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Rimane a terra “privo di sensi”: paura in Campionato | Scontro di gioco durissimo

Nesci

Nesci esce in barella, www.lacasadic.com

Attimi di paura durante il match. Il calciatore rimane a terra e perde i sensi dopo un duro scontro di gioco 

Il calcio è molto più di un gioco. È passione, identità, emozione collettiva. È quella lingua che tutti comprendono, fatta di sudore, sacrificio e sogni che si rincorrono su un campo verde. Ogni domenica, migliaia di persone si radunano per vivere insieme novanta minuti di appartenenza e cuore, in cui vittorie e sconfitte si intrecciano con la vita di tutti i giorni.

Eppure, ciò che dovrebbe essere un inno allo sport e alla condivisione, talvolta si trasforma in qualcosa di diverso. L’agonismo sano lascia il posto alla tensione, la rivalità supera il limite del rispetto e quel senso di comunità che il calcio dovrebbe incarnare si smarrisce dietro gesti e parole che non appartengono alla sua vera natura.

Ogni volta che accade, a perdere non è solo una squadra, ma l’intero movimento sportivo. Perché il calcio, quello autentico, non vive di rancori o insulti, ma di valori: rispetto, solidarietà, coraggio, empatia. Senza questi principi, anche la partita più bella perde significato.

Ci sono momenti in cui il pallone smette di rotolare e tutto si ferma. Attimi che mettono alla prova non solo gli atleti in campo, ma anche chi osserva, chi tifa, chi vive lo sport come parte della propria vita. È in quei momenti che si misura la grandezza umana, più ancora di quella sportiva.

Il valore del rispetto

Ritrovare la cultura del rispetto significa restituire allo sport il suo ruolo educativo, ricordare che dietro ogni maglia c’è una persona, con le sue paure e i suoi sogni, e che ogni campo, grande o piccolo che sia, dovrebbe essere un luogo di crescita, non di odio. Solo così il calcio potrà tornare ad essere ciò che è sempre stato: una festa popolare capace di unire, non di dividere.

Il calcio insegna che l’avversario non è un nemico, ma un compagno di sfida. La competizione non deve mai superare il confine della dignità e, ogni gesto, ogni contrasto, ogni parola dovrebbero essere accompagnati dal riconoscimento dell’altro, perché senza rispetto il gioco perde la sua essenza.

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Eccellenza, tifosi inneggiano alla morte del calciatore svenuto

Il match tra Ebolitana e Angri, terminato 4-1 per i padroni di casa sarebbe dovuta essere soltanto sport e agonismo, e invece si è trasformata in una delle pagine più tristi della stagione.

Nel corso del match, a seguito di un duro scontro di gioco, un calciatore dell’Angri è rimasto a terra privo di sensi. Attimi di paura, silenzio improvviso con i compagni e gli avversari che accorsi verso il giocatore assieme al personale medico che prontamente è intervenuto in attesa dell’ambulanza. Durante il soccorrimento, però, dalla curva dei tifosi ebolitani è partito un coro agghiacciante, un inno alla morte rivolto a un ragazzo inerme, steso sull’erba e in balia dell’incertezza. Il presidente dell’Angri, Antonio Anellucci, ha commentato: “Il rispetto non può essere una scelta, è il fondamento stesso del calcio. Credo profondamente che i nostri tifosi rappresentino un esempio diverso, fatto di passione vera e di valori autentici.”