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La briscola, le grigliate e Mihajlovic: Saber, “il sorriso” della Cesena che si diverte

Cesena Saber

Saber? Ah guarda è una cosa unica. Ci fa sbellicare dalle risate. È di gran lunga il più simpatico perché è fuori come un bacchetto”. Sono parole sincere e piene di affetto. Rilasciate da Tommaso Berti ai microfoni del LaCasadiC.com. L’esatta rappresentazione del clima che si respira nello spogliatoio bianconero. Serenità e spensieratezza che solo una famiglia sa esprimere. Sorrisi e convivialità. Questo è il Cesena di Saber. Lui, che con una doppietta rifilata al Perugia dona gioia e soddisfazione, non solo ai compagni, che già lo apprezzano, ma anche a un’intera tifoseria. Pensieri che sotto Natale assumono un valore speciale. Se poi ci si aggiunge che i due gol in Umbria dell’italo-tunisino valgono anche il titolo di campione d’inverno della squadra di Toscano tutto assume una connotazione ancor più dolce. Saber Hraiech: il simbolo di una Cesena che si diverte.

Cesena Saber e squadra

Una doppietta al Perugia per l’unione della famiglia Cesena

Amicizia, condivisone e quella strana sensazione di non volersi mai prendere sul serio. Saber Hraiech, ai più noto solo come Saber – il suo nome di battesimo – è l’insieme di tutto ciò. La capacità di trovare la via del sorriso in qualsiasi situazione. Una battuta fuori dagli schemi, un gesto o una canzone irriverente nel momento in apparenza meno opportuno. Stemperare la tensione con la naturalezza e la spontaneità di chi conosce la tensione del calcio ai vertici. Quello che, nella costante concentrazione che richiede e nell’ansia del saper di non poter sbagliare potrebbe emarginare quelli che sono i valori più importanti del vivere di calcio: la squadra. Il fattore determinante per raggiungere risultati vincenti. È uno dei compagni più giovani di Saber a confermare tutto questo – in un’intervista concessa alla nostra redazione. Tommaso Berti, colui che nel compagno dovrebbe vedere un “rivale”, riconosce solo un amico. Di quelli dei quali non puoi fare a meno. Perché, vuoi o non vuoi, in qualsiasi momento potrebbero sfoderare quella vena sarcastica capace di strappare quel sorriso che non avresti mai fatto.

Credits: Luigi Rega

Questo è Saber nel Cesena. Gioia di stare assieme, leggerezza e umorismo irrefrenabile. Mostrare sempre sé stessi. Per far crescere quel concetto di squadra e tramutarlo in famiglia. Saber raccontato dai compagni è fantasia, euforia e risate. Che si materializzano e trovano la loro massima espressione sul campo. Dove il Cesena gioca con semplicità. Dove ritrovare quell’affiatamento e quella serenità che Berti descrive attraverso il nome di Hraiech è solo questione di vittorie. Come quella sul prato del Renato Curi di Perugia. Lì dove dell’estro di Saber possono goderne tutti. Dai compagni ai tifosi. Due gol del numero 8 bianconero che spianano la strada verso un successo che ha dell’incredibile. Appena il quarto in 28 incontri con gli umbri. E se poi la rete dello 0-3 definitivo la mette a segno proprio quel Berti che esprime parole d’oro per il compagno è questione di conferme. Cesena, l’unione di una famiglia.  

L’impresa sfiorata con Dionisi e il barbecue “brasiliano” a Imola

Una doppietta quella di Saber contro il Perugia che porta al Cesena il titolo di campione di inverno. Un regalo che arriva a ridosso del Natale. La festa della famiglia per eccellenza. Un traguardo. Senza perdere di vista l’obiettivo. Perché come spiega il trascorso di Saber stesso il minimo errore potrebbe essere fatale anche per i più forti. Succede due volte con la maglia del Padova e una con quella del Carpi. Squadre con cui il trequartista classe 1995 entra di diritto nel calcio professionistico, ma conosce la delusione della sconfitta. Due finali playoff perse in Veneto e un’eliminazione sempre agli spareggi in Emilia. Stagioni di Lega Pro vissute da protagonista, ma dal finale amaro. Ma Saber non perderà mai sorriso, passione e generosità. Caratteristiche che lo rendono particolare. Banali, ma non scontate. Che non cercherà mai di nascondere.

Credits Martina Cutrona

Così evidenti e del tutto naturali che gli valgono l’epiteto di “giocatore di strada”. Perché Saber è così: semplice e appassionato come appare. Non cerca la gloria dei riflettori. Gioca a calcio perché è ciò che ama e che lo fa star bene. Questo il pensiero del Presidente Spagnoli ai tempi dell’Imolese. Una squadra, quella rossoblù dell’annata 2018-2019, che lotta sino all’ultimo per accedere alla Serie B. Interpreti d’altra categoria come Lanini, Mosti, Carrraro e Boccardi. Una guida tecnica d’eccezione. Nella quale entusiasmo e freschezza sono gli elementi cardine di un progetto che dista pochi chilometri. Quell’Alessio Dionisi che regala un sogno che si infrange proprio allo scadere. Un Saber imprescindibile in campo e sul tavolo da gioco. Lì, dove in coalizione con Boccardi l’unico obiettivo è fermare il temibile Carraro che a briscola sembra non avere rivali. Perdere a carte? Bisognerà pagare penitenza accendendo le braci e cucinando chili di carne brasiliana come solo chef Saber è capace di fare. Semplicità, estro e condivisione: essere Saber.

La Primavera della Sampdoria, la Serie D e l’eterno ragazzo

Valori imparati coltivati durante il viaggio. Che trova radici in Tunisia dove nascono mamma e papà, ma che si materializzano al sole della Sicilia. In quella Mazzara del Vallo dove giocare a pallone per strada è solo questione di sentirsi liberi. Quella sensazione che Saber si cuce addosso fin da ragazzino quando in Trinacria inizia a calcare i campi della Serie D. Un ragazzino che ammira Nainggolan, ma che vede in Barella il suo punto di arrivo. Quando ancora cosa riserverà il dopo non è rilevante. Conta solo il divertimento. Nessun peso, nessuna pressione. Così Hraiech arriva in Lega Pro giovanissimo quasi senza rendersene conto. Risale la penisola fino in Liguria dove lo aspetta l’Entella.

Inizia il suo percorso che lo porterà sino al settore giovanile della Sampdoria. Formazione e crescita. Il rigido polso di Mihajlovic l’approccio a una concezione del calcio agli antipodi di quella del ragazzo che sarà corazza di una carriera ancora in divenire. Ma sempre nel segno dell’unico indispensabile elemento: la passione. Così riesce a toccare con mano la consacrazione del suo sogno. Piacenza e la vittoria del campionato di Serie D l’apice del suo “giocare”. Perché in fondo è l’essenza del calcio. Questo è Saber Hraiech: l’eterno ragazzo che gioca a calcio perché si diverte.