Ormai da due anni a questa parte, Cristian Pasquato è tra i protagonisti del Trento in Serie C. Anche in questa stagione la sua squadra è partita bene, con 8 punti in 4 partite e la sua firma nel 3-0 contro il Novara. Ma il trequartista classe ’89 all’inizio della sua carriera era considerato un possibile gioiello emergente, cresciuto nelle giovanili della Juventus, tanto da essere paragonato per caratteristiche ad Alex Del Piero. La sua strada non è stata quella, ma all’età di 34 anni, Pasquato è tornato sul suo passato in bianconero, riflettendo su cosa gli sia mancato per trovare il suo posto in Serie A.
Cristian Pasquato, ospite di Radio Bianconera, ha parlato alla trasmissione “La Juve in Gol” della sua esperienza tra giovanili e prima squadra della Juventus: “Credo che se ai miei tempi ci fosse stata la seconda squadra anche per me sarebbe cambiato qualcosa. La Next Gen permette di non perdere di vista i giocatori più giovani e l’anno scorso ad esempio la Juve ha lanciato 3-4 ragazzi che nel girone d’andata avevo affrontato in Serie C.” Pasquato ritiene quindi fondamentale la seconda squadra per i giovani, ma altrettanto importante è il contatto con la prima squadra: “Un campionato professionistico come questo può essere molto utile per la crescita dei ragazzi, come anche l’aria della prima squadra che è quasi un’aria magica. Ricordo che quando feci il ritiro con Conte e rimasi un po’ a contatto con i campioni imparai tantissimo in poco tempo.“
Durante quest’intervista il giocatore ha anche parlato della Juventus di Allegri e della lotta per lo scudetto in Serie A: “La Juve di oggi non credo sia pronta per lo Scudetto, ma sappiamo tutti che il calcio è imprevedibile, se dovesse vincere potrebbe essere soprattutto per demerito delle avversarie. La favorita al momento è l’Inter, il Napoli è un punto di domanda ma resta una squadra fortissima.” Infine un parere sui giovani della Juve lanciati in prima squadra in questa stagione: “I giovani della Juve? Devono rimanere umili, è difficile arrivare dove sono oggi ma in un attimo ti rispediscono da dove sei venuto, soprattutto alla Juventus, per cui devono sfruttare ogni singolo momento di contatto con lo staff o i giocatori della prima squadra, perchè ogni momento può cambiare loro la carriera“.
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