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Cresciuto nell’Atalanta, esperienza alla Feralpi: ora Bergonzi è al centro del mercato

Bergonzi FeralpiSalò

Credit: Martina Cutrona

Alla scoperta del giovane talento

Ci sono calciatori che crescono in silenzio, che non fanno rumore, ma che quando toccano il campo lo trasformano nel loro palcoscenico. Federico Bergonzi è uno di questi. Classe 2001, cresciuto nei campi di Zingonia, ha respirato sin da piccolo il profumo di un calcio fatto di disciplina, passione e lavoro. L’Atalanta, una delle migliori fucine di talenti d’Italia, lo ha visto sbocciare, ha cominciato davvero a farsi uomo e calciatore.

Nel 2020, con la valigia piena di sogni e la determinazione cucita addosso, ha lasciato Bergamo per abbracciare il progetto FeralpiSalò. È stato lì che ha imparato a dominare la fascia come pochi sanno fare. In quella prima stagione non ha mai saltato una partita: segnale di una costanza rara e di una fiducia guadagnata con sudore e coraggio.

Oggi, dopo quasi 200 presenze tra i professionisti, Bergonzi è molto più di una promessa. È un giocatore formato, maturo, affidabile. Un terzino destro moderno, capace di unire esplosività atletica a grande resistenza fisica, qualità che gli hanno permesso di correre su e giù per novanta minuti come fosse il primo. La sua corsa, continua e instancabile, elegante, concreto, inscalfibile.

Nell’ultima stagione della FeralpiSalò in Serie B, Bergonzi ha brillato: 33 presenze, prestazioni solide, e la sensazione costante che lui non mollasse mai, anche quando tutto sembrava perduto. È stato un punto fermo, un faro nella tempesta, e uno dei migliori interpreti del suo ruolo in categoria.

Il ritorno a casa

Ora, con gli ultimi giorni di mercato che bussano alla porta, il suo nome è finito sui taccuini di diversi club di Serie B, tra cui anche la prestigiosa Sampdoria. Il salto di categoria è più di un’ipotesi: è una possibilità concreta, meritata. Bergonzi, però, non ha fretta. Sta valutando, perché l’Atalanta è casa, è famiglia, è il luogo dove tutto è iniziato e dove, forse, tutto torna.

Ma chi conosce Federico sa che il destino di chi sa soffrire e lavorare è sempre quello di tornare dove conta davvero. E se oggi è uno dei giovani più interessanti del panorama nazionale, lo deve solo alla sua capacità di correre senza fermarsi, imparare senza paura, e restare sempre fedele alla sua idea di calcio.