Home » L’allenatore vuole lasciare il club: “Ha chiesto la risoluzione” | Il club si ritrova senza guida durante la sosta

L’allenatore vuole lasciare il club: “Ha chiesto la risoluzione” | Il club si ritrova senza guida durante la sosta

Pallone serie A credit gdm copertina

Pallone Serie A - credit gdm - www.lacasadic.com

Colpo di scena per il club: la scelta dell’allenatore coglie tutti impreparati!

L’allenatore è la figura chiave per ogni progetto tecnico che si rispetti. Virare su un profilo piuttosto che un altro determina tanto. Se non proprio tutto. Scelte di mercato, filosofia di gioco, prontezza nel gestire problemi e insidie: ecco perché un casting accurato può contribuire alla fisionomia e alla crescita di tutto un club.

Un esempio concreto risiede sicuramente nella decisione del Napoli di affidare la panchina ad Antonio Conte. Senza troppi giri di parole: uno dei migliori allenatori del nostro calcio. Preso dopo una stagione horror, l’ex Juventus e Inter ha letteralmente stravolto la pianificazione del club partenopeo, incentivando investimenti e lavorando su ”anema e core” del gruppo per ricostruire una mentalità vincente. Detto, fatto: azzurri campioni d’Italia e ora più che mai credibili, forti e solidi.

Il salentino si conferma così un tecnico di caratura, capace di far rendere al massimo tutti i giocatori che allena. A patto, ovviamente, che aderiscano in tempi brevi al suo credo sportivo. Altrimenti, ecco la sterzata sul lato B della medaglia: tensioni, frizioni, distanza. E addii precoci, come successo in tante delle sue avventure.

Conte ha abbandonato navi da lui stesso forgiate e indirizzate sulla strada dei grandi. Bari e Siena dopo due promozioni in massima serie, Juve al culmine di un ciclo etereo, Inter per questioni di mercato, Chelsea e Tottenham per problematiche affini. Anche Napoli ha rischiato di perderlo, seppur per poco: lo strappo, vero o presunto, è stato ben presto ricucito. A differenza di quanto accaduto nelle ultime ore.

Addii fulminei: gli allenatori che lasciano subito

Allenatori che rescindono, allenatori esonerati, allenatori che dicono basta: sfogliando la storia, è possibile consultare numerosi esempi di progetti tecnici pensati, abbozzati e poi subito accartocciati. L’ultima questione, in ordine di tempo, è sicuramente quella relativa a Erik ten Hag, allontanato dal Bayer Leverkusen dopo sole due giornate di campionato e tre partite ufficiali. Restando all’estero è impossibile non citare gli addii fulminei in salsa portoghese di Sinisa Mihajlovic e Luigi Del Neri, allontanati rispettivamente da Sporting Lisbona e Porto ancor prima di iniziare la stagione ufficiale.

Spostandoci in Serie A, invece, si ricordano le dimissioni-lampo di Davide Ballardini nella stagione 2016/2017: allenava il Palermo ed era reduce da un pareggio sul campo dell’Inter. Nerazzurri che, annata 2000/2001, stracciarono il contratto di Lippi dopo solo 90 minuti di campionato. Complici i risultati, certo, ma complice anche un feeling mai nato con la piazza: stessa cosa accadde a Gasperini, esonerato dai meneghini alla quarta giornata del campionato 2012/2013. Certi episodi, però, possono succedere anche in Serie C. Come testimoniato dall’ultima casistica.

Braglia allenatore del Campobasso
Braglia allenatore del Campobasso, crediti Campobasso Fc, www.lacasadic.com

Rimini, rescissione consensuale per Braglia

Come raccontato, è il Rimini ad aver affrontato i primi smottamenti stagionali. Complice una situazione societaria instabile, l’allenatore Piero Braglia ha chiesto e in seguito firmato la rescissione consensuale del contratto che lo legava alla realtà biancorossa.

Arrivato in estate dopo l’esonero incassato dal Campobasso, l’esperto allenatore è stato travolto dagli eventi avversi insieme a tutto il club, abbandonando la nave dopo sole due partite e un punto conquistato. Il Rimini dovrà ripartire senza di lui, ma dovrà soprattutto sbrogliare tutti i deficit strutturali che ne hanno colpito le fondamenta.