Dall’AlbinoLeffe all’esordio in Serie A, Grossi racconta Pessina: “Sin da piccolo aveva una reattività fuori dal normale”

Massimo Pessina (IMAGO)
Le parole di Simone Grossi, Responsabile Attività di Base dell’AlbinoLeffe, ai microfoni di LaCasadiC.com sull’esordio di Pessina in Serie A
È successo di nuovo. Un altro giovane passato per il settore giovanile dell’AlbinoLeffe debutta tra i grandi, dopo gli esempi di Doumbia e Zoma negli ultimi mesi, riusciti a mettersi in mostra con le maglie di Venezia e Norimberga. Questa volta è il turno di Massimo Pessina, entrato al posto di Skorupski nel corso della sfida contro il Napoli, coronando il sogno del debutto in Serie A a soli 17 anni. Simone Grossi, Responsabile Attività di Base della società bluceleste ha raccontato ai nostri microfoni gli inizi della giovane carriera del portiere classe 2007: “Era un bimbo che aveva tantissime qualità, da quando faccio questo lavoro faccio fatica a ricordarmi un ragazzino così“.
Un’emozione indimenticabile per chi ha lavorato con l’inaspettato protagonista del pomeriggio della squadra di Vincenzo Italiano: “Avevo la pelle d’oca perché lo conosco da quando era piccolino, aveva 9-10 anni. Tutti pensavamo che sarebbe arrivato, magari non in Serie A così presto, ma non avevamo dubbi. È stata una soddisfazione enorme per tutti, dagli allenatori che lo hanno accompagnato a Gian Paolo Venturelli, preparatore dei portieri“. Ci sono momenti in cui, per davvero, il calcio diventa qualcosa in più di un semplice gioco.
Qualità mai in dubbio, come ricorda Grossi: “Sin da piccolo aveva una reattività fuori dal normale. Si vedeva che sarebbe diventato molto alto e forte“. Ma la forza di Pessina non si limita al campo: “È sempre stato molto umile nonostante le qualità. Spesso giocava solo un tempo, come capita spesso a quell’età. Aspettava sempre il suo turno senza lamentarsi“.
Il percorso di crescita lo ha portato a passare dalla timidezza alla personalità con cui si è preso la porta del Bologna: “Era un bambino un po’ introverso. Inizialmente era timido, poi una volta che ha conosciuto i compagni si è sicuramente aperto di più”. Un’evoluzione che lo ha portato fino al Dall’Ara: “Probabilmente il suo carattere lo ha aiutato contro il Napoli, nella freddezza con cui ha gestito la situazione. Magari a un altro sarebbero tremate le gambe, lui ha mostrato una personalità incredibile e una grande tranquillità“.
L’oratorio
Un viaggio iniziato da Fiorine, piccola frazione del Comune di Clusone, in provincia di Bergamo a circa 45 chilometri dal centro sportivo bluceleste. Tra i campi dell’oratorio, l’AlbinoLeffe Massimo Pessina, che sin da allora. Grossi ha ricordato quei momenti: “È lì che molti bambini muovono i primi passi nel mondo del calcio. Come accade spesso in queste realtà, ci confrontammo con la famiglia, con il parroco e con chi gestiva quella piccola realtà sportiva“.
Tra i segreti del settore giovanile dell’AlbinoLeffe anche una grande attenzione verso la crescita della ragazzo, prima del calciatore. Proprio questa fu una delle chiavi per convincere tutti riguardo all’arrivo di Pessina nel settore giovanile bluceleste: “Volevamo far capire che la nostra attenzione verso i ragazzi va oltre l’aspetto tecnico. Da noi si cresce prima come persone e poi come calciatori“.

Sacrifici
Quarantacinque chilometri a quell’età sono senza dubbio un limite difficile da superare. L’inizio di un percorso fatto di sacrifici, come ha raccontato Grossi: “Massimo e la sua famiglia scelsero l’AlbinoLeffe anche se Zanica non era proprio dietro l’angolo. Erano consapevoli di poter contare sulla società, che ogni giorno andava a prendere Massimo sino a Ponte Nossa (altro piccolo comune in Provincia di Bergamo, ndr). Massimo era sempre il primo a salire e l’ultimo a scendere”.
“Qualche tempo dopo tornammo a Fiorine. Fu un modo per salutare quella comunità che ci aveva accolti con fiducia. Donammo dieci palloni all’oratorio. Fu un piccolo gesto per ringraziare e per ribadire il legame con quegli ambienti che, in fondo, restano parte della nostra storia comune“. Da Fiorine alla Serie A, passando per l’AlbinoLeffe e i sacrifici. Il sogno è diventato realtà.
