Catania, Cicerelli: “Da quando sono tornato sognavo un momento così”

Emanuele Cicerelli con la maglia del Catania (credit: Riccardo Caruso) - www.lacasadic.com
Le parole del trequartista del Catania
Emanuele Cicerelli, numero 10 del Catania, è stato il grande protagonista della vittoria contro la Salernitana. Il trequartista classe 1994 ha sbloccato la gara con un gioiello su calcio di punizione da oltre 25 metri, mandando in visibilio i tifosi.
Intervistato dal giornale lasicilia.it, Cicerelli ha raccontato le emozioni provate in campo: “Avevo la pelle d’oca e se ne riparliamo anche a distanza di 24 ore avverto i brividi. Questa emozione, nel momento in cui sono tornato a Catania, avrei voluto viverla proprio così”.
Ha proseguito: “E dico grazie a tutti: dal presidente Pelligra, al vice Grella, allo staff tecnico, a medici, magazzinieri. Siamo una squadra unita al di là dei risultati. Certo, oggi è facile ribadirlo, ma l’ho detto anche dopo il passo falso di Cosenza. Se ho rivisto il gol? Sì, ma ora pensiamo al Benevento. Si pensa alla vittoria (o alla sconfitta) per un giorno, poi si guarda oltre“.
E sulla punizione: “Quello è il mio modo di calciare, di interno, per far scendere il pallone dietro la barriera. Di Tacchio mi ha chiesto se calciavo o la mettevo dentro, ma gli ho detto subito che avrei calciato. So che abbiamo ottimi saltatori, ma dopo aver visto il posizionamento del portiere ho deciso di tirare in porta. Anche in estate con LaValletta avevo fatto un gol simile, ma domenica la distanza era maggiore. Se è il gol più importante con il Catania? Per la posta in palio metto davanti i due gol in Coppa Italia: quello contro il Rimini in semifinale e quello in finale contro il Padova di due annate fa”
“Non sono tornato per i titoli individuali”
Cicerelli ha poi parlato del suo ritorno in Sicilia dopo la parentesi di Terni: “La valutazione era stata fatta in un confronto con allenatore e direttore. Tutti in società da subito mi hanno fatto capire che ero al centro del progetto. Ho visto e percepito aria diversa. Dopo una settimana eravamo tutti d’accordo. Il rinnovo, comunicato il 9 agosto, era stato preparato molto prima. Le responsabilità? Vivo serenamente, nel calcio ci sono situazioni simili a quella che ho affrontato. Mi sento, sì, responsabile ma al di là del rinnovo se giochi nel Catania devi essere responsabile. Dobbiamo esserlo tutti nei confronti di una tifoseria e di una città che giustamente pretendono rispetto”.
Il numero 10 si è soffermato anche sulle parole di Toscano, che aveva dichiarato come non servissero i 19 gol segnati con la Ternana l’anno prima, ma che giocasse e lavorasse per la squadra: “Sono un atleta che ha vissuto una carriera con determinate caratteristiche. Mi conoscono anche gli avversari, ora il modo di giocare è diverso. Non sono tornato al Catania per conquistare il titolo di capocannoniere a tutti i costi o per realizzare 20 gol. Più che mettermi in mostra e pensare ad obbiettivi personali che non ho, penso a dare una mano alla squadra. Se mi dicessero “segni solo tre o quattro reti ma vinci il campionato” firmo subito. Di Terni conservo un ottimo ricordo, oltre i gol mi porto dentro l’esperienza umana a vissuta e le persone incontrate”

“Bisogna stare con i piedi per terra, siamo un bel gruppo”
Il trequartista pugliese si è espresso anche sul gruppo che ha trovato: “Siamo un bel gruppo ma lo pensavo anche prima. Dobbiamo Restare con i piedi per terra quando si vince e non fare drammi se si perde. Siamo coesi, lavoriamo per un solo obbiettivo e ci facciamo influenzare poco dai commenti e da quello che succede all’esterno. Serve determinazione per arrivare alla vittoria, di certo c’è che suderemo sempre la maglia. Domenica contro il Benevento sarà una partita di cartello e spero ci sia anche un grande pubblico. Proveremo a portarla a casa perchè sappiamo l’importanza che riveste questo confronto. Vivremo la settimana con serenità e con la consapevolezza della nostra crescita”
Il trequartista ha concluso tornando sull’argomento Salernitana: “Sono una squadra forte ma noi siamo stati più lucidi. Domenica è stata una gara secca, ma non dà e non toglie aspettative. Loro arriveranno in fondo, speriamo di arrivarci pure noi. Perchè non ho esultato? Per me era strano affrontare la mia ex squadra. Era la prima vota, a Salerno ho vinto il campionato di Serie B, siamo andati in A. Sono passati anni, prima del via ho salutato tanta gente del club che non vedevo da tanto. Anche se il boato dello stadio me lo porterò dentro per sempre“