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Antenucci, lettera al gol: “200 reti, traguardo che vale una carriera di sacrifici”

Il primo fu il 19 gennaio 2003 nei minuti di recupero della gara interna persa dal suo Giulianova contro il Paternò. L’ultimo poco più di 19 anni dopo, dal dischetto in Bari-Catania 3-3: nel mezzo c’è una vita di gol targata Mirco Antenucci. Nella prima partita ufficiale del 2022 il lupo di Roccavivara è ripartito dalla sua preda preferita: la porta avversaria. Lo ha fatto con una doppietta, che vale un pareggio, quota 12 in classifica marcatori e 50 con il Bari. Il tutto mentre agganciava e superava le 200 reti in carriera. Un numero che, come spiega Antenucci in una lunga lettera affidata ai social, “ha un significato più profondo, viscerale: raccontano una carriera fatta di grandi sacrifici, delusioni, vittorie, gioie, forte motivazione e voglia di sorprendere sempre”.

Gol e famiglia, il binomio di casa Antenucci

Al ritorno a casa Antenucci è stato festeggiato in modo speciale dalla sua famiglia: le figlie Alice, Sofia e Camilla lo hanno accolto con un quadro su sfondo verde e tutte le sue esultanze. Un giro del globo calcistico: da Giulianova a Bari, passando per La Spezia, Terni, Ascoli, Catania, Torino, Pisa, Ferrara e l’Inghilterra, a Leeds. Con una parola chiave: gratitudine. Quella per “mia mamma che ha sempre e solo pensato a me e ai miei fratelli Giovanni e Andrea, riempendoci di amore, e mio papà che con i suoi innumerevoli chilometri mi accompagnava ogni giorno a San Salvo e a Vasto per gli allenamenti” ricorda. Un film iniziato andando via “da casa a 13anni per cercare di diventare un calciatore, sogno che avevo e che mi ha spinto sempre a dare il massimo. Arrivato a Giulianova che ero poco più di un bambino – ricorda Antenucci – ho trovato quella che poi sarebbe diventata la mia seconda casa, dove ho trovato l’amore di mia moglie Eleonora che mi ha sempre stimolato, stimato e creduto sempre in me e mi ha regalato tre figlie meravigliose che amo alla follia”. Ogni gol è per loro.

La gratitudine condivisa

I ringraziamenti di Antenucci sono però estesi: “Per tutti gli allenatori che ho avuto in questi anni e tutti i compagni di squadra, senza di loro non avrei mai potuto raggiungere questo traguardo – un grazie speciale a tutti i fisioterapisti, dottori, magazzinieri e quelli che lavorano dietro le quinte permettendoci di svolgere al meglio il nostro lavoro. Un grazie a tutti i tifosi delle tante squadre in cui ho giocato, cercando di onorare sempre la maglia sperando di aver regalato qualche gioia. Grazie ai miei agenti Michelangelo Minieri e Silvio Pagliari per avermi accompagnato nelle scelte”.

“Il gol più bello? Devo ancora segnarlo”

Scelte, come quella di accettare un prolungamento del contratto nell’estate 2021 a Bari, spalmando l’ingaggio e decidendo di rimettersi in gioco a 37 anni, con l’intento di riscattare una stagione negativa per la squadra. Antenucci lo ha fatto ed è tornato al centro della squadra: oggi è simbolo irrinunciabile, per reti, carisma, classe e qualità. Ma occhio, perché il lupo ha ancora fame: “Il gol per me è essenza, emozione, passione e bellezza – assicura – il mio gol più bello devo ancora segnarlo!“.

Luca Guerra

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