Arezzo, Chierico: “Emozione speciale: mio padre è stato un ex”

Chierico - Credit Ascoli Calcio - www.lacasadic.com
Chierico in conferenza stampa al Del Duca dopo la vittoria dell’Arezzo sull’Ascoli 2-0: l’eredità di famiglia e la soddisfazione
Per Chierico quella di Ascoli non è stata una partita come le altre. Il gol che ha deciso il match pesa già di suo, ma a renderlo più speciale è il legame familiare con il Del Duca: suo padre Riccardo, infatti, ha vestito proprio la maglia bianconera nella stagione 1989-90. Un dettaglio che il centrocampista amaranto non dimentica e che ha aggiunto emozione a una trasferta già sentita.
Nel post gara, Chierico ha spiegato come il padre avesse accennato qualcosa, ma senza caricare troppo l’attesa: “Non mi aveva detto molto, solo che lo stadio è incredibile e che i tifosi sono caldi. Sapevo che sarebbe stata una partita bellissima da giocare“. Un testimone passato da padre a figlio, ora arricchito da un gol pesante e un ricordo indelebile.
L’impatto con il Del Duca, però, ha superato ogni previsione. “Già dal riscaldamento lo stadio era quasi tutto pieno. Non succede spesso di trovare un ambiente così carico prima ancora del fischio d’inizio“. Una cornice da categoria superiore, che Chierico ha vissuto con entusiasmo e rispetto.
Per questo, la sua conclusione suona come un ringraziamento: “Sono contento di avere l’Ascoli nel girone e di poter venire a giocare qui“. Un’affermazione che dà la misura della domenica vissuta, tra memoria familiare e il presente di un Arezzo capace di espugnare uno degli stadi più importanti della categoria.
Gol decisivo e maturità tattica
Il gol che ha deciso la partita è arrivato in un momento chiave. Chierico lo racconta con la lucidità di chi sa pesare l’importanza delle situazioni: “È stato un gol importante in un momento importante. Siamo felici del risultato e ci godiamo il primo posto in classifica“. Una conclusione precisa, arrivata con freddezza, che ha tagliato le gambe a un Ascoli solido e determinato.
Oltre alla rete, Chierico ha spiegato l’adattamento tattico provato dall’Arezzo in settimana: “Avevamo qualche giocatore non al 100% e col mister abbiamo preparato una fase difensiva a quattro, con due centrocampisti a chiudere le vie centrali. Contro una squadra di palleggio come l’Ascoli serviva compattezza. Penso che ci siamo riusciti bene“. Un piano eseguito con maturità, che ha portato alla seconda vittoria consecutiva in uno scontro diretto in trasferta.

Episodio del primo tempo e cuore Arezzo nel finale
Chierico ha chiarito anche l’episodio che aveva portato al richiamo del FVS nel primo tempo: “Era un contatto dove lui era venuto dritto su di me quando avevo già dato via la palla. L’avevo percepito più grave, ma non c’era cattiveria“. Una situazione gestita con equilibrio, senza polemiche.
Nel racconto della partita, emerge soprattutto lo spirito della squadra: “Sapevamo che dovevamo soffrire. A un certo punto ho detto ad Adamo che eravamo come un pugile: prendevamo colpi, ma dovevamo restare lì“. Una metafora che descrive perfettamente il finale di una sfida intensa, chiusa con la consapevolezza di aver mostrato l’anima di un gruppo forte, unito e pronto a restare in alto.
