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Baldini, stile e consapevolezza: la Serie B a Pescara con la forza del “logos”

Baldini in panchina i playoff col Pescara (Credit - Mucciante/Pescara) - LaCasadic.com

Baldini l’ha rifatto: di nuovo in Serie B vincendo i playoff. Ancora dopo una promessa al suo popolo. 

C’è da fidarsi, di uno come lui. E non è una frase fatta. E’ solo che quando parla Silvio Baldini, le parole emanano convinzione. Stile e consapevolezza dal giorno zero. L’allenatore di Massa Carrara l’ha rifatto, ancora una volta. Di nuovo una promozione in Serie B vincendo i playoff. Questa volta con il Pescara.

Questione di percorso, l’ennesimo. Tre anni dopo il “miracolo” Palermo. Ancora dopo la solita benedizione: “Noi andremo in Serie B, le possibilità sono del 100%. Poi se vincono gli altri gli faremo i complimenti”, aveva detto in esclusiva a Il Centro prima di iniziare la missione spareggi. Baldini non parla soltanto. Convince, con la forza di un retore dell’Antica Roma. Così, ecco il “detto-fatto” da giù il cappello: partito dal secondo turno della fase a gironi, ha firmato il suo capolavoro contro la Ternana.

Finale in casa, come tre anni fa: dal Renzo Barbera di Palermo contro il Padova, all’Adriatico di Pescara contro gli uomini di Liverani. Sono passati 1098 giorni. Un tempo disegnato a prova di perfezione dal destino, per un fatalista come lui. Giri di lancette e pagine di calendario sempre avanti. Nel mezzo esperienze non fortunate (Perugia e Crotone). No, forse non era destino. “Il viaggio mi ha portato qui”, disse.

“Le difficoltà qui ci sono ma mettiamo insieme i nostri sogni, creiamo tutti una sinergia e vedrete che il sogno si avvera”. Queste parole Baldini le pronunciò nel giorno del suo arrivo a Pescara. Oggi sono come pietre, inscalfibili. Ma il 14 luglio scorso qualcuno avrebbe potuto storcere il naso. Forse, i meno fedeli.

Logos, persuasione: come Baldini ha guidato il Pescara in Serie B

Calcio, allenamenti, tattica. In campo vanno i giocatori, non i tifosi, non l’allenatore. Non Baldini. Eppure c’è un “behind the scenes” che va raccontato. E il “dietro la scena” che nessuno vede, sono le parole. Perché allenare non è soltanto vestire la propria squadra. Ce lo ha insegnato Baldini, alla sua seconda promozione tramite i playoff nel giro di 3 anni. E forse non è un caso per uno che vive grossomodo così: “A me della vittoria e della sconfitta non me ne frega niente, a me interessa il percorso. Io voglio sognare, lasciatemi sognare. Mi importa solo della mia famiglia e del mio cane, e di mio padre, che non c’è più”. Era il 12 maggio 2022, pareggio al Barbera contro la Triestina e quarti di finale. Così tre anni fa, così oggi, con quel Pescara su cui nessuno forse avrebbe scommesso un euro.

E quindi no, non c’è solo tattica. Il dietro le quinte di Baldini sono le parole, il logos e la forza della persuasione. Lo stile e la consapevolezza che limano la sua identità. E questo arriva, non solo ai calciatori. E’ il popolo intero, che sente di dover credere all’impresa. Non è un caso se si è passati dai poco più di 4.000 spettatori contro la Pianese, al sold out contro la Ternana e agli oltre 18.000 contro l’Audace Cerignola. Benzina su un fuoco di passione che lui stesso ha partorito. Come in Sicilia, così in Abruzzo. Due terre abbracciate dal desiderio freudiano.

Baldini in panchina col Pescara ai playoff (credit – Mucciante/Pescara) – LaCasadiC.com

La promessa, il sogno, la realtà

“Noi andremo in Serie B”. Mai promettere ciò che non puoi garantire. Questa regola non vale se ti chiami Silvio Baldini. Un mago in un luogo che ha reso lui magico. Dopo una cavalcata trionfale dipinta con 6 vittorie, 1 sconfitta e 1 pareggio. Il quadro perfetto di una squadra che ha fatto divertire con le sue idee. Le idee di Baldini, calcistiche e non solo. Un modus vivendi trasferito in campo. “Al ritorno dovremo pensare di aver perso”. Così parlava dopo il successo esterno a Catania, la vittoria esterna a Pesaro, e l’1-4 che aveva chiuso i giochi già all’andata contro il Cerignola. Un postulato utilizzato anche dopo lo 0-1 del Libero Liberati. Quasi una ripetizione dolcemente petulante che ha attraversato i playoff. L’ammonimento di un padre calcistico. Anche così, ha costruito una mentalità vincente. I numeri, gli danno ragione: 16 gol fatti, 4 gol in trasferta in ben due occasioni (Vis Pesaro e Audace Cerignola).

Calcio vero e spettacolare, la meta di un pensiero che parte da lontano. E che forma prima uomini convinti del successo, e poi calciatori vincenti. Contro il denaro, gli invidiosi e i grandi imprenditori che lucidano prima il business e poi i valori veri. Baldini è stato, è, e sarà per sempre uomo d’altri tempi. Il punto fermo dei valori in una vita che va troppo veloce per un saggio come lui. L’uomo del borgo di Canevara (300 abitanti, vicino Massa Carrara, in Toscana), filosofo a modo suo. C’è del genio, e dei difetti. Idee chiare da subito. A 26 anni, in seconda categoria, allenava il Bagnone. E noi immaginiamo che da ragazzino plasmava già uomini veri, al di là del risultato. Neruda diceva che “nascere non basta, è per rinascere che siamo nati, ogni giorno”. Baldini è rinato, quasi subito. A Pescara, ha avuto (ancora una volta) ragione lui. Stile, e tanta consapevolezza.