Catania, Bergessio: “Lo stadio pieno in C è uno spettacolo, amo questa piazza”

Le parole dell'ex attaccante rossazzurro

5 Febbraio 2024

Manuele Nasca - Autore

Attaccante d’altri tempi, girovago per eccellenza. I piedi a tanti, ma il cuore solo a una squadra: il Catania. C’era un grande affetto che mi spingeva a dare il massimo, c’era la passione. C’era la spinta della gente che rendeva il ‘Massimino’ un posto magico”, ha dichiarato l’attaccante argentino, ritiratosi dal calcio giocato, a “La Sicilia”. Con la maglia rossazzurra ha collezionato 117 presenze impreziosite da 37 gol e 14 assist. Una grinta fuori dalla normalità e un senso di appartenenza smisurato. L’ex attaccante ha ricordato aneddoti del passato, senza dimenticare il derby del 2011 contro il Palermo: Fu una festa, ancora avverto quella sensazione che ci trasmetteva il pubblico. Una gioia immensa. In tribuna c’era mia moglie, aspettavamo una bimba, poi è nata Francesca che ha 10 anni“, ha continuato. Nella mente del 39enne c’è però anche il futuro del club siciliano: “Hanno una proprietà forte, faranno grandi cose”.

Catania, Bergessio: “Il contratto dei rosanero era importante, ma c’è anche il cuore”

L’ex attaccante rossazzurro ricorda la sua avventura al Catania: “Feci gol a tutte le big del campionato. Abbiamo battuto la Roma, che aveva fior di campioni, ricordo la tripletta al Siena. Se devo ricordare una gara importante cito il derby col Palermo, quando il 3 aprile 2011 feci il secondo dei quattro gol”. Tante richieste, tutte rifiutate. Il centravanti, racconta alcuni aneddoti di calciomercato: “Mi aveva cercato il Chievo, mi proposero Palermo e dissi di no. Il contratto dei rosanero era davvero importante sotto ogni punto di vista, ma esiste anche il cuore. A Catania ero stato bene, sono stato sempre rispettato e amato. Non me la sono sentita di vestire la maglia di un altro club siciliano contro cui avevo lottato per vincere e per portare in alto il nome di Catania”.  

“Non c’è categoria che tenga”

Dal passato al presente, Bergessio non ha smesso di seguire la squadra che, tra le altre, gli è rimasta nel cuore: “Siamo tifosi assidui del Catania un pò tutti gli argentini. Più stiamo lontani, più siamo legati alla città e a quelle stagioni. La società è nuova, la Serie C non è la D. L’inizio è stato difficile ma c’è una proprietà forte e si farà valere. Serve pazienza. Vedere anche in C lo stadio stracolmo è uno show che continua. Non c’è tempo e neanche categoria che tenga, in questa piazza”.