Una rovesciata per presentarsi, il Renate scopre Anelli: “Ho accettato subito questa sfida”

Credit: AC Renate
Una pazza settimana conclusa in bellezza: la partita da avversario, il trasferimento al Renate e un gol, all’esordio, che dopo due giornate si candida già come più bello del campionato
Quante cose possono succedere nell’arco di una settimana? A volte in soli sette giorni possono accadere tante cose e, nella vita, tutto può cambiare anche solo da un momento all’altro. Nel calcio, però, questo vale forse ancora di più, specie nell’ultima settimana di mercato.
Sono state proprio le imprevedibili strade del calciomercato a portare Nicola Anelli, promettente attaccante classe 2004, a cambiare maglia a sorpresa nel giro di pochi giorni, andando a giocare per quel Renate che pochi giorni prima era stato suo avversario.
ll 24 agosto, infatti, apriva la sua quarta stagione in Serie C con l’esordio in campionato proprio contro i nerazzurri, con la maglia della Pergolettese: “Non sapevo assolutamente nulla – ha raccontato ai microfoni de LaCasadiC.com – io credevo di rimanere a Crema, anche perché mi sono trovato benissimo. Due giorni dopo la partita poi mi hanno detto che c’era la possibilità di questo trasferimento, ho accettato perché mi è piaciuta subito la sfida“.
A soli sei giorni da quella partita da avversario, si è così presentato al Renate con uno splendido gol in rovesciata, quando il tabellino vedeva la squadra di Foschi sotto 1-0 contro la Giana Erminio: “Ho sempre avuto l’acrobazia nelle mie corde, me l’hanno sempre detto. Però penso che quando fai un gesto tecnico del genere non sia solo bravura, ma ci sia anche una gran parte di fortuna, perché bastava un centimetro per trovare una deviazione. Poi quello che ho detto anche a mio padre è che per provare una rovesciata dal limite dell’area al 90’, quando stai perdendo 1-0, ci vuole un po’ di pazzia. Per fortuna è andata bene”.
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Da avversario al debutto con gol: la settimana di Anelli tra Pergolettese e Renate
In pochi giorni, così, è cambiato tutto per il giovane piacentino: “Non avevo nessuna voce di mercato, ero determinato e pronto ad affrontare la stagione con la Pergolettese, tant’è che quando sono entrato in campo contro il Renate pensavo solo a vincere. Poi il Renate ha insistito molto per avermi, mi sono sentito apprezzato e voluto e ho detto sì“. Un trasferimento ufficializzato alla vigilia della partita con la Giana: “Ho fatto un solo allenamento, la rifinitura del giorno prima. Il mister continuava a chiedermi se avessi capito come giocavano e i movimenti che dovevo fare. Devo essere onesto, non era tutto chiaro al 100%, ma la voglia di giocare è sempre alta e dicevo di sì. Il giorno dopo, la speranza era quella di giocare, ma inconsciamente pensavo di non entrare dopo un solo giorno di allenamento con la squadra. Foschi invece ha deciso di buttarmi nella mischia“.
Entrato in campo al 70′, gli sono bastati 20 minuti per trovare la rete del pareggio dei suoi, con una perla che difficilmente dimenticherà: “È stato veramente bello, perché arrivavo da una stagione in cui non avevano mai segnato. Non è mai facile per un attaccante sopportare l’idea di non fare gol”. Gol poi controllato e convalidato anche col nuovo FVS: “All’inizio non ci ho neanche pensato, sono andato a esultare coi miei compagni perché era un gol che mi serviva tanto. Poi quando ho visto l’arbitro al monitor mi sono un po’ preoccupato, perché non si può mai sapere. Credo sia una novità giusta, perché si dovrebbe diminuire la percentuale degli errori commessi“. Un esordio magico, eppure, a detta sua, non perfetto: “È stato dolceamaro, perché dico sempre che è meglio un gol brutto e vincere che un gol bello e poi pareggiare o perdere. Sono contento per aver segnato, ma dopo la partita io in primis ero inca**ato perché abbiamo fatto solo un punto“.

Un talento che non ha paura di sognare: “La Serie C non mi basta”
Dopo le esperienze con Fiorenzuola e Pergolettese, Anelli si è subito calato alla grande nella nuova realtà, che porta con sé nuovi obiettivi: “Ho trovato un gruppo veramente bello perché mi hanno accolto tutti, dai giovani ai veterani. Siamo un’ottima squadra e possiamo raggiungere ciò che ci siamo prefissati, ovvero fare più punti possibili e partire per vincere tutte le partite. A oggi pensiamo a battere l’Albinoleffe, poi sarà quel che sarà. A livello personale in primis voglio rendermi disponibile per la squadra e per lo staff, perché è con la disponibilità che si entra in un gruppo e lo si aiuta. Come seconda cosa spero di aiutare la squadra anche con le mie giocate e coi miei gol a raggiungere la miglior posizione possibile in classifica”. Non c’è invece un traguardo in termini di gol da raggiungere, non per paura ma per non porsi limiti: “Non c’è mai un tetto e si può sempre fare meglio. Se devo scegliere, preferisco fare zero gol ma raggiungere l’obiettivo di squadra”.
Non porsi limiti, quasi un mantra per uno che nello splendido gol appena segnato vede solo un punto di partenza: “Mi alleno sempre al massimo, perché se arriva il momento in cui ti siedi c’è sempre qualcuno che è pronto a rubarti il posto, nel calcio come nel lavoro e in qualsiasi ambito. Quindi se vuoi una cosa devi lottare per ottenerla. Io sono in Serie C e non è ciò che voglio, perché l’obiettivo di qualsiasi giocatore è arrivare in Serie A, in Champions League e al Mondiale. I sogni sono tanti, ma per raggiungerli bisogna lavorare tanto ed evidentemente di più di quello che sto facendo. Devo lavorare ogni giorno, anche a casa, con delle piccolezze come possono essere l’alimentazione e l’andare a letto presto. Poi serve anche un pizzico di fortuna come nel mio gol“. Sogni che ricalcano anche la sua fede calcistica: “Ammiro Del Piero, per come si atteggiava in campo per me è una leggenda. Tra quelli che ho vissuto di più stimo sicuramente Dybala, come giocatore mi piace e mi ci rivedo, anche se sembra una bestemmia. Maglia della Juve e Nazionale? Quello è un sogno, c’è da lavorare per arrivarci“. Sogni oggi lontani, domani chissà. Perché tutto può cambiare anche in pochi giorni, come nel mercato. O, a volte, basta anche un solo attimo, giusto il tempo di una rovesciata. Questione di lavoro, una giusta dose di sana follia e un pizzico di fortuna.