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Il “Joker” torna a ballare e il Cesena cala il poker all’Ancona; la gioia dell’Orogel Stadium

Cesena Corazza

Che bello è quando esco di casa per andare allo stadio. A vedere il Cesena”. Un coro fin troppo smorzato. Soffocato sul più bello. L’entusiasmo ritrovato. In una serata dove a farla da padrona è l’umidità i tifosi del Cesena non hanno bisogno di altri motivi per sudare freddo. La gara contro lAncona, la prima della nuova stagione sul prato dell’Orogel Stadium Dino Manuzzi dev’essere una festa. Di quelle che fanno dire “Che bello è”. E così sarà perché il Cesena è in forma. Gioca. Domina la partita e alla fine sale sugli scudi. Anzi…”mette la Corazza“. Per vincere una partita vissuta come una battaglia. 4-0 all’Ancona.

Cesena, la certezza è la difesa

La partita contro l’Ancona è quello che serve. Una ventata di ossigeno. Un risultato che infonde sicurezza e motivazione. In campo e sugli spalti. Il pubblico risponde presente. Sempre. Esserci è fondamentale. Anche nel triste ricordo delle ultime uscite della squadra all’Orogel Stadium. Che, però, non frenano la passione del popolo romagnolo. Adesso tocca al Cesena. De Rose e compagni devono dimostrare a quei seimila abbonati tutta la loro riconoscenza. Come? Semplice. Con una vittoria. La prima in casa. Per festeggiare con loro. Per cantare e poter dire: “Che bello è…”. È un Cesena dirompente quello che si presenta al Dino Manuzzi per la quarta giornata del campionato di Serie C. Fin dai primi minuti. Adamo sulla fascia destra accende subito i motori e semina il panico. De Rose mette ordine. Ogni pallone che transita nel cerchio di centrocampo viene addomesticato con cura, precisione e potenza. Imprescindibile.

Capitolo difesa? Non ci sono quasi più aggettivi. La trincea Silvestri, Ciofi, Prestia non subisce la ben che minima ombra di un attacco. L’Ancona non punge mai. Sviluppa trame in mezzo al campo, ma commette diversi errori in fase di impostazione. Pisseri? Spettatore non pagante. Non si registrano interventi degni di nota. Solidità difensiva talmente evidente che Silvestri decide di improvvisarsi centravanti. Si spinge in area di rigore avversaria e sfodera tutte le sue doti di saltatore. Pericoloso ed efficace. Suo il gol che apre le marcature all’Orogel Stadium. Boato sugli spalti. L’urlo di liberazione. Quel “Dai Cesena facci un gol!” che finalmente trova la soddisfazione di una risposta. Attesa da troppo tempo.

Corazza fa cantare il Dino Manuzzi

A unica direzione. Un monologo. Il secondo tempo di Cesena Ancona si riassume così. Varone: esperienza, sostanza e qualità. Di fianco a capitan De Rose compone un reparto che poco c’entra con la categoria. Pallone fra i piedi, testa alta e sguardo verso la porta di Vitali. Vede il movimento di Corazza e lo serve. La giocata. La furbizia e la malizia del “Joker”. Incrocio di gambe con un difensore dell’Ancona e fischio dell’arbitro. È rigore. Sul dischetto si presenta lo stesso attaccante. Sguardo concentrato. Tensione alle stelle. Il gol gli manca come l’aria. Lo cerca. Lo immagina e lo realizza. Cesena sopra di due. L’Orogel Stadium impazzisce. “Che bello è…”.

cesena corazza
Credits: Cesena

L’entusiasmo c’è, si percepisce. Il tifo è assordante. Toscano è incontenibile. Urla, si sgola. Non vuole che la sua squadra si deconcentri e si sieda sulla sicurezza del doppio vantaggio. Un pensiero troppo lontano in quel momento per qualsiasi calciatore bianconero. Il Cesena vuole vincere la battaglia. Per farlo si “mette la Corazza”. Tre a zero. Adamo è l’incubo dei terzini di Donadel. Recupera palla in mezzo al campo, sterza e appoggia per il numero 18. Simone Corazza c’è. Diagonale potente nell’angolino e si corre sotto la Curva Mare. Mani alle orecchie per ascoltare quel grido di gioia che fa tremare lo stadio. Il “Joker” torna a ballare. Tra le gradinate del Dino Manuzzi. Standig ovation e meritata passerella per il bomber triestino.

Berti Cesena
Credit: Matteo Papini/Image Sport

Linea verde? Cesena dice sì

Col risultato al sicuro è ora di azzardare. Spazio ai giovani. Dentro Pierozzi, Francesconi e Shpendi. Berti? C’è e si vede. Sulla trequarti accarezza palloni con la domestichezza di un veterano. Scommessa vinta. Nemmeno due minuti dall’ingresso in campo e Shpendi dimostra che in Riva al Savio non c’è motivo di rimpiangere la partenza del fratello. Stop, palla a terra, dribbling secco, tiro potente e preciso. Portiere battuto. E poker calato. Pratica chiusa. Ancona ammutolita. E Orogel Stadium in festa. “Che bello è…”