Studio& C…alcio, se vuoi puoi: quando il pallone incontra la cultura

Sono già tantissime, solo partendo da casa nostra, le storie a supporto del lume contro il pregiudizio del calciatore ignorante

28 Settembre 2021

Redazione - Autore

La splendida storia di Carlo Faedo, talentuoso difensore in forza alla Virtus Verona che, dopo essersi conquistato la Serie C a suon di sbracciate tra i dilettanti, ha recentemente conseguito la laurea in “Ingegneria chimica dei materiali”, ci offre un delizioso spunto.

Perché, seppur in maniera decisamente minore rispetto al passato, il fastidiosissimo parallelismo intento a mescolare sadicamente calcio ed ignoranza appare ancora lì. Presente, come una sottospecie di enorme ronzio da silenziare il prima possibile. Eppure, però, non è neanche così difficile trovarlo, l’interruttore. Sono infatti già tantissime, solo partendo da casa nostra, le storie a supporto del lume contro il pregiudizio.

Basti pensare a Marco Chiosa (difensore in forza alla Virtus Entella), il quale, a seguito del brillante risultato in “scienze politiche sociali” con tesi sui social network e il calcio, si esprimeva così. “Mi ero prefissato questo obiettivo già dalla fine della scuola superiore, impossibile immaginare che le due cose non possano andare di pari passo, con la volontà tutto é possibile, vorrei che questo sia un messaggio chiaro per i giovani”.

Un messaggio, si.

Potente, forte e appunto chiaro.
Quello lanciato a più riprese anche da Andrea Settembrini (centrocampista in forza adesso al Padova) e dottore in “Scienze motorie” che sul tema raccontava: “Mi facevo tre ore di macchina la sera prima degli esami. Dormivo a casa, davo il test e finito ripartivo subito, così da non perdere l’allenamento. Tanto per non farmi mancare nulla, a giugno non sono andato in vacanza per finire i tre esami . La tesi l’ho ultimata la sera in ritiro”.

Altra preziosa testimonianza é rappresentata da Niccolò Romero.
Il 9 del Potenza, vanta infatti una laurea in “scienze motorie” celebrata al tempo con le seguenti parole.
Gli argomenti erano interessanti, calcio e corpo umano. L’università nulla di impossibile: se vuoi puoi insomma, é anche un modo per pensare al futuro”.

Ulteriore esempio di volontà ci arriva via Catania.
Kevin Biondi, infatti, memore degli ottimi risultati scolastici precedentemente conseguiti, si dice pronto a guardarsi intorno tra economia e scienze motorie, non appena le fatiche della stagione lo consentiranno, poiché volenteroso di realizzare l’ennesimo sogno.

Insomma, concetto chiaro.
Allargandoci anche un po’ più fuori territorio, lì dove gli esempi di certo non mancano.

Giorgio Chiellini (Business Administration).
Matteo Pessina (Economia e commercio).
Mattia Caldara (Economia e management).
Edin Dzeko (Sport ed educazione fisica).
Dries Mertens (Scienze motorie).
Lorenzo De Silvestri (Economia e management).
Christian Puggioni (Giurisprudenza).

Una sfilza di nomi fitta.
Rimpolpata anche da nomi europei quali Robert Lewandowski (Educazione fisica), Xabi Alonso (Economia e commercio) e Cesc Fàbregas, incoronato sullo stesso indirizzo scelto dall’ex Bayern Monaco.

Questo articolo però non vuole essere un semplice elenco fatto e finito.
E a poco valgono i riferimenti dal passato, con Bierhoff e Sócrates pronti a stuzzicare la voglia di grandi firme.

Eppure, come dicevo, c’è dell’altro in questo pezzo.
Qualcosa di ben più profondo ed intimo.
Da ricercare nell’anima piuttosto che nella materia.

Ho negli occhi, a questo proposito, diversi e particolari frame catturato dal documentario di Sergio Ramos, nel quale lo spagnolo (già abbastanza impegnato tra campo e la sua scuderia personale), si diletta dapprima a rappresentare in pittura la famiglia e successivamente ad ascoltare in religioso silenzio l’artista Antonio López.

Particolari che ,secondo l’ex capitano del Real Madrid, sono a dir poco fondamentali per stare in pace con se stesso e renderlo libero, insieme ad un bel arrangiamento con la chitarra, di esternare la sua parte più sensibile.

Studiarsi, dunque.
Per conoscersi nell’anima.
Perché sia alloro o meno, l’esperienza é (sempre) viaggio.
Un onda che parte da “Casa”.
Avvolge l’agognata sfera in giro per il mondo .
E finisce, coccolando, ciò che conta davvero.
Il cuore, racchiuso, nella pace del silenzio.

D’altronde chi sa solo di calcio, in fondo, non sa nulla di calcio.

A cura di Damiano Tucci