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Non ha superato le visite mediche: l’attaccante rispedito al mittente | Ora però il mercato è chiuso

Pallone Serie A 2024/25, credit Andrea Rosito | lacasadic.com

Pallone Serie A 2024/25, credit Andrea Rosito | lacasadic.com

Quando le visite mediche non bastano: quanti casi di trattative saltate durante i mesi di calciomercato.

Le visite mediche rappresentano, nell’immaginario collettivo, l’ultimo passo prima dell’annuncio ufficiale di un trasferimento. Nella maggior parte dei casi, il superamento di quei test clinici sancisce la chiusura della trattativa, con foto di rito e firma sul contratto. Tuttavia, il mondo del calcio ha dimostrato più volte che neppure quel momento apparentemente definitivo è garanzia assoluta di successo: alcune operazioni sono saltate proprio dopo l’esito degli esami o per questioni sopraggiunte in extremis.

Uno degli esempi più celebri in Italia riguarda Patrik Schick. Nell’estate 2017 l’attaccante ceco era a un passo dalla Juventus, con visite mediche già effettuate. I test, però, avevano evidenziato alcune anomalie che portarono il club bianconero a frenare e infine a rinunciare all’acquisto. Schick finì poi alla Roma, cambiando radicalmente il suo percorso professionale. Quel caso rimane ancora oggi emblematico per comprendere quanto le visite possano incidere sul destino di un calciatore.

Quest’estate un episodio analogo ha riguardato Victor Boniface e il Milan. L’attaccante del Bayer Leverkusen, era stato individuato dai rossoneri come il rinforzo offensivo adatto per Max Allegri, tanto da arrivare a Milano per i controlli di rito. Poi, però, tutto si è arenato: valutazioni economiche, tempistiche e dubbi legati alla sua tenuta fisica hanno convinto il club a fare marcia indietro. Un colpo di scena che ha lasciato i tifosi con l’amaro in bocca, e rossoneri che hanno virato su Nkunku del Chelsea.

Questi casi dimostrano come le trattative non siano mai davvero chiuse fino alla firma. Le visite mediche, al contrario di quanto si pensi, non rappresentano un atto puramente formale, ma un passaggio cruciale in cui società e staff sanitari si assumono responsabilità importanti. Un dettaglio emerso in quei test può cambiare il corso di un’intera operazione di mercato.

Tra rischi, valutazioni e strategie

Saltare una trattativa dopo le visite mediche può sembrare un fulmine a ciel sereno per i tifosi, ma per i club rappresenta spesso una scelta ponderata. Investire milioni su un calciatore che non offre garanzie fisiche o economiche sarebbe un rischio troppo grande.

In un calcio sempre più veloce e mediatico, queste vicende restano eccezioni, ma anche moniti. Ricordano che dietro ogni annuncio ci sono controlli rigorosi, strategie di mercato e decisioni che possono cambiare il destino non solo di un giocatore, ma anche di una società intera.

Andrea Ferretti, DS Brescia
Ds Andrea Ferretti / Credit: Union Brescia / www.lacasadic.com

Union Brescia e il “caso” Tumminello

Andrea Ferretti, direttore sportivo dell’Union Brescia, ha tracciato un bilancio positivo del mercato estivo: “Grazie al supporto della società ho potuto operare con un budget adeguato, puntando su giocatori affamati ed esperti, più funzionali che di nome. L’obiettivo è costruire una squadra equilibrata e umile, capace di imporsi nel Girone A di Serie C, con la convinzione che ora sia il campo a dover parlare dopo le prime due giornate di campionato“.

Tra i casi più discussi quello di Marco Tumminello: valutato e trattato a lungo (con tanto di visite mediche), l’attaccante scuola Roma era ormai destinato al Brescia ma, l’interesse del Benevento ha ribaltato la situazione portando il centravanti e il suo entourage a dire sì alla proposta dei giallorossi.