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C’è una nuova “BIG” in Serie C: dopo tre giornate è già la rivelazione del campionato

Il fascino delle outsider nel calcio

Negli ultimi anni, il calcio ha mostrato che non servono milioni per fare la storia. In Italia, l’Atalanta è l’esempio perfetto: con un’organizzazione tattica impeccabile e uno scouting brillante, è riuscita a qualificarsi più volte per le coppe europee, sfidando club con budget infinitamente superiori e riuscendo a trionfare in UEFA Europa League nel 2024. Anche il Bologna si conferma spesso in Serie A grazie a scelte intelligenti e una gestione equilibrata, puntando su giocatori giovani e motivati più che su nomi altisonanti.

Altre squadre hanno brillato grazie a generazioni di talenti uniche. Il Palermo degli anni di Dybala e Pastore è stato un modello. Il club siciliano ha saputo scovare giovani campioni e valorizzarli, creando una squadra capace di emozionare e stupire senza spendere cifre folli. La ricetta è chiara: scouting di qualità, visione a lungo termine e un ambiente dove i ragazzi possono crescere.

All’estero, storie come quella del Leicester City hanno stupito il mondo. Nel 2016, le Foxes, con un organico modesto e un budget limitato, hanno conquistato la Premier League. La chiave? Una squadra unita, tattiche intelligenti e un’allenatore leggendario come Claudio Ranieri che ha saputo valorizzare una squadra che era data come prima retrocessa. Il Leicester ha dimostrato che nel calcio possono accadere miracoli quando la strategia supera il denaro.

Queste esperienze confermano che il calcio non è solo questione di soldi: organizzazione, talento e spirito di gruppo possono ribaltare ogni pronostico.

Programmazione e lavoro le ricette giuste

Quando le piccole sorprendono, non conquistano solo punti o trofei, ma anche l’ammirazione del pubblico. Atalanta, Bologna, Palermo e Leicester mostrano che con intelligenza e pazienza anche chi parte svantaggiato può fare la differenza.

Nel calcio moderno, fatto di ingaggi milionari e superstar, le outsider ricordano che il cuore del gioco resta il talento, la passione e la capacità di sorprendere. E proprio le imprese impossibili diventano le storie più memorabili dello sport.

Giuseppe Bruzzaniti - credit: Andrea Iommarini
Giuseppe Bruzzaniti, calciatore del Pineto / Credit: Andrea Iommarini / www.lacasadic.com

Serie C, il Pineto sogna ancora

L’uomo in più del pineto è (ancora una volta) Giovanni Bruzzaniti. Ventiquattro anni e tanta voglia di emergere per l’esterno originario di Melito di Porto Salvo, piccolo comune in provincia di Reggio Calabria, che dopo le 15 reti messe a segno durante l’ultima stagione è pronto a ripetersi. Un’inizio di stagione da 1 rete e 4 assist, ma che non sorprendono la piazza abituata ad assistere a giocate del genere da parte del classe 2000.

Non c’è da sorprendersi se la carriera di Bruzzaniti è decollata da quando è arrivato al Pineto. In questa piccola cittadina nel centro Italia, è da un po′ di anni che si sta facendo qualcosa di grande. Il club infatti,  è riuscito a confermarsi come una delle realtà più solide della terza serie. Risultati che, anno dopo anno, hanno ormai raggiunto una certa stabilità, e l’ultima qualificazione ai playoff è una chiara testimonianza. Tra i segreti, oltre a Bruzzaniti, c’è anche la piena fiducia nei confronti di Ivan Tisci, allenatore giovane ambizioso, che ha portato gli abruzzesi al raggiungimento di traguardi storici. Ora una nuova partenza ‘super’, per tracciare un nuovo confine sulla strada dei sogni