“Juve mi fai sentire grande”. La storia di Alessandro Sersanti: dal Grosseto alla Next Gen

L'intervista al centrocampista classe 2002 che racconta il passaggio in bianconero

21 Ottobre 2022

Redazione - Autore

“Juve, storia di un grande amore”. Il primo verso dell’inno bianconero recita così. Un sentimento di passione che pervade l’anima. Una come quelle di Alessandro Sersanti. Classe 2002, professione centrocampista. Cuore a tinte bianche e nere e ora giocatore della Juventus Next Gen. E pensare che da bambino non era proprio così deciso a fare il calciatore: “Giocavo sia a calcio che a tennis, era una passione che avevano mio nonno e mia mamma, stavano sempre lì al circolo tennis della mia città, Grosseto. Arrivato ad una certa età mi hanno dovuto mettere davanti ad una scelta. È stata dura, ma quello che mi dava il calcio, tra compagni e trasferte, non me lo dava il tennis”.

Coesione. Lavoro di squadra. Sacrificio. Il DNA Juve probabilmente Sersanti lo aveva già da bambino. “Ho fatto questa scelta e da lì mi sono messo sotto, ho pensato solo a quello”. Da qui inizia la storia di Sersantino, il ragazzino grossetano diventato un giocatore della Juventus.

Alessandro Sersanti: “Grosseto, da piccolo ti guardavo in tribuna: poi ti ho riportato in Serie C”

Ragazzini innamorati del pallone. In settimana gli allenamenti, dopo scuola qualche palleggio con gli amici e la domenica allo stadio. Il tempio dove tifare la propria squadra del cuore. Un processo di crescita di un ragazzo qualsiasi. Così come Sersantino: “Sono sempre andato a vedere le partite allo stadio quando ero bambino quando il Grosseto era in Serie B e ho sempre sognato di giocare allo Zecchini“. Sogni che diventano realtà: “Potevo andare nella primavera del Siena, però quando ha chiamato casa non ho potuto dire di no“.

E quando sei in un ambiente familiare, allora sì, lì ti senti proprio a casa: Ho preso fiducia, eravamo una grande squadra e contro ogni aspettativa siamo riusciti a portare a casa il campionato. Riportare nel calcio professionistico la squadra della propria città penso sia il sogno di ogni bambino”.

Alessandro Sersanti

Il sogno chiamato Juventus

È il gennaio del 2020. La prima stagione in Serie C di Sersantino va a gonfie vele. Il suo Grosseto, neopromossa, è in zona playoff contro ogni aspettativa. Lui ha lo spazio che si merita e stupisce per maturità in campo, nonostante abbia solo 18 anni. Poi un giorno, cambia tutto: “I miei procuratori conoscevano già il direttore Manna e avevano un certo rapporto con la società, era nata questa idea. L’ho tenuto un po’ per me”. Scaramanzia, ma anche voglia di custodire un sogno troppo grande.Ne avevo parlato alla mia ragazza e lei da subito era impazzita. Da quel momento in poi la cosa si faceva sempre più concreta la possibilità e sono sempre stato zitto, non ho mai detto niente”.

La stagione finisce, il Grosseto arriva ai playoff e perde solo al secondo turno contro l’AlbinoLeffe. Inizia l’estate di Sersantino. Un pò di mare, allenamenti e quel pensiero bianconero in testa. Fin quando il telefono non squilla: “Ero sul letto con la mia ragazza e il mio procuratore mi ha inviato un messaggio dicendomi ‘È fatta”.  Le ho chiesto se fosse pronta ad andare a Torino. Poi abbiamo chiamato i miei genitori, juventini da sempre. È stata un’emozione forte un po’ per tutti”.

Il primo giorno alla Juventus di Alessandro Sersanti

Per Sersantino arriva così il primo giorno in casa Juventus. Il sogno, ormai, è realtà. E Ale in testa ha un solo obiettivo, spinto da una forza ancora più grande: “I miei nonni non ci sono più, sono juventini come me e da piccolo guardavamo le partite insieme. Il primo pensiero è sempre a loro. Ho preso il numero 30 anche perché è il giorno di nascita di mio nonno. Quando gioco penso sempre che lo faccio per qualcuno: per la mia famiglia, per i miei nonni, per la mia ragazza. È una spinta per non mandare tutto all’aria”. 

La famiglia, quella che lasci per diventare grande. Da Sersantino ad Alessandro Sersanti. Fino all’arrivo al J Medical per le visite mediche: “Mi ha accompagnato mio padre, con mio fratello: anche lui juventino sfegatato. È stato bellissimo, un’accoglienza assurda. Eravamo tutti emozionatissimi e penso sia stata un’esperienza forte anche per loro. Per me vederli felici e orgogliosi lo era, anche. Ho visto subito Pessotto e Storari. Per me era la normalità ormai, ma soprattutto per mio fratello è stata un’emozione enorme perché vedevano la cosa come un privilegio”.

La prima stagione in bianconero 

Un inizio importante per Sersanti con la Juventus Next Gen. 30 presenze e 1 gol e 1 assist nella prima stagione in bianconero. Con tanto di gol all’esordio in Coppa Italia Serie C. Qualità e numeri che lo hanno portato sotto i riflettori. E dalla Next Gen alla prima squadra, è un attimo. Un battito di ciglia e ti ritrovi al fianco di grandi campioni. Ti trovi davanti i più grandi e non ci credi. Ero emozionato le prime volte, ma quando ti avvicini ti accorgi della professionalità e dell’umiltà che hanno. Sono sempre disponibili, anche solo guardandoli impari tanto. La fortuna della Next Gen è essere sempre in continuo contatto con la prima squadra”. 

Da Zauli, a Brambilla, passando anche per Massimiliano Allegri: “È sicuramente un allenatore di livello assoluto. Si vede proprio il rispetto che tutti hanno per lui e mi è sempre piaciuto come allenatore. È anche toscano come me e il sangue è quello, dunque andiamo d’accordo. Tutto lo staff è sempre a nostra disposizione, pronti a darci una mano“.

La fascia di capitano

Alessandro è cresciuto e in questo primo anno da calciatore della Juventus è diventato grande. Maturità, a volte simbolo di responsabilità. La stessa che ha deciso di affidargli quest’anno la Juventus Next Gen, affidandogli la fascia di capitano in queste sfide iniziali: “Con Riccio e Poli fuori me la sono ritrovata quasi a caso tra le mani. Nonostante la giovane età non c’è stata alcuna diatriba e in tanti sanno che comunque ho una grande esperienza alle spalle. Sono giovane, ma è comunque già il terzo anno in Serie C e posso aiutare i ragazzi provenienti dalla Primavera e senti orgoglio e responsabilità. Quando ho visto quella fascia ho pensato ‘Ora devo continuare a pedalare’”. E contro il Piacenza è arrivato anche il gol.

Il bianco e il nero. Quei colori che sogni da bambino te li ritrovi addosso. “Si lavora ogni giorno per raggiungere l’obiettivo e sappiamo che l’occasione può arrivare per chiunque”.

Il ritratto di Alessandro Sersanti. Il piccolo tifoso bianconero, diventato un giocatore della Juventus.