, sto crescendo anche nella fase difensiva, e mi trovo a mio agio anche come quinto di centrocampo.”