“Primo aereo” per Bologna: dalla finale di Champions alla Serie A | Colpo folle in attacco

Bologna squadra credit IMAGO / www.lacasadic.com
I Campioni che sfidano il tempo
Una volta, superati i trent’anni, un calciatore era considerato vicino al tramonto. Oggi, invece, l’età anagrafica è sempre meno un limite e sempre più una statistica da leggere con cautela.
Il Totem del movimento è l’intramontabile Cristiano Ronaldo, classe 1985, che ha appena vinto da protagonista (con gol in semifinale e finale) la UEFA Nation League con il suo Portogallo, arrivando a quota 938 gol in carriera da professionista, più della metà dopo i 30 anni, e vincendo la sfida a distanza con la nuova stella del calcio mondiale, Lamine Yamal, che di anni ne ha 17.
Ma non è un caso isolato: Thiago Silva ha dato solidità alla difesa del Chelsea fino ai 40 anni, Luka Modrić, che a settembre farà 40 anni, è ancora protagonista con la nazionale croata e si appresta a firmare con il Milan, e l’immenso Gigi Buffon, che ha difeso la porta del Parma fino ai 45 anni, con una carriera alle spalle di oltre 25 anni.
Allenamenti mirati, alimentazione scientifica e mentalità vincente sono gli ingredienti della giovinezza eterna. E se questi sono i risultati, possiamo aspettarci ancora qualche anno di attività per questi “vecchietti“.
L’arte del sacrificio e la solitudine del nove
Essere attaccanti significa anche accettare l’isolamento, i pochi palloni giocabili, le critiche nei momenti di digiuno. È un ruolo esposto, vissuto in bilico tra l’apoteosi e la frustrazione. Ma è anche un’arte nobile, fatta di letture, movimenti e intuizioni che sfuggono all’occhio meno attento.
Spesso si dice che i grandi bomber sappiano essere decisivi toccando pochi palloni. È vero: ciò che distingue un buon attaccante da un fuoriclasse è la capacità di trasformare in oro anche l’unica occasione di novanta minuti. Un attimo, un movimento, un tiro: l’essenza del calcio è tutta lì.

Arrigoni consiglia Džeko al Bologna: “Prenderei il primo aereo per portarlo qua”
Daniele Arrigoni, ex allenatore tra le tante del Bologna e oggi coordinatore delle Nazionali di San Marino, in una lunga intervista concessa al Corriere dello Sport ha consigliato ai felsinei di mettere sotto contratto il bomber bosniaco Edin Džeko. Queste le sue parole: “Ho letto che il Bologna lo vuole, sapete cosa penso? Che se fossi in loro prenderei il primo aereo per portarlo a Casteldebole. L’età non conta, fa ancora la differenza e consentirebbe a Castro e Dallinga una crescita migliore“.
Per Džeko si tratterebbe di un ritorno in Italia, dopo le esperienze molto positive con Roma e Inter. Il bosniaco arriva a Roma nel 2015 e ci resta per sei stagioni, diventando il miglior marcatore straniero della storia del club, nonché il terzo assoluto, ereditando da Daniele De Rossi la fascia da capitano nel 2019. Nel 2021 si trasferisce all’Inter, con cui vince due Supercoppe italiane (2021 e 2022) e due Coppe Italia (2021-2022 e 2022-2023). Poi il Fenerbahçe con Mourinho e adesso il possibile ritorno in Italia, per continuare a fare ciò che ha sempre fatto, segnare.