Il calcio e lo studio, niente play station e idee chiare. Santarcangelo: “Pronto al salto di categoria, ma…”

La storia dell'attaccante

12 Aprile 2024

Pietro Agoglia - Autore

Niente Play Station, idee chiare e voglia di emergere. (Pochi) Segni particolari su una carta d’identità che recita ‘anno di nascita 2003’. Andrea Santarcangelo è uno dei giovanissimi del Picerno che sta incantando nel girone C. Appena 21 anni, ma maturità di chi sa cosa vuole. L’attaccante lucano si è raccontato ai microfoni de LaCasaDiC. E gli occhi sognanti al “Tra cinque anni mi vedo…” raccontano tanto. Ma riavvolgiamo il nastro.

Credits: Picerno

Gli studi e gli occhi sognanti di Andrea Santarcangelo

Niente Play Station dicevamo. “L’ultima volta che ci ho giocato? Sarà stato in quarantena. Ho sempre avuto poco tempo per lo svago”. Una chiacchierata che inizia così. Tempo impiegato sempre in altro. “Non ho mai passato giornate ‘a perdere tempo’, ma ho sempre unito calcio e studio, ha ammesso. E i risultati si vedono, in campo e sui libri. Sei gol in 23 partite nella prima vera stagione in Lega Pro. E i libri? Studio Economia Aziendale. Sono iscritto all’università di Potenza. La mia famiglia mi ha sempre incoraggiato a continuare a studiare”. E nel tempo libero? Ballare, come i ragazzi della sua età, solo in casi eccezionali. “Mi piace, ma non è la mia passione più grande. Non amo neanche film e serie tv. Preferisco una giornata fuori, una gita o un viaggio. Una cena in più”. Ma Andrea, sai che all’allenatore Spalletti non piace la Play Station? “Beh, chissà…” Gli occhi chiari diventano sognanti e sulla faccia spunta un sorriso, come quello di un bimbo.

Credit: AZ Picerno

Famiglia Picerno e Murano “fratello maggiore”

Gli occhi sognanti, ma la consapevolezza di chi sa che sta facendo bene. Grazie, anche, a chi ci ha creduto anni fa. Il direttore Vincenzo Greco, che lo ha portato a Picerno, ora se lo gode in campo. Per me il Picerno è una famiglia. Sono qui da tanti anni. Mi ha dato la possibilità di crescere e arrivare fino a questo punto. Non posso che essere contento delle prestazioni fatte e dei piccoli obiettivi raggiunti. Spero e mi auguro di raggiungerne sempre di più grandi nel mio futuro”. La giusta consapevolezza anche sul ruolo in campo. Preferirei giocare punta. Quest’anno ho iniziato a giocare più dietro. Mi metto a disposizione dove posso dare il mio contributo. Non sono ancora in grado e nelle condizioni di poter pretendere nulla. Giocando trequartista ho imparato molto. Movimenti, tempi di gioco, spazi nuovi da acquisire”. Un cambio di ruolo anche per coesistere con Murano. E tra i due il feeling è nato subito: “Jacopo è grandioso. Quando sbaglio qualcosa o mi innervosisco, mi aiuta e ha sempre una parola di conforto per me. È piacevole giocare con lui. È senza dubbio un modello per me, da cui apprendere in allenamento e in partita. Sono contento di essere al suo fianco”. E proprio il potentino è l’unico modello. Non riesco a trovare un giocatore in particolare. Ma ammiro molto i ragazzi della mia età, di qualsiasi ruolo. Vedo i giovanissimi che stanno esplodendo, provo a prendere tantissimo da loro. Sono loro il mio riferimento”.

Idee chiare e mentalità

Il Picerno è tornato a vincere dopo due mesi in cui i risultati non arrivavano. La vittoria contro l’Audace Cerignola ha permesso ai lucani di accedere ai playoff. La consapevolezza bussa ancora. “Spero di fare un altro paio di gol. Playoff? Bisogna prima vedere il posizionamento in classifica. Quest’anno è leggermente diverso dalla scorsa stagione, dove siamo arrivati quasi titubanti. Quest’anno abbiamo coltivato questo sogno quasi dall’inizio. La salvezza l’abbiamo raggiunta subito, poi ci siamo proiettati subito sui playoff. Cercheremo di arrivare più in fondo possibile. I playoff sono una buona vetrina: più avanti vai più hai visibilità”. E la stagione?A livello personale sono molto contento. Grazie al mister e allo staff sto avendo molto spazio. Anche per la squadra sono molto contento. Partendo dal nostro obiettivo che era la salvezza, e tralasciando l’ultimo periodo, ci troviamo a giocarci il quarto posto”. La voglia di emergere è tanta per Andrea. Ma deve arrivare al momento giusto e manca ancora qualcosa. Sì, mi sento pronto al salto di categoria. Prima però devo migliorare nell’approccio alle gare e nella leggerezza mentale. Capita che faccia errori e mi abbatta. È una caratteristica che mi “limita”. Spero di migliorare in vista di una categoria maggiore. A livello fisico, tattico e tecnico credo di poterci stare, ma devo migliorare a livello mentale. Forse dovrei acquisire anche un pizzico di esperienza in più, ho iniziato a giocare da poco nel calcio che conta”. Idee chiare. Anche se a parlare è un ventunenne. Ed ecco tornare la domanda tanto attesa. “Da qui a cinque anni mi vedo… spero in Serie B almeno. Punto sulla mia mentalità. Sono convinto di potermi togliere grandi soddisfazioni. Non so dire se ci arriverò, ma lavoro per questo ogni giorno”.