Raffaele Ioime: “Potenza-Picerno derby particolare, vi dico perché. Io al Napoli? Benitez bloccò tutto”

Le parole dell’ex portiere sul derby della Basilicata e non solo: “Quella volta che sono stato a un passo dal Napoli…”
Domenica 21 settembre alle ore 17.30, allo stadio Alfredo Viviani, andrà in scena il derby della Basilicata tra Potenza e Picerno, rispettivamente al nono e al decimo posto.
A raccontarci meglio l’atmosfera che si respira in queste due piazze, uguali geograficamente ma molto diverse tra loro, è stato Raffaele Ioime, ex portiere di entrambe le squadre. Per lui anche esperienze tra Catania, Matera, Campobasso, Ischia e una piccola parentesi nella seconda serie rumena con l’Uta Arad. Il 22 sulla maglia lo ha sempre caratterizzato e distinto da tutti gli altri. Una scelta curiosa, numero che rappresenta il matto nella smorfia napoletana e che lo rispecchia fino in fondo.
Ecco le sue parole ai nostri microfoni: “Potenza-Picerno è una sfida particolare più che un vero derby. Sono due comunità molto vicine tra loro ma tanto distanti, per non offendere nessuno, nella mentalità calcistica. Perché Picerno è un paesino che ha uno stadio piccolo con un grandissimo presidente e della gente meravigliosa. Nella sua breve storia ha raggiunto la Serie C. Quindi dall’anno di nascita il massimo è stato fatto con Manuel Esposito, mio grande amico”.
“Mentre invece per il Potenza è diverso. Non può essere un derby con il Picerno, perché il Potenza potrebbe ambire quanto meno alla Serie B. Ha una piazza più importante, ha uno stadio più importante, ha più anni di storia e quindi sarebbe anche riduttivo chiamarlo derby. È un derby particolare questo sì, visto che distano soltanto 20 minuti, però il Potenza ha tutte le capacità per ambire alle parti alte della classifica e a un’altra categoria, che è quello che per poco non siamo riusciti a raggiungere insieme”.
Potenza tra odio e amore: “Uno dei momenti più belli della mia carriera, ma quando arrivai…”
A Potenza una storia lunga, difficile ma affascinante: “Se mi parli di Potenza mi vengono subito i brividi“. Ma prima di arrivare in quella piazza c’è un doveroso racconto da fare: “Dopo aver passato un anno e mezzo a Picerno, dovevo andare a Potenza dove non scorreva buon sangue. Allora andai a giocare a Matera, feci la prima partita in Coppa Italia proprio contro il Potenza. Durante quel match parai di tutto, anche un rigore e ovviamente i tifosi potentini si fecero sentire. A fine partita però mi capitò qualcosa di inaspettato. Il mio presidente, Salvatore Caiata, mi abbracciò e mi disse che mi avrebbe portato a Potenza.
Alla fine di quella partita ci venne annunciato la sera stessa di averla persa 3-0 a tavolino, perché io ero squalificato. Allora mi chiamò Caiata e mi disse che mi avrebbe inviato il contratto in bianco, chiedendo a me di mettere la cifra per andare al Potenza. Io gli proposi una cifra alta, per provocarlo e lui me lo rimandò firmato“. Questo piccolo aneddoto portò Ioime a vestire la maglia potentina, raccontandoci anche il primo incontro con i tifosi: “Lo feci la mattina stessa. Mi chiamarono e mi dissero che non mi volevano lì”. E lui: “Oggi indosso la maglietta con il leone, e se avrete fiducia in me vi dimostrerò che non vi siete sbagliati. Potenza mi è entrata nel cuore, è stato uno dei momenti più belli della mia storia calcistica. Com’è avere un coro? Wow, è indescrivibile. Io se fossi rimasto a Potenza avrei continuato a giocare a calcio, è stato bellissimo“.
Ioime: “De Laurentiis voleva un Napoli fatto di napoletani”
Raffaele ovviamente ci racconta anche della sua breve esperienza a Picerno: “Ho giocato un anno e mezzo in D con il Picerno, dove sono stato amato e lodato da tutti. Picerno è una piccola comunità che ti fa sentire uno di loro, anche se sei appena arrivato. Assieme abbiamo raggiunto dei bei traguardi. Arrivai quando avevamo tre punti in classifica ed era dicembre, alla fine ci salvammo all’ultima giornata di campionato. L’anno dopo addirittura i playoff, traguardo che festeggiammo”.
Nel 2014, sfiora la maglia del Napoli: “Il mancato trasferimento a Napoli? È vero. Dopo gli anni a Latina, Aurelio De Laurentis voleva costruire un Napoli fatto da napoletani. Alla fine però Benitez bloccò tutto, nonostante io avessi già fatto un allenamento con loro. Calcioscommesse? Hanno provato più volte a chiedermi dei favori, ecco. Ho sempre risposto di no e spesso ho anche dovuto usare i toni forti, minacciando di chiamare la Procura Federale. Io sono un uomo prima che un portiere. Il mondo del calcio l’ho lasciato a testa alta”. E ora per Ioime si sono aperte le porte dell’imprenditoria: “Ho iniziato grazie a un mio caro amico, entrando da perfetto sconosciuto nel mondo degli arredamenti per la casa. La verità è una. Anche se ora guadagno dieci volte tanto, quello che facevo prima mi rendeva estremamente felice. Oggi lo sono, ma non più di prima“.