Mi spiace, mamma dice che devo studiare | CONTRATTO RESCISSO IN SERIE C: si è iscritto all’università

ragazzo che studia, Pexels
Il giocatore ai saluti con il club, rescinde il contratto e si iscrive all’Università dopo aver ottenuto una borsa di studio.
Il sogno di ogni bambino che calcia un pallone è quello di diventare un calciatore. Magari arrivare a giocare in Serie A e in Nazionale, sentire la musichetta della Champions League. Ma anche solo arrivare ad avere delle presenze tra i professionisti è un traguardo notevole, soprattutto per chi viene da realtà piccole dove per mille motivi è difficile emergere.
Passare dai campi polverosi dei dilettanti all’erba luccicante dei più blasonati stadi di Serie A è una cosa per cui tanti giovani darebbero tutto. E quanti sacrifici, sudore, rinunce si fanno per raggiungere questo sogno.
Arrivare in alto nel mondo del calcio è la conseguenza di diversi fattori. Per esempio nascere in una realtà geografica dove la cultura del calcio è radicata e praticata a un certo livello può aiutare. Il supporto della famiglia è certamente un altro elemento fondamentale. Ma la base di tutto è la passione, quella che ti porta a rinunciare a tante cose pur di arrivare.
Molti giovani non arrivano al loro obiettivo proprio per l’incapacità di fare rinunce e sacrifici per inseguire l’obiettivo. Non è semplice dire di no alle uscite con gli amici, andare a letto presto la sera in vista della partita il giorno dopo. Oppure saltare una festa perché c’è l’allenamento.
Studiare o giocare a calcio, il bivio di tanti giovani
Il calcio è un mondo che può dare tanto, soprattutto se si arriva a certi livelli. Non solo in termini economici, ma anche di soddisfazioni. E poi fare della propria passione un lavoro è il massimo a cui tutti aspirano, perchè sembra di non lavorare affatto.
C’è chi invece vede il calcio come un semplice hobby, una passione da condividere con gli amici nel tempo libero e niente più. Per affermarsi lavorativamente scelgono la via dello studio, magari consapevoli che non potranno fare del calcio il loro mestiere. Ma fare il percorso inverso? Diventare calciatori professionisti e poi ritirarsi per dedicarsi allo studio? Follia pura direbbero in tanti, eppure c’è chi questo passo lo ha compiuto per davvero.

Picerno, Santi risolve il contratto: continuerà gli studi in economia
Pietro Santi, terzino del Picerno, ha risolto il proprio contratto che lo legava al club. Infatti, il 22enne ha ottenuto una borsa di studio che gli permetterà di frequentare la Hofstra University di New York, in cui continuerà gli studi in economia. Quando lo studio prevale sulla passione per il calcio. A molti potrà sembrare strano, ma ci sono stati altri casi.
Alla Reggiana, il capitano Alessandro Spanò si ritirò a 26 anni, una settimana dopo la promozione in Serie B. Si laureò 24 ore dopo la finale dei playoff vinta contro il Bari e, dopo aver ottenuto una borsa di studio che gli permise di iscriversi in una Business School internazionale, lasciò il calcio giocato.