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Ultim’ora: ci sono le dimissioni del mister | L’ex Fiorentina in lacrime: neanche il tempo di cominciare

Fiorentina credit Federico Piovesan copertina

Il logo della Fiorentina - credit Federico Piovesan - www.lacasadic.com

Ora è ufficiale: sono arrivate le dimissioni dell’allenatore nonostante i buoni rapporti con la piazza che è contraria alla scelta.

È una stagione che sembra non voler concedere tregua agli allenatori. Appena cominciata, e già le prime panchine iniziano a tremare. Il calcio italiano continua a confermare una tendenza ormai cronica: la rapidità con cui un progetto tecnico può passare dall’entusiasmo estivo alla delusione autunnale. Una dinamica che coinvolge società, tifosi e professionisti, sempre più esposti a pressioni e risultati immediati.

L’esonero di Stefano Pioli dalla Fiorentina, arrivato dopo settimane di tensione e risultati altalenanti, è solo l’ultimo esempio di una Serie A che non conosce pazienza. I tifosi viola, ancora legati all’immagine di un tecnico capace di riportare la squadra in Europa e di dare identità al gruppo, hanno accolto la notizia dopo gli scarsi risultati raggiunti e che hanno portato la squadra viola all’ultimo posto in classifica.

E se a Firenze si piange per un addio improvviso, non è l’unico campo in cui la figura dell’allenatore è finita sotto i riflettori. Anche nelle categorie inferiori, tra Serie B e Serie C, la pressione è diventata insostenibile: bastano poche partite, un inizio incerto o uno spogliatoio diviso per ribaltare equilibri costruiti in mesi di lavoro.

È in questo clima che si inserisce un’altra storia di addio, arrivata nel giro di poche ore e destinata a far discutere. Una vicenda che racconta alla perfezione la fragilità del mestiere più precario del calcio. E che oggi trova la sua ufficialità.

Pressione del risultato

Il mestiere dell’allenatore, oggi più che mai, sembra essere diventato una corsa a ostacoli. Le società chiedono risultati immediati, i tifosi pretendono spettacolo, e il tempo per costruire un progetto è ormai un lusso che pochi possono permettersi. Ogni sconfitta pesa come un macigno, ogni pareggio viene vissuto come un passo falso. E così, tra critiche e delusioni, bastano poche settimane per passare dall’essere il simbolo della rinascita a diventare il capro espiatorio di una stagione complicata.

Anche gli allenatori più esperti, quelli con anni di panchine e successi alle spalle, non sono immuni a questo meccanismo spietato. La loro esperienza non basta più a garantire stabilità: contano i risultati, e subito. C’è chi resiste stringendo i denti, chi sceglie di farsi da parte prima che arrivi l’esonero, e chi paga per scelte societarie che vanno oltre il campo. L’impressione è che, nel calcio di oggi, non esista davvero una panchina sicura.

Delio Rossi, allenatore Foggia
Delio Rossi, allenatore Foggia / Lacasadic

Foggia e Delio Rossi si separano

Ora è ufficiale: le strade del Foggia e di Delio Rossi si dividono. Come anticipato nelle scorse ore, le parti stavano lavorando alla risoluzione del rapporto, che si è concretizzata con il comunicato diffuso dal club rossonero:

“La società Calcio Foggia 1920 s.r.l. comunica che, in data odierna, dopo aver ascoltato l’intera Squadra e informato l’Amministrazione giudiziaria, all’esito di un confronto con l’allenatore Delio Rossi, si è giunti alla decisione di condividere la risoluzione consensuale del rapporto professionale con il tecnico e il suo staff. A Mister Rossi va il nostro sentito ringraziamento per aver scelto, all’inizio della stagione, di tornare a vestire i colori rossoneri con professionalità, impegno e dedizione sostenendo fin qui un progetto non solo sportivo ma anche di rilevanza sociale”.