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Dalla serie C italiana… ALLA CHAMPIONS LEAGUE: lo ha dichiarato il presidente granata

pallone champions IMAGO copertina

Il pallone della Champions League - IMAGO - www.lacasadic.com

C’è una squadra che sogna in grande, ed è facile capirne il perché

Il calcio ha sempre saputo regalarci storie bellissime, impossibili ai più ma incredibilmente reali una volta trasportate sul manto verde. Quel campo su cui germogliano i sogni più belli, generando vita e vittorie. All’unisono.

Aspetti che, spesso, si legano in storie di riscatto, anche sociale, ma soprattutto sportivo. Alla fine parliamo di un gioco. Ma è un gioco che trova bellezza proprio nel suo modo di ribaltare i valori. Succede, allora, che chi rincorre si ritrova a guidare. Succede, insomma: a chi ci crede davvero.

Ci è capitato tantissime volte di doverci credere. In Italia con l’Atalanta, all’estero con il Leicester. Sono parabole sportive che inglobano nel loro percorso, di sviluppo e concretezza, un significato ancora più profondo. Che va oltre il pallone, oltre i colori, oltre ogni barriera e fede. Sono disegni esistenziali che, in qualche modo, ci guardano da vicino.

Ammettiamolo: almeno una volta abbiamo sognato di essere noi, i protagonisti. Perché il calcio, infondo, lo concede a tanti, quel sano desiderio di riuscita. Pochi, però, sanno farselo amico e compagno di avventure. In quei pochi, al contempo, c’è una parte di tutti noi. Tutti.

Da zero a cento: ecco chi ce l’ha fatta

Parlavamo di Atalanta e Leicester, in precedenza. Sicuramente, le realtà che più delle altre ci hanno permesso di credere alle favole. Ma, lo dicevamo all’inizio, il calcio ha sempre saputo regalarci storie bellissime. E per sempre, si intende sempre. Impossibile, in tal senso, non citare le imprese delle due veronesi: l’Hellas che vince lo scudetto da una parte, il Chievo che sbraccia tra le big d’Europa dall’altra. Imprese scolpite nel marmo. Come il Napoli di Maradona, come la Sampdoria di Vialli e Mancini.

Per poi ritornare all’estero. Come dimenticare il Porto di Mourinho, trionfante in Champions League – contro tutto e tutti – nella stagione 2003/2004? Senza dimenticare l’Ajax che travolge il Real Madrid al Bernabeu, o il Nottingham Forest a capo dell’Europa. Del resto, lo dicevamo proprio all’inizio… Solo il calcio sa essere così bello.

Festeggiamenti dopo il gol - credit: Ravenna FC - www.lacasadic.com
Festeggiamenti dopo il gol – credit: Ravenna FC – www.lacasadic.com

Ravenna, il sogno del presidente Cipriani: “Se andiamo in A voglio la Champions”

E allora perché porsi dei limiti? Impossibile mettere un freno, quando questo sport premia chi fatica. E’ proprio questa consapevolezza, a guidare i sogni del Ravenna. Pardon: del lanciatissimo Ravenna di Marchionni. Che, da neopromossa della Serie C, sta letteralmente facendo il devasto. Parola ai numeri: 8 partite, 7 vittorie, vetta della classifica. Vige un verbo: osare. Propugnato anche dal patron granata, Ignazio Cipriani.

D’altronde, perché porsi dei limiti? Le parole del numero uno romagnolo, infatti, profumano di ambizione crescente. A tratti folle, ma inebriante: “L’ambizione ci deve essere sempre, altrimenti l’entusiasmo svanisce. Se arriveremo in B, l’obiettivo sarà la A. Se arriveremo in A, l’obiettivo sarà la Champions”. Chissà che non dovremo presto credergli: in ogni caso, saremmo pronti.