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Ho vinto lo scudetto, ma devo lasciare il club: l’allenatore ha rescisso | COMUNICATO UFFICIALE

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Tra lavagne tattiche e spogliatoi da gestire

L’allenatore, nel calcio moderno, non è più solo un uomo con fischietto e cronometro. La sua figura si è evoluta: è un gestore di pressioni, un motivatore, un comunicatore e spesso anche un parafulmine.

Da Trapattoni a Guardiola, da Sacchi a De Zerbi, il ruolo richiede oggi una visione totale del gioco, ma anche competenze relazionali, tecnologiche e psicologiche. Allenare non è più solo scegliere l’undici titolare: è creare identità.

Guardiola è il simbolo dell’allenatore “manager totale“, capace di costruire un modello di gioco che va oltre il campo. Klopp incarna la leadership emotiva, mentre Farioli rappresenta la nuova generazione italiana, fatta di idee fresche e adattabilità. Il lavoro quotidiano nel calcio di oggi conta moltissimo, ne se qualcosa Luciano Spalletti, uno dei migliori allenatori italiani che è appena stato esonerato dalla nazionale, non riuscendo a incidere come aveva fatto a Napoli.

Ma gli allenatori non vivono di rendita. Possono vincere un campionato e trovarsi senza panchina pochi mesi dopo, come successo a Ranieri a Leicester, piccolo club inglese capace di vincere una storica Premier League nel 2016, ma che 8 mesi dopo ha esonerato il tecnico per mancanza di risultati positivi.

Quando la panchina scotta, tra esoneri e dimissioni

Spesso il problema non è tecnico, ma gestionale. Eppure anche grandi maestri della gestione sono andati incontro a esoneri recenti, come Allegri e Mourinho che in bacheca vantano una collezione infinita di trofei e risultati. La figura dell’allenatore resta centrale, ma troppo spesso sacrificata sull’altare dell’immediatezza.

In Serie A la media è di 15 esoneri a stagione, mentre nelle categorie inferiori come la Serie B o la Serie C il numero sale vertiginosamente. Il calcio moderno chiede risultati immediati, senza pazienza e questo crea molta pretesa da parte delle società.

Il Livorno – credit: US Livorno – www.lacasadic.com

Livorno, Indiani ai saluti

L’avventura di Paolo Indiani a Livorno è durata appena una stagione, ma è bastato per conquistare l0 scudetto di Serie D e la conseguente promozione in Serie C. Indiani, vincitore di 3 campionati di Serie D negli ultimi 4 anni, si separa dal club toscano dopo una stagione ricca di soddisfazioni, e voci riportano come sia pronto a ricominciare subito da Grosseto, altra nobile decaduta.

Questa la nota ufficiale del club: “Unione Sportiva Livorno comunica di aver rescisso in data odierna il contratto di Paolo Indiani. Nel ringraziare il mister per lo splendido lavoro di questa stagione, coglie l’occasione per augurargli in bocca al lupo per le prossime avventure professionali“.