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La nuova vita del recordman Fumagalli: “Avevo proposte indecenti, ma ora penso ai portieri del futuro”

credit: Messina

La nostra intervista all’ex portiere, recordman di presenze in Serie C: la sua nuova vita dal progetto academy fino all’esperienza in Kings League

Per chi ha seguito la Serie C negli ultimi 15 anni, non servirebbero presentazioni per parlare di chi in questo arco temporale ha costruito il record di presenze nella storia della categoria.

Con quasi 700 partite totali, Ermanno Fumagalli è diventato un simbolo della Lega Pro, lasciandola solo a 42 anni dopo l’ultima stagione da calciatore con la maglia del Messina.

Una figura inconfondibile tra i pali, dalle non spiccate doti fisiche, alto “solo” 180 centimetri, ma non per questo meno agile e affidabile. Un po’ il Sommer della Serie C, come a lui stesso piace dire: “Come tipologia di portiere mi rivedo in lui – racconta ai microfoni de LaCasadiC.com soprattutto a livello di altezza. È arrivato lì con lavoro e sacrificio, nessuno gli ha regalato niente“.

Della sua carriera ricordiamo una promozione conquistata con l’Avellino e un’altra solo sfiorata in due occasioni col Piacenza. Senza dimenticare le altre prestigiose squadre da cui è passato: andando a ritroso, Foggia (riportata in C nel 2020), Casertana e Juve Stabia, giusto per dirne tre: “Tutte le società in cui sono andato mi hanno dato tanto e spero di aver ricambiato almeno in parte. Ovunque sono diventato uno di loro e forse non ho ancora restituito tutto ciò che mi è stato dato“.

L’addio al campo e il nuovo progetto: “Il calcio è stato la mia vita, ora voglio creare i nuovi Fumagalli”

Dopo l’ultima stagione, il portiere più longevo del campionato ha deciso di voltare pagina: “Il calcio è stato la mia vita, però penso di aver dato tutto e di non avere rimorsi. L’unico rimpianto è quello di non aver avuto quei 4 o 5 centimetri in più, che purtroppo non si possono comprare. Sono felice di quello che ho fatto, ora mi dedico alla mia famiglia e alle mie attività. Un piccolo rammarico è quello di non aver mai giocato in Serie B, mentre la più grande soddisfazione è l’essere stato apprezzato prima come uomo e poi come giocatore, perché il calciatore passa, mentre l’uomo rimane nella mente delle persone“.

E per una pagina importante che si chiude, ce n’è un’altra che inizia: “La scorsa estate è nata la mia academy, con cui voglio creare dei nuovi Fumagalli. Ho 32 ragazzi e li alleno con la mia metodologia. È il mio orgoglio, perché cerco di trasmettere quella che per tutta la mia vita è stata la mia dedizione al lavoro e al sacrificio, senza la quale non si va da nessuna parte. Cerco di farli crescere nel modo giusto, senza illudere e facendo capire, anche ai genitori, che il percorso di un ragazzo è lungo e con tante salite. Sono felice di dare una mano a questi ragazzi per far sì che il loro sogno si realizzi. Futuro? Adesso sono focalizzato sulla mia academy, che continuerà per sempre, ma non so cosa mi possa riservare“.

Credit: Messina

Quel telefono che continua a squillare: “Mi hanno chiamato fino al 28 marzo”

Ma, anche se la decisione del ritiro era ormai presa, c’è chi ha provato a convincere Fumagalli a continuare: “Mi hanno chiamato fino al 28 marzo, che era l’ultimo giorno utile per tesserare gli svincolati, ma ormai avevo deciso. Sono arrivate anche proposte indecenti a livello economico, però avevo già il mio progetto dell’academy a cui non mi andava di togliere tempo e ho deciso con la mia famiglia che era giusto ringraziare e rifiutare. Credo che qua si capisca chi è Fumagalli, perché un altro magari sarebbe andato di fronte a queste proposte. Io invece non volevo rischiare nemmeno di essere ricordato come uno strapagato che poi non ha fatto la differenza“.

A una sola chiamata ha ceduto, quella della Kings League: “All’inizio ero entusiasta, ma non fa per me. Purtroppo questi tiktoker e influencer che parlano di calcio non ne conoscono le reali dinamiche. Non dimentichiamoci che la Kings League è una cosa, il calcio è un’altra, poi magari è colpa mia che non mi sono calato davvero nella competizione“. Dopo 6 partite come wild card dei Punchers, quindi non lo rivedremo nel torneo ideato da Gerard Piqué: “Per me il calcio vero è uno solo ed è quello che ho fatto per 25 anni, quindi non tornerò“.

Gli ultimi veri momenti vissuti in campo rimarranno quelli della passata stagione a Messina. Quella del record di presenze e soprattutto quella in cui è arrivato a condividere il campo col figlio Jacopo: “Il record di presenze in Serie C è motivo d’orgoglio, come anche aver condiviso il campo con mio figlio. Quello è stato l’input che mi ha portato a decidere di chiudere così“. Una chiusura di un cerchio. Romantica, umana. Perché questo è Ermanno Fumagalli.