Lega Pro, parla Arrigoni: “I giovani al centro del progetto. Sono il futuro”

L'intervista a Daniele Arrigoni, commissario tecnico delle rappresentative Lega Pro

arrigoni ct lega pro
16 Maggio 2022

Filippo De Gradi - Autore

“Sto facendo una passeggiata con la squadra.” La chiamata inizia così e bastano davvero pochi secondi per capire tutto. Daniele Arrigoni, commissario tecnico delle rappresentative della Lega Pro, ormai è sempre al fianco dei suoi ragazzi. Giovani calciatori che vuole aiutare a diventare grandi. Una nuova dimensione in cui si è calato perfettamente. Un nuovo incarico che ha dato inizio ad una nuova vita.

La chiamata della Lega Pro, un nuovo inizio

Dalla Serie A alla Serie C. Da grandi campioni a giovani ragazzi che sognano di diventarlo. Un cammino insolito, per certi versi capovolto, quello di Daniele Arrigoni. É il 2015 e lui viene da un passato sulle panchine di squadre come Sassuolo, Bologna e Cagliari (giusto per citarne alcune). Ma proprio in quegli anni arriva una chiamata piuttosto insolita. Tanti dubbi, ma altrettante curiosità: “All’inizio sono stato titubante, infatti non ho accettato proprio subito. Allora la Lega era commissariata. Onestamente non ci avrei mai neanche pensato di intraprendere un’avventura del genere e invece poi ho provato i primi mesi, mi sono trovato bene e il rapporto ormai dura da sette anni”.

Un rapporto che negli anni è cresciuto e si è consolidato. Ma nonostante la tanta esperienza sui campi di Serie A, l’inizio per Arrigoni non è stato semplice: “Non avevo avuto esperienze dirette con i ragazzi peró era un mondo nuovo e mi ci sono buttato. Chiaramente l’esperienza mi ha aiutato molto. Anche se poi rapportarsi con dei ragazzi così giovani non è semplicissimo. All’inizio ho avuto difficoltà.” 

Ma dalle difficoltà un grande professionista sa sempre come uscirne. E per affrontare il presente nel modo giusto, Daniele Arrigoni si è aggrappato al suo passato: “Ho avuto un percorso anche io da calciatore a Cesena. All’inizio mi basavo molto sulle sensazioni che avevo da ragazzo quando giocavo. L’unica grande difficoltá è stata rapportami con i ragazzi. Quando parlavo nelle partite tra primo e secondo tempo mi guardavano tutti con una faccia strana. Pensavo “gli avró detto qualcosa di strano?”. Mi facevo delle domande. Ma in realtà a quei tempi avevo smesso da poco. E quindi nel vedere un allenatore di Serie A, i ragazzi erano in difficoltà. Non riuscivo a capire, non mi davano risposte. Poi parlando con i miei collaboratori mi hanno detto “forse su questo aspetto è meglio che interveniamo noi che con noi così sono più sereni e tranquilli”. 

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Idee, sogni, obiettivi e traguardi. Arrigoni: “L’esordio di Bacci? Che orgoglio”

Nonostante le prime difficoltà, Daniele Arrigoni è sempre andato avanti verso la sua strada. E con il tempo, le cose hanno iniziato a funzionare: Ho imparato molto. Più passava il tempo, meno ero conosciuto. Quindi poi è normale che dopo un po’ è diventato molto più facile. Poi ora ho impostato il lavoro in un modo che intervengo davvero poco, anche se gli allenamenti mi piace ancora molto dirigerli.” 

Lavoro sul campo, ma non solo. Arrigoni ha le idee chiare sul futuro del calcio giovanile, in particolare quello dei ragazzi di Lega Pro. E così ha deciso di dare il via ad una serie di cambiamenti, per puntare a nuovi obbiettivi: “Dopo un anno mi sono reso conto di alcuni aspetti e quando è arrivato Gravina gliene ho parlato. Da lì in poi secondo me abbiamo fatto centro. Ora non facciamo più Under 23, Under 21, Under 19. Il nostro obbiettivo deve essere quello di far conoscere i nostri ragazzi. E secondo me quelli a 19-21 anni erano già conosciuti.  L’obbiettivo quindi è abbassare l’età dei giocatori nelle rappresentative, per farli arrivare il prima possibile in prima squadra e farli salire nelle serie maggiori, per dargli più opportunità.”

Idee e obiettivi, tanti sogni da realizzare. Ma anche alcuni traguardi già da ricordare. E l’esordio in Serie C con la maglia del Padova di Jacopo Bacci, classe 2005, è sicuramente uno di questi: “Per noi è un motivo d’orgoglio. I ragazzi ora vengono anche molto volentieri con noi. Nonostante tutti gli impegni, vengono e fanno le partite. Questo è un bell’aspetto e vuol dire che abbiamo centrato l’obbiettivo. È bello sia per noi che per i ragazzi. Noi dobbiamo pensare solo al ragazzo. La mia gioia è vedere un nostro ragazzo che gioca in Serie A. Questa è la nostra felicità.”

Il lavoro di Arrigoni e della Lega Pro. “Pensiamo che i ragazzi siano il futuro”

Coesione e unità di intenti. Due elementi fondamentali nel lavoro di Daniele Arrigoni e delle società di Lega Pro. A partite dalla crescita e dalla selezione dei ragazzi: “D’accordo con le società, ci mandano schede dei ragazzi che secondo loro sono i più preparati. Noi facciamo degli stage dove li vediamo e facciamo delle partite per selezionare quelli che secondo noi sono un po’ più avanti. Poi durante l’anno se qualcuno cresce, le società ci avvisano e noi li convochiamo. Poi da febbario e marzo dobbiamo essere pronti per fare i tornei.”

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Dalla scelta dei giocatori al lavoro sul campo, sempre al fianco dei ragazzi: “Oltre a tenere i rapporti con la società, il mio lavoro si concentra il sabato e domenica quando vado a vedere i ragazzi. Sono curioso. A volte vado a vedere anche gli allenamenti al venerdì. E poi lavoro quando facciamo gli stage che sono circa cinque giornate al mese. Di solito ci raduniamo il martedi, facciamo un piccolo lavoro di rifinitura, e poi il mercoledi facciamo le amichevoli. Quest’anno abbiamo fatto amichevoli importanti contro squadre di Serie A o Serie B”.

Un cammino in crescita costante. Un percorso in cui sia la Lega Pro che Daniele Arrigoni credono molto: “Siamo sempre cresciuti, siamo sempre migliorati. La Lega ha sempre messo in primo piano la questione giovani. Quando facciamo le riunioni con il presidente, davanti si mette sempre il ragazzo. E pensiamo che sia il futuro”.

Arrigoni: “In Italia dobbiamo migliorare ancora tanto. Non serve parlare, bisogna agire”

Nel corso di questi sette anni, il mondo del calcio è cambiato molto. Nuove esigenze, nuovi modi di rapportarsi con i giovani: “sono cambiati tanto i ragazzi. Vedo molta più insicurezza. Abbiamo dovuto cambiare molto nei rapporto e nei dialoghi. Dovrebbero avere la possibilità di esprimersi più liberamente.” 

Diversi traguardi raggiunti nel corso degli anni, ma ancora tanti gli aspetti su cui migliorare secondo Arrigoni: “Ancora non abbiamo strutture, c’è difficoltà a reperire i campi per gli allenamenti. In Italia siamo messi così. Poche società hanno campi di allenamento adatti a tutti i ragazzi, ma parlo a tutto i livelli. Non è possibile giocare a calcio senza pallone, come non è possibile allenarsi senza le strutture adeguate. Bisogna agire, non serve parlare tanto. Dobbiamo migliorare la formazione degli allenatori e del settore giovanile”.

Ma tra tutti questi cambiamenti, Arrigoni sceglie di aggrapparsi a quelle che sono le sue certezze, intramontabili: “Io dico sempre ai ragazzi di dare il massimo, non ci sono altre soluzioni. Oltre alle qualità, è fondamentale l’amore che si ha del gioco del calcio. Io li vedo subito quelli che possono andare avanti, perchè sono proprio innamorati. Il problema è che ce ne sono sempre meno. La passione non puó essere seconda a niente”. Un cammino iniziato tempo fa, ma ancora molto lungo. La Lega Pro ha tracciato una strada e Daniele Arrigoni vuole continuare a percorrerla. Grazie all’esperienza del passato, al lavoro del presente e agli obiettivi del futuro. Sempre con la stessa passione.

A cura di Filippo De Gradi