Una vita al Milan e l’esordio in B col Bari: chi è Bosisio, il difensore “cantastorie” che potrebbe trasferirsi a Cerignola

La sua storia

Bosisio Milan
7 Luglio 2023

Redazione - Autore

“In campo ciò che conta è aiutare gli altri e guidarli anche se sono uno dei più giovani”. Parola di Marco Bosisio, difensore classe 2001 del Bari. Leadership, professionalità, personalità. Anche se fuori dal campo è un tipo molto timido. “Devo prendere confidenza con i miei compagni, parlo poco. Tranne nei casi in cui sono interpellato”, aveva detto ai microfoni ufficiali del club pugliese. La faccia del bravo ragazzo, il cuore del leone quando vede un pallone. Di Vimercate, in provincia di Monza; appena 20 anni. Tanti sogni nel cassetto e due colori per la vita: il rosso e il nero. Come quelli del Milan, con cui è cresciuto calcisticamente. Un amore che appartiene al passato. Il presente si chiama invece Bari, mentre il futuro, potrebbe essere in Serie C, sponda Audace Cerignola. C’è infatti già l’accordo con il Bari per il suo trasferimento (leggi qui).

Bosisio e il suo amore per il Milan

Aggressivo, bravo nei duelli, veloce. Bosisio ha tutto per diventare grande. Ma non c’è fretta: meglio conquistare i traguardi un passo alla volta. Tutta la trafila nelle giovanili del Milan, fino alla Primavera. Un percorso fatto da sudore e tanti sacrifici, sempre accompagnati dalla passione, ciò che rendi vivi. Nel 2019 è talmente bravo che il suo allenatore, Federico Giunti, che lo conosceva già da anni, lo fece esordire con la formazione Primavera da sotto età. 4 partite, prima che scoppiasse la pandemia da Covid-19. Sul braccio, la fascia da capitano. Stimato, apprezzato, voluto bene.

Non si è mai arresso alle difficoltà. Neanche quando il 30 settembre del 2020, in occasione del match di Coppa Italia Primavera con il Monza, esce dal campo in barella. L’entità dell’infortunio è la peggiore: lesione al legamento crociato. 8 mesi di stop pesanti da digerire. Bosisio però è più forte del destino crudele e nella scorsa stagione gioca 29 volte tra Youth League, campionato e Coppa Italia, segnando anche 1 rete. Un totale di 2.075 minuti giocati. Decisamente la sua miglior annata in carriera. E che dire, poi, degli allenamenti in compagnia di grandi campioni come Giroud e Rafael Leao.

“Arriva il momento di diventare grandi”, inizia l’avventura a Bari. E quell’esordio al Tardini…

Poi, arriva “il momento di diventare grandi”. Non si può sempre restare a casa. Tale, era per lui l’aria di Milanello. Con i suoi odori, sapori, colori. Lo chiama il Bari, in prima squadra. Un’occasione da non perdere, anche se fa male lasciare una famiglia. “Oggi si chiude un capitolo importante della mia vita e della mia carriera da calciatore – scrisse in un post sul suo profilo instagram -. È difficile dire a parole cosa provo per questa squadra, per questi colori e per questa maglia che mi è rimasta addosso per anni, fin da quando ero solo un ragazzino. Una società che mi ha accudito e mi ha fatto crescere come un figlio, a cui sento di dire grazie per quello che sono oggi e che, sicuramente, non sarei mai diventato senza. Anche se le nostre strade si dividono in un modo che non avrei sperato, sarò sempre il primo tifoso della squadra che ho nel cuore da quando sono bambino. È il momento di diventare grandi”.

“Per me è la prima volta con i grandi, amo in generale Bari e darò il massimo per questa maglia”, disse ai canali ufficiali dei biancorossi. Una nuova sfida, che lo vede allenarsi al fianco di Antenucci, Cheddira, Di Cesare. Gente da cui imparare tanto e a cui ispirarsi. L’esordio in Serie B arriva alla 1^ giornata, nemmeno il tempo di realizzare, che Mignani lo aveva già buttato dentro: appena 1′, ma mille emozioni. Al Tardini di Parma, terra di tanti campioni: da Buffon a Cannavaro, passando da Crespo e Thuram. Forse un segno, o solo un caso. Pochi sguardi, appena qualche tocco al pallone e 1 scivolata. In 1′ non si può fare molto altro. L’allenatore biancorosso non lo ha più schierato, nemmeno a partita in corso. E allora, ecco l’ipotesi Serie C.

Passione Hip-Hop e musica: il centrale cantastorie che potrebbe finire all’Audace Cerignola

Passione musica, amore per l’“Hip-Hop”, il suo genere preferito. “Ascolto spesso la musica prima di scendere in campo ad allenarmi e anche quando mi alleno, mi fa sentire meglio con me stesso”. Così parlava ai microfoni del Bari. Dall’ascolto, alla scrittura: Bosisio è uno che i testi li scrive pure: “Credo che bisogna essere un po’ ‘Self-confidence’ per fare certe cose, e avere una buona autostima. Questo mi aiuta anche in campo”. Hip-Pop ma non solo, anche il ‘Pop’ è un genere apprezzato: “Me lo hanno trasmesso i miei genitori”. Contenuti? Emozioni, passione: “Ciò che provo in quel momento scrivo, sono tutti i miei sentimenti e ciò che provo”. Giovane e sognatore. Il ragazzo 20enne si prepara a scrivere l’ennesima sinfonia della sua vita.

A cura di Manuele Nasca