La Coppa Italia è già iniziata. La settimana scorsa si sono giocate le prime partite e tre delle quattro squadre di Serie C partecipanti sono state eliminate: parliamo di Padova, Catanzaro e Reggiana. Una squadra, però, è ancora in corsa: è la Feralpisalò, che questo venerdì alle 18 affronterà l’Udinese in casa. La sfida è di quelle toste, con due categorie di scarto e la conseguente disparità di livello delle due squadre. Eppure, ci sono stati casi in cui club di Serie C abbiano sfiorato imprese o traguardi impensabili.
Stagione 2017/2018. Il Pordenone – che giocava in Serie C – allenato da Leonardo Colucci si era qualificato agli ottavi di finale di Coppa Italia dopo aver battuto nell’ordine: Matelica, Venezia, Lecce e Cagliari, con i rossoblù che erano proprio in Serie A. Dopo l’exploit contro i sardi, il Pordenone andò a giocare a San Siro contro l’Inter di Spalletti. Il match sembrava a senso unico, invece i Ramarri si crearono almeno due ghiotte occasioni da gol (di cui una con Magnaghi, che prese un palo con un tiro da fuori). La partita poi si risolse solo ai calci di rigore, dove ad avere la meglio furono i nerazzurri, grazie alle parate di Padelli e al rigore decisivo di Yuto Nagatomo.
Nella stagione 2015/2016, l’Alessandria – che militava in Serie C – fu protagonista di un percorso incredibile in Coppa Italia. La squadra allenata prima da Scienza e poi da Gregucci eliminò Alto Vicentino, Pro Vercelli, Juve Stabia, Palermo, Genoa (club in quella stagione in Serie A) e Spezia, arrivando fino in semifinale. Semifinale in cui l’avversario era niente meno che il Milan, allenato da Sinisa Mihajlovic, che in campo schierava giocatori come Abbiati, Balotelli, Menez, Bonaventura, Boateng e via dicendo. Nella semifinale di andata giocata all’Olimpico di Torino, l’Alessandria perse 0-1 (rigore di Balotelli). Al ritorno, il Milan dilagò, vincendo 5-0 e staccando il pass per la finale.
Il percorso dei ‘Grigi’ finì così, nell’affascinante scenario di San Siro, a un passo dalla finale di Coppa Italia a Roma. Ma quei momenti, e quel percorso, resteranno comunque indimenticabili. E raccontarli, rileggerli, ricordarli, fa sempre bene. Nella speranza di poterne vivere altri in futuro.
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