LASCIAMO LA CITTA’: scontro presidente-Comune | Il club ora è senza stadio

Pallone Serie A (Imago)
Ecco le conseguenze dopo lo scontro con il presidente
Come capita sempre più spesso lo scontro tra le società o i presidenti per questioni legate allo stadio sono sempre più centrali nel calcio italiano.
L’ultimo esempio nella testa di tutti sarà sicuramente la lunga trafila che ha legato la cessione di San Siro a Milan e Inter dopo anni di trattative.
Poche settimane fa è stato ufficializzato il definitivo passaggio di proprietà di San Siro alle due squadre di Milano che ora potranno dare il via alla costruzione del nuovo e attesissimo stadio.
Non sempre però le storie di questo tipo trovano un lieto fine, il calcio italiano di questi anni ne è una rappresentazione, specialmente se paragonato al calcio estero.
I nuovi stadi
Uno dei tanti problemi che caratterizza il campionato italiano è “l’arretratezza” degli stadi, ormai quasi tutti troppo datati e non più considerabili moderni. Se Milan e Inter si sono mossi a proposito, c’è anche la Roma pronta da diversi anni a seguire queste orme.
Vanno confrontati questi stadi con gli ormai super stadi inglesi, sempre più importanti e moderni. Il tutto porta sempre a una richiesta sempre più assillante verso stadi più moderni in Italia, il che porta sempre più spesso a scontri contro il comune i quali possiedono nella maggior case gli stadi nelle rispettive città.

Lecco, Aliberti: “lasciamo il Rigamonti-Ceppi”
Il Lecco, terzo in classifica a pari punti con l’Union Brescia e reduce da un travolgente 5-1 sull’Arzignano Valchiampo, vive un momento di grande fiducia. Ma il presidente Aliberti è intervenuto per chiarire diversi aspetti legati alla società, in particolare la questione stadio, chiedendo un confronto con il sindaco Gattinoni e la sua amministrazione, avvertendo che in mancanza di risposte concrete la squadra potrebbe essere costretta a cambiare casa.
Ecco le parole del presidente del Lecco sul rapporto con il comune: “Non è cambiato granché, subentra la tigna. A inizio anno il mio sconforto era dettato dall’atteggiamento dell’amministrazione comunale. Spendere soldi per una cosa – che mi piace e mi appassiona enormemente – da lasciare poi al Comune… Allora non ci sto. Oggi non ho questo sconforto, sicuramente troverò delle cose diverse perché dialogo da un anno e mezzo tra promesse e mezze promesse: ho avuto un incontro due settimane fa e siamo tornati al punto di partenza, non faccio politica ma non voglio essere preso in giro. Per me il discorso con loro è chiuso”.
