È stato uno di quelle bandiere del calcio italiano che ormai non si trovano più. Estro, talento, fantasia e il 10 sulla schiena. Antonio Di Natale è stato senza dubbio il giocatore più rappresentativo dell’Udinese degli ultimi anni, con ben 12 stagioni tra i bianconeri e 227 gol fatti. Dopo il ritiro del 2016, ha deciso di fare l’allenatore. Prima l’esperienza da assistente allo Spezia e, viste le capacità, la conseguente chiamata alla guida dell’Under 17 per un anno. Arriva poi il grande salto grazie alla Carrarese che lo porta in Serie C. Questa, però, come conferma lui stesso a Tuttosport, non è la sua strada. Infatti, il fantasista che a suon di reti in Serie A si è conquistato negli anni l’amore di tutti i tifosi del campionato italiano, predilige un ruolo da dirigente. Di seguito le dichiarazioni.
L’esperienza sulla panchina della Carrarese è stata e sarà l’ultima per Antonio Di Natale. L’ex bomber dell’Udinese e oggi presidente del Donatello Calcio, squadra di seconda categoria ma scuola calcio èlite, lo conferma, come si legge dalle colonne di TuttoSport: “Vorrei continuare a lavorare come dirigente. Ho provato a fare l’allenatore ma ho capito che non faceva per me. Troppi pensieri, non riuscivo a godermi la famiglia e così ho fatto un passo indietro. Al Donatello sto benissimo, spero che negli anni continueremo a scovare talenti che possano fare la differenza in Serie A”. Dopo l’esperienza da assistente allo Spezia, intraprese quella da allenatore, a partire dal 2019, sempre con i liguri. Guidò l’Under 17 per un anno è poi arrivò l’importante chiamata dalla Serie C. Il grande salto avvenne quando la Carrarese decise di affidargli le chiavi della panchina al posto di Baldini. Concluse la stagione portando a casa i punti necessari per la salvezza. Nel campionato successivo alla prima vera opportunità, Di Natale non sbagliò e centrò addirittura i playoff, chiudendo in classifica al 10° posto con 44 punti.
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