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Alla scoperta di Canzi: da fedelissimo di Beretta a maestro di Barella

Dall’Olbia alla Turris. In Campania per l’esperienza numero uno in carriera da primo allenatore lontano dalla Sardegna. Massimiliano Canzi ha sposato un progetto giovane ma ambizioso. Quello del club presieduto da Antonio Colantonio, che da due anni si fa valere nel girone C di Serie C. Canzi si è accomodato sulla panchina lasciata vuota da Bruno Caneo ed è pronto a una nuova sfida.

Canzi, da collaboratore a vice allenando una sfilata di grandi firme

Con l’Olbia, Canzi ha fatto bene. Un biennio più che positivo: 79 partite, 22 vittorie e 31 pareggi a fronte di 26 sconfitte; media di 1,23 punti a partita. Cifre che certificano la bontà del lavoro svolto in un percorso da protagonista dopo aver fatto tanta gavetta seguendo il suo mentore Mario Beretta. Nel 2008 era suo assistente tecnico al Lecce dove, tra gli altri, a centrocampo c’era un suo attuale collega, ovvero Fabio Caserta, e in attacco un certo Simone Tiribocchi. Restò anche quando arrivò Luigi De Canio. Un anno più tardi si ricongiunse a Beretta seguendolo al Torino finché non fu avvicendato con Stefano Colantuono. Matteo Sereni era il portiere, Rolando Bianchi il centravanti di quella squadra.

Poi la prima volta da vice allenatore sempre fedelmente al fianco di Beretta: durata poco più di un mese, in Grecia, al PAOK Salonicco di Zlatan Muslimovic, che in Italia si era fatto conoscere portando in B il Rimini (32 presenze e 15 gol) in tandem con Sergio Floccari ai danni di Napoli e Avellino nella stagione 2004/2005. Quel Muslimovic che l’anno prima era al Padova e chiuse la sua esperienza nel nostro paese, ricca di trasferimenti, indossando la maglia dell’Atalanta nel 2008. A seguire altre esperienze al Brescia dell’airone Andrea Caracciolo; al Cesena di Eder e Adrian Mutu, retrocesso in B dopo un avvio incoraggiante, ed al Latina di Francesco Valiani e Ferdinando Sforzini. Una stagione piena, invece, quella chiusa al nono posto di Serie B con il Siena di capitan Simone Vergassola e Alessandro Rosina. Era l’anno dopo la retrocessione dalla Serie A dei toscani. Mattone su mattone per arrivare alla consapevolezza. Quella dei tempi maturi per compiere un salto. Non più né collaboratore tecnico, né vice, ma primo allenatore. Il Cagliari e il settore giovanile. Una vetrina prestigiosa. Sfruttata al meglio.

Credit Olbia Calcio

Cagliari e Zenga, poi il biennio in crescendo ad Olbia. Ora c’è la Turris

Con l’Under 19 dei rossoblù cinque anni indimenticabili dal 2015 al 2020. Con Canzi sono cresciuti Gianni Munari, Federico Melchiorri e Luca Ceppitelli, per citarne alcuni, prima di arrivare al piatto forte: l’allora diciottenne Nicolò Barella. Un lavoro sodo, quello di Canzi al Cagliari, culminato con una parentesi in prima squadra dal marzo 2020. Subito dietro a Walter Zenga, subentrato a Rolando Maran. Mesi intensi per capire per essere pronto a prendere definitivamente la propria strada e sposare la causa dell’Olbia: salvezza al primo anno, playoff al secondo. Fuori al secondo turno della fase del girone pareggiando 1-1 a Chiavari dopo aver vinto 2-0 ad Ancona. Il prossimo 4 luglio Canzi compirà 56 anni ma di strada da allenatore ne ha ancora davanti. Un milanese a Torre del Greco. Avanti tutta col suo rodato 4-3-1-2 e tanta voglia di dimostrare che il bello deve ancora venire.

A cura di Marco Festa

Redazione

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