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Penalizzazione confermata dalla Lega: è RETROCESSIONE | Club distrutto in tribubale

Il pallone della Serie B (IMAGO)

Il pallone della Serie B (IMAGO)

Tra promozioni sospese, retrocessioni a rischio e colpi di scena giuridici, la stagione sta per vivere un momento topico.

Ogni fine stagione, il calcio regala emozioni forti con il suo intricato gioco di verdetti tra promozioni e retrocessioni. Le squadre che riescono a mantenere costanza e rendimento durante l’arco del campionato si guadagnano il diritto di salire di categoria, tra festeggiamenti sfrenati e sogni che diventano realtà. Non è solo una questione sportiva: la promozione rappresenta un salto economico, mediatico e d’immagine, con ricadute importanti anche per sponsor, tifoserie e territori interi.

Dall’altra parte, la retrocessione è spesso un incubo che si materializza negli ultimi minuti della stagione. Errori di gestione, scelte tecniche sbagliate o semplicemente una rosa non all’altezza possono condannare una squadra a scendere di categoria. La retrocessione non è solo una questione di punteggio, ma un evento che può rimettere in discussione interi progetti, far crollare bilanci e allontanare investitori. In alcuni casi, il destino di un’intera società può cambiare per sempre.

La suspense cresce agli spareggi: playout che rischiano di slittare o addirittura annullare, con tifoserie sul piede di guerra e giornali pronti a sfornare titoli sensazionali. Nel frattempo, le società preparano ricorsi, appelli, e contromisure legali.

Con la stagione ormai giunta a termine, la tensione delle aule federali è palpabile. Ogni penalizzazione, ogni punto tolto o conservato, può valere non solo la salvezza o la gloria, ma anche la continuità o il tracollo finanziario di un club.

Quando il calcio va a processo

Le penalizzazioni rappresentano un capitolo a sé: sanzioni severe, inflitte per violazioni regolamentari o gestionali, possono togliere punti cruciali in classifica, a prescindere da quello che succede in campo. Un mix letale di sport e burocrazia.

Di fronte a queste decisioni, spesso si apre la partita più crudele: quella dei ricorsi. Ogni club tenta l’ultima carta – come se il campionato non fosse già abbastanza. E mentre alcune squadre insorgono, altre ritirano appelli, decretando così il proprio destino.

Borrelli con la maglia del Brescia, credit: IMAGO / www.lacasadic.com
Borrelli con la maglia del Brescia, credit: IMAGO / www.lacasadic.com

Il Brescia rinuncia al ricorso sulla penalizzazione

Il Brescia ha deciso di rinunciare al ricorso sulla penalizzazione inflittagli. Questo significa che il club non proverà più a opporsi ai punti tolti e affronterà le conseguenze: una retrocessione in Serie C, confermata dalla Corte Federale d’Appello con comunicazione ufficiale del 10 giugno 2025.

L’addio all’appello sancito dal club – e firmato da Massimo e Edoardo Cellino – estingue il procedimento e rende definitiva la sanzione: 8 punti di penalizzazione (4 da scontare nell’immediato e 4 nella prossima stagione), che inevitabilmente hanno spinto il Brescia alla caduta in C.