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Cigarini tra campo e vita: “La Reggiana mi ricorda il Napoli. Son qui per portarla in alto”

Cigarini, Reggiana

Credit Foto: Ac Reggiana

Una vita con il pallone nel cuore, ricordato sempre per la sua spontaneità e bontà d’animo: Luca Cigarini è uno dei fuoriclasse intramontabili del campionato di Serie C, punto di riferimento della Reggiana. “Vestire questa maglia è stato sempre un mio sogno” – ci racconta il centrocampista con un velo d’emozione. “Era una cosa che avevo in mente da molto tempo. È la squadra della mia città, ne sono tifoso, le nostre strade sono state divise dai vari avvenimenti della vita. Già un anno fa si era parlato di questo possibile ritorno, che finalmente è diventato realtà”.

Proprio come nei migliori film, l’inizio e la fine che si incrociano. Cigarini ha le idee chiare: “Sarò soddisfatto se raggiungeremo l’obiettivo che ci siamo prefissati, che è quello della promozione, non ci nascondiamo. Son tornato qui perché ho voglia di riportare la società più in alto possibile e questo è il primo passo“.

“La Reggiana mi ricorda il Napoli”

Scavando nel passato e facendo un parallelismo con le maglie che Cigarini ha indossato, la Reggiana gli ricorda una grande piazza: “Probabilmente, con le dovute proporzioni, siamo simili al mio vecchio Napoli. Siamo una squadra che vuole imporre il proprio gioco, forti nelle ripartenze e palla a terra. All’epoca c’erano Lavezzi, Cavani, Quagliarella e facevamo quel tipo di calcio. Diana sta cercando di darci le sue idee e cerchiamo di assimilarle il più possibile, fortunatamente le cose stanno andando bene”.

Credit foto AC Reggiana

“Tutte le squadre provano a giocare, non come 15 anni fa”

Il campionato è ancora molto lungo, ma Cigarini ha le idee chiare sugli avversari più pericolosi: “Tra le squadre più fastidiose ci sono sicuramente il Cesena e il Modena, ma anche il Pescara, l’Entella e il Siena”. Dalle squadre ai giocatori, il centrocampista della Reggiana ha analizzato il livello del campionato con estrema lucidità: “Ci sono molti giovani interessanti, il livello è buono, molte squadre cercano di provare a giocare, molto diverso rispetto a 15 anni fa, è cambiata la mentalità del movimento italiano.

Il nuovo Cigarini? Spero si possa far di meglio, non penso debbano prendere me come esempio, non ci sono limiti alle aspirazioni. Detto questo Fabio Gerli (classe 1996) del Modena e Jacopo Nelli (classe 2001) del Fiorenzuola, ma da qui a dire che possano arrivare in Serie A non è facile.

Progetto Atalanta

Credi abbiano prevalso maggiormente le idee o i risultati? “I risultati incidono sempre sulla crescita, quando c’ero io questo progetto stava prendendo vita. Sono stati lungimiranti, hanno fatto il centro sportivo nuovo, campi nuovi, lo stadio. Tutte cose che fanno capire che una società ha voglia di crescere e rinnovarsi. Son contento di averne fatto parte, ma se non fossero arrivati i risultati la crescita non sarebbe stata così esponenziale“.

La strana esperienza al Siviglia

Non tutti ricordano che Cigarini ha vestito anche la maglia del Siviglia e ha fornito un assist a Luis Fabiano nel match di andata di Supercoppa di Spagna vinto contro il Barcellona per 3 a 1 . “Lì le cose sono andate un po’ stranamente, mi hanno preso in prestito dal Napoli, mi voleva l’allenatore (Antonio Alvarez ndr) che però poi è stato esonerato per via dell’eliminazione in Champions League. L’allenatore nuovo (Gregorio Manzano ndr) non mi ha preso molto in considerazione. A gennaio ho chiesto di essere ceduto, ma non si è trovata una soluzione e la società mi ha messo ai margini. Mi allenavo con la squadra ma non venivo convocato per le partite, possiamo dire che ero fuori rosa”.

Il ricordo più bello a Napoli

I suoi anni di vita a Napoli sono sicuramente tra le cose più belle che porterà nel suo bagaglio, ma se deve scegliere il ricordo più bello ragiona da attaccante: “Il primo gol contro il Milan, fu molto bello. Ancora oggi quando incontro qualche tifoso napoletano me lo ricorda. L’atmosfera fu bellissima, pareggiammo la partita nel finale, è stato molto emozionante: sessantamila spettatori sono esplosi di gioia.

A cura di Antonio Salomone