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Ricaduta per il bianconero: “Problema all’adduttore” | Lo ha rivelato il tecnico in conferenza

Pallone Serie A (Imago)

Pallone Serie A (Imago)

Gli infortuni che hanno fatto la storia del calcio

Nel calcio, pochi momenti sono più drammatici di un infortunio improvviso. Un secondo prima il pubblico esulta, quello dopo resta in silenzio. Le lacrime, le mani sul volto e lo stadio ammutolito raccontano tutto: non è solo dolore fisico, è la paura di vedere un sogno spezzarsi. Nella storia di questo sport, alcuni infortuni sono diventati simboli indelebili, episodi che hanno segnato carriere e generazioni intere.

Tra i casi più celebri c’è senza dubbio quello di Ronaldo “Il Fenomeno”, il talento brasiliano capace di far sembrare facile l’impossibile. Nel 1999 e poi nel 2000, i suoi due gravi infortuni al ginocchio con l’Inter sconvolsero il mondo del calcio. Il suo ritorno, culminato nel Mondiale del 2002 vinto da protagonista, fu una delle storie di rinascita più emozionanti di sempre: la dimostrazione che la grandezza di un campione si misura anche nella sua capacità di rialzarsi.

Un altro momento rimasto impresso nella memoria collettiva è quello di Eduardo da Silva, giovane stella dell’Arsenal di Wenger. Nel 2008 un intervento durissimo di Martin Taylor gli spezzò tibia e perone, lasciando il pubblico dell’Emirates sotto shock. Eduardo tornò a giocare dopo mesi di riabilitazione, ma la magia di prima non tornò mai del tutto.

Non meno significativo è l’infortunio di Alessandro Del Piero nel 1998, quando un movimento innaturale del ginocchio sinistro lo mise fuori causa per quasi un anno. Quell’incidente sembrava poter interrompere la carriera del simbolo juventino, ma Del Piero tornò più maturo, più forte e più leader di prima. Da quel dolore nacque il “nuovo” Pinturicchio, bandiera di una Juve vincente e di un calcio fatto anche di resilienza.

Le cicatrici che cambiano il destino

Ci sono infortuni che cambiano la storia del calcio. Come quello di Marco Van Basten, costretto a dire addio al calcio a soli 28 anni dopo una serie infinita di operazioni alla caviglia. Il suo talento, cristallino e inarrivabile, si spense troppo presto, lasciando dietro di sé la sensazione di un capolavoro incompiuto. Se la sua carriera non fosse stata spezzata, forse oggi parleremmo di uno dei più grandi di tutti i tempi, al pari di Messi, Maradona, Pelè e Cristiano Ronaldo.

Ma il calcio, come la vita, è fatto anche di ferite che insegnano. Ogni volta che un giocatore cade e poi si rialza, il pallone ritrova il suo significato più autentico: la passione, la lotta, la rinascita. Dietro ogni infortunio c’è una storia di coraggio, e in quelle cicatrici si nasconde la vera essenza di questo sport: la capacità di non arrendersi mai.

Tomei in conferenza stampa pregara
Tomei – Credit Ascoli Calcio – www.lacasadic.com

Nella conferenza stampa pre Pontedera, gara poi vinta 5-0 dai bianconeri, Tomei ha fatto il punto sui singoli e sulla questione infortuni: “Guiebre ha avuto un problema all’adduttore, servirà qualche settimana, mi dispiace perché il ragazzo si stava rimettendosi ma chi prenderà il suo posto sa cosa deve fare. Rientra Ndoj dalla squalifica, per il resto a parte Del Sole sono tutti a disposizione. Cozzoli sta crescendo dopo i problemi alla schiena della scorsa stagione. E’ un ragazzo serio, sta lavorando tanto, ci sarà spazio anche per lui, lo ritengo pronto in caso di bisogno. A sinistra abbiamo lui, Pagliai e Nicoletti: valuteremo domani”.

Continua: Corazza ha avuto qualche problemino nelle settimane scorse, è stato fermo anche per queste ragioni, col Bra c’è stata la possibilità di dargli minutaggio. Ribadisco che in quel ruolo è come Gori e Chakir, quindi sono contento di poter avere possibilità di scelta”.