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L’amore per Foggia, il rimpianto Catania, la voglia d’incantare ancora. Chiricó: ”Casarano, sei la mia luce”

Cosimo Chiricò esulta con la maglia del Casarano (Credit_ Casarano Calcio)

Cosimo Chiricò esulta con la maglia del Casarano (Credit_ Casarano Calcio)

La nostra intervista al dieci rossazzurro, autore di uno splendido inizio di stagione con la formazione di Di Bari: “Qui ero sicuro di rinascere

Sono felicissimo, ho avuto un impatto importante qui a Casarano e dopo due anni bui finalmente riesco a vedere un po’ di luce”. Un sorriso, a volte, vale più di mille parole, soprattutto nel caso di un ritorno speciale. Cosimo Chiricó sorride di gusto visto che, il rendimento al Casarano di Di Bari, club che lo aveva già accolto agli esordi, è da uomo del momento.

Sei gol, sei assist, quarto posto in classifica e un idillio, quello con la gente del Capozza, nato per Mino sin dai primi istanti e rinforzato, anche da un numero speciale: “È stata una trattativa-lampo: abbiamo chiuso tutto in due giorni. Ho chiesto la 10 perché non l’ho mai avuta e volevo caricarmi ancor di più di responsabilità, ho 34 anni, è la mia stagione più importante. Mi mancava casa, ero sicuro di rinascere qui. Ringrazierò sempre il presidente Filograna, il mister e i tifosi, siamo una squadra forte, continuando così ci toglieremo soddisfazioni.

La seconda giovinezza del fantasista pugliese, insomma, è già partita. Alimentata dalla stessa genuina fantasia ispirata a Messi che lo ha accompagnato sin dai primi calci all’Orsa Maggiore di Brindisi. Risultato? Tre campionati vinti (Foggia, Ascoli e Monza), tre Coppe Italia, quattro promozioni (aggiungendo la prima in carriera a Lanciano) e una domanda sempre attuale: che ci fa Chiricó in questa categoria?

Si dice che ognuno di noi ha ciò che si merita” – risponde- “Grazie al calcio sono diventato uomo, ho giocato in piazze importanti e ho capito il valore della vita tra consapevolezza, energia e voglia di stare insieme, forse qualche anno in B lo meritavo ma non rinnego nulla. Cara Serie C, mi hai fatto proprio divertire.”

Foggia- Monza, cuore Mino: “Amo i rossoneri. Berlusconi e Brocchi, che emozioni”

Chiricó si lascia andare, senza filtri, senza maschere e con un’emozione, legata al ricordo di Foggia, visibile e decisamente diversa dalle altre:” Il rossonero rimarrà sempre nel mio cuore. Ricordo ancora l’esordio e il gol appena entrato con tutta la mia famiglia presente, mi risollevò da un momento difficile. Lo Zaccheria era pieno, caloroso come in occasione del mio ritorno da avversario lo scorso anno. Ho solo ricordi e pensieri amorevoli per quella gente e per mister De Zerbi, sapevo fosse un predestinato, ci ha fatto scoprire il calcio applicato in tutta la sua bellezza, mi sono goduto i sei mesi insieme, gli auguro il meglio”.

L’arrivo a Monza regala a Cosimo, dopo qualche anno dalla vittoria foggiana con Stroppa, una cartolina…da Serie A: “L’amichevole a San Siro contro il Milan di Ibra la porterò sempre con me, forse meritava di giocarla qualcun altro ma la società e il mister mi hanno voluto tanto anche in quell’occasione. A Brocchi sarò grato per sempre, abbiamo un rapporto che va oltre il calcio e se ho giocato in Kings League è solo perché mi ha convinto a vivere una competizione che per me spaccherà sempre di più”. Aria di casa, gruppo e vittoria indelebili. Soprattutto grazie alla figura di Berlusconi:” A Gorgonzola contro la Pro Patria disputammo una grande partita. Perdevamo 1-0, vincemmo in rimonta 2-1 e segnai su punizione il gol del pareggio. A fine gara il presidente ci fece una sorpresa in spogliatoio e disse: “Complimenti a tutti, dov’è Chiricó? Complimenti, Mino, grande partita”. Non potevo crederci, pensavo non fosse vero, lo ringraziai emozionatissimo e fu un grande onore.”

Credits: FB Casarano

 

 Dall’esplosione al buio, Chiricó:” Catania è il più grande rimpianto della mia carriera”

La vita di Mino Chiricó è come una libreria in continua espansione. Padova e Crotone ne raccontano la libertà, proiettandolo in quella che, ai suoi occhi sembrava poter essere l’ennesima brillante sinfonia da dedicare al suo calcio: “Catania mi ha fatto crescere tantissimo, soprattutto a livello umano. Giocare al Massimino per me ha rappresentato sinceramente un onore. Le cose sono andate progressivamente male, anche per le condizioni generali in termini di preparazione. Il gruppo nei singoli era forte ma questo, si sa, nel calcio non può bastare”.

Sei gol, sette assist. Una Coppa Italia rivendicata con orgoglio ma a prevalere, per l’ex 32 dei siciliani, è soprattutto la voglia di lanciare un messaggio a cuore aperto: “Mi assumo tutte le mie responsabilità sul campo perché quando le cose non vanno ritengo sia giusto farlo. Senza alibi, con onestà, purtroppo ha prevalso un mix negativo di fattori. Ci tenevo a ringraziare tutti perché a Catania io ho vissuto comunque un sogno, anche per merito degli affetti che custodisco. Ho ricordi bellissimi, abbiamo vinto un trofeo nonostante tutto il caos. Non essere stato reintegrato l’anno scorso è stata una mazzata, avevo la percezione questo potesse avvenire. Ho tolto le foto perché in occasione del comunicato è stata scelta una mia foto in pettorina, con lo stemma appena visibile. Mi sono sentito sminuito, come fossi un ragazzino e ho agito d’istinto in risposta alla mia sofferenza, nulla contro la città. Non aver lasciato il segno lì resterà per sempre il rimpianto più grande della mia carriera”.

 

Tra Cava e futuro

La fine dell’esperienza catanese regala a Mino una nuova opportunità: la Cavese. “Ero in condizioni precarie e razionalmente nessuno avrebbe dovuto prendermi. Ringrazio mister Maiuri e tutto l’ambiente per esserci stati in un momento buio della mia vita”.

Calcio e non solo, le priorità di Cosimo, nella vita, sono ormai due:Giulia e Leonardo hanno fatto la mia stessa vita da quando sono nati. Essere il loro papà è l’unico mio hobby preferito dopo lo stacco dal lavoro. Futuro? Claudia, mia moglie, lo chiede spesso: ci penserò quando smetto, voglio godermi i miei ultimi anni e adesso penso solo al Casarano”.

Emozioni, pensieri e parole, come fossero flussi dell’anima. Il calcio libero, formato Chiricó, non può mai suonare indifferente.