Ultim’ora: Cristiano Ronaldo ha letteralmente perso per strada 8 milioni | Cos’è successo davvero

Cristiano Ronaldo con la maglia del Portogallo. Credit: IMAGO
Come i social hanno riscritto le regole del gioco
Il calcio, lo sport più popolare del mondo, ha sempre avuto una connessione viscerale con i suoi tifosi. Tuttavia, nell’ultimo decennio, un nuovo “giocatore” è entrato in campo, cambiando radicalmente il modo in cui viviamo, percepiamo e persino giochiamo questo sport: i social media. Da Twitter a Instagram, passando per TikTok, queste piattaforme non sono più un semplice contorno, ma il tessuto stesso della moderna esperienza calcistica.
Un tempo, le dichiarazioni, gli infortuni o le indiscrezioni passavano attraverso canali ufficiali o la stampa tradizionale. Oggi, un calciatore può parlare direttamente a milioni di follower con un solo “tap”. Questo accesso diretto ha creato un’intimità senza precedenti tra idoli e fan, ma ha anche generato una pressione costante. Un tweet sconsiderato, una foto fuori luogo o persino un “like” possono scatenare tempeste mediatiche, trasformando ogni protagonista in un editore di sé stesso, con tutti i rischi e le responsabilità che ne derivano.
Non sono solo i calciatori ad aver subito questa trasformazione. Anche i club sono diventati vere e proprie potenze mediatiche. Le società investono risorse enormi per creare contenuti accattivanti, dietro le quinte esclusivi e interazioni in tempo reale. L’obiettivo non è solo informare, ma monetizzare l’engagement. La vendita di maglie, l’attrazione di sponsor globali e la costruzione di un brand internazionale passano inevitabilmente attraverso la capacità di dominare l’algoritmo. La partita in sé è solo una parte dello “spettacolo” che continua 24 ore su 24, 7 giorni su 7, sulle piattaforme digitali.
Una prestazione deludente o una decisione arbitrale controversa non restano confinate ai bar sport, ma diventano tendenze virali con milioni di visualizzazioni. Questo megafono virtuale può influenzare l’opinione pubblica, accrescere la pressione sugli allenatori e persino dettare le mosse del calciomercato. Il “giudizio della piazza digitale” è diventato un fattore con cui dirigenti e staff tecnici devono inevitabilmente confrontarsi.
L’altra faccia della medaglia
Sebbene i social media abbiano reso il calcio più accessibile e interattivo, c’è un rovescio della medaglia molto più oscuro. L’anonimato e la distanza dello schermo hanno purtroppo favorito l’escalation del tifo tossico e del cyberbullismo. I commenti offensivi, le minacce e gli insulti razzisti o sessisti sono diventati una piaga quotidiana per giocatori, arbitri e le loro famiglie. Questa violenza verbale ha spinto molti atleti a limitare l’uso delle piattaforme o a disattivare i commenti, cercando di proteggere la propria salute mentale dall’onda d’urto dell’odio online.
Inoltre, i social media hanno accelerato la cultura dell’immediatezza e del dramma. Ogni evento, positivo o negativo, viene ingigantito all’estremo. C’è meno spazio per l’analisi sfumata e più per le reazioni polarizzate. Questo costante bisogno di “contenuto” e “scandalo” rischia di distogliere l’attenzione dall’essenza del gioco, trasformando la passione sportiva in una caccia incessante al meme o alla polemica del giorno. Il calcio è oggi un romanzo in tempo reale, ma spesso le trame sono scritte con il sangue delle emozioni più estreme.

Milioni di follower persi da Cristiano Ronaldo, ma cosa sta succedendo?
L’ultimo scossone nel panorama dei social media vede X (precedentemente Twitter) protagonista di un’epurazione che sta falcidiando i numeri dei profili più seguiti al mondo. Cristiano Ronaldo, una delle figure più influenti della piattaforma, ha registrato una perdita impressionante di circa 18 milioni di follower. Ma il fenomeno non riguarda solo il fuoriclasse portoghese: un vero e proprio “grande esodo” di numeri ha colpito anche altre celebrità di primo piano, tra cui la popstar Ariana Grande, l’icona del cinema e wrestler The Rock (Dwayne Johnson) e il cantante Justin Bieber.
La ragione dietro questa drastica diminuzione di follower è da ricercarsi nella massiccia operazione di pulizia intrapresa da X. La piattaforma, di proprietà di Elon Musk, l’uomo più ricco del mondo, ha avviato una meticolosa cancellazione di profili considerati “bot” o inattivi. L’obiettivo è quello di garantire una base di utenti più autentica, eliminando gli account automatizzati o fasulli. Questa mossa, se da un lato ripristina la credibilità delle metriche social, dall’altro svela quanto fosse consistente la presenza di falsi follower anche tra i numeri da capogiro delle più grandi superstar globali.
